Roma, ci risiamo: il penultimo grande ostacolo si chiama Atalanta

Mancano solo tre tappe alla fine di questa stagione folle, eppure tutto è ancora in ballo. Ora tocca a Bergamo, dove ad attendere la Roma c’è una delle squadre più in forma e più pericolose del campionato. L’Atalanta, un rullo compressore quando si tratta di attaccare: secondo miglior attacco della Serie A, oltre 70 gol fatti e ancora qualche rimpianto per quelli sfumati. I numeri parlano chiaro, ma anche i ricordi pesano.
Un anno fa, sempre in questo periodo, Roma e Atalanta arrivavano stanche ma ancora in corsa dopo le semifinali europee. Quella sera si giocò praticamente a una porta sola, e gli orobici non ebbero problemi a portarla a casa. Era una Roma diversa, poco abituata a difendere bassa e a soffrire senza sbuffare. E l’Atalanta, in questi anni, ha fatto più strada: ha superato i giallorossi in classifica e anche nella continuità di risultati.
Ma oggi lo scenario è meno sbilanciato. Tra le due ci sono solo cinque punti, e tre di questi sono figli dello scontro diretto dell’andata, deciso da episodi. La Roma viene da una striscia di 19 risultati utili consecutivi, e l’idea di far punti anche al Gewiss non è così fuori dal mondo. Anche perché ci sono precedenti che fanno ben sperare: Mourinho qualche anno fa trovò la chiave per batterli, puntando su ripartenze e palle inattive, e Ranieri (per forza o per scelta) sta usando un copione simile.
Ovviamente non basta aggrapparsi ai ricordi. Questa Atalanta è molto più tosta di quella che restò fuori dall’Europa, e la Roma dovrà fare i conti con una squadra solida in casa e affamata di punti Champions. Ma se si parla di solidità, impossibile non menzionare Mile Svilar. Il portiere serbo è una delle sorprese più luminose dell’anno: tra tutti i portieri che hanno giocato almeno 20 partite nei top 5 campionati europei, è lui quello con la percentuale di parate più alta (77,5%). E, secondo i dati Opta, i 15 clean sheet messi insieme finora in questa Serie A lo avvicinano a un mostro sacro come Alisson, che si fermò a 17 nel 2017/18. Numeri che spiegano bene perché la porta romanista, oggi, sia così difficile da violare.
Insomma, non sarà semplice, ma neanche impossibile. E se c'è una cosa che questa Roma ha dimostrato nelle ultime settimane, è che di motivi per crederci ne tira fuori sempre almeno uno.
