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TMW RADIO - Ag. Rugani: "Daniele è un calciatore della Juve e loro non regalano nessuno"

TMW RADIO - Ag. Rugani: "Daniele è un calciatore della Juve e loro non regalano nessuno"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
martedì 15 giugno 2021, 19:02Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Davide Torchia intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Davide Torchia, agente sportivo che ha tra i suoi assistiti il difensore Daniele Rugani, ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, cominciando da un confronto tra due portieri come Szczesny e Navas: "Szczesny è più dotato, Navas è più una specie di miracolo della natura, visto da dove viene. Ha giocato in squadre straordinarie, è più reattivo e si è strutturato molto, molto bene. Per i canoni del calcio moderno forse Szczesny ha più struttura, seppure Navas abbia vinto veramente tanto".

Dov'è stata la svolta del Cagliari per salvarsi?
"In tanti dicevamo che il Cagliari, con le doti dei suoi giocatori, non doveva frequentare quelle zone di classifica. A febbraio sembravano condannati all'80%. In ogni campionato c'è sempre un punto di svolta: la partita che stavano perdendo col Parma e poi vinta 4-3 con due gol nel recupero ha fatto pendere l'ago della bilancia dalla loro parte. Alla fine hanno preso dei risultati che, forse, avrebbero meritato anche prima. I giocatori c'erano, anche con Di Francesco gli avevo visto fare ottime partite".

I 5 mesi di Rugani come sono stati?
"La cosa positiva è che, venendo da 3 mesi pieni di infortunio, è stato buttato subito nella mischia. Due giorni di allenamento ed ha giocato. Alla fine ha fatto 12 presenze da titolare su 18, con quattro subentri. Un gol che ha portato 3 punti col Bologna e anche un assist. Ha fatto la sua parte, arrivando a febbraio non era facile. Qualcosa di meglio si poteva sicuramente fare, ma vista prima è andata bene per rientrare nel giro".

Si aspettava l'addio della Juventus a Paratici e il suo approdo al Tottenham?
"Personalmente non sono rimasto troppo meravigliato. Dopo tante vittorie e 11 anni da direttore, che nel mondo del calcio moderno hanno un'equivalenza biblica, me l'aspettavo. Si vedrà poi col tempo, la vera dimensione di ciò che ha fatto la vedremo tra anni. Non per imperizia, prima o poi dovevano cambiare. Da amico, avrei sperato che si fosse un po' riposato dopo il tritacarne, anche se conoscendolo non avevo il minimo dubbio che avrebbe trovato rapidamente squadra e non in Italia. Conosce benissimo Londra, gli auguro con tutto il cuore di fare bene".

Cherubini è pronto?
"In Italia quando sei a comandare e dirigere un club importante attirerai in automatico le critiche di tutti. Personalmente Cherubini mi pare un manager già affermato, non scordiamoci poi in quale team di lavoro sia cresciuto. C'è stima personale con Agnelli, Nedved, con l'allenatore... Come ribaltone è più soft, anche perché è stato fatto a giugno. Cherubini è già dentro i meccanismi, non credo provochi disagi. Per me hanno fatto bene così".

Rugani rientrerà dal prestito: che si immagina accadrà con Allegri?
"L'ultimo mercato di inizio stagione è finito a ottobre, purtroppo è stato rivoluzionario. Ora si comincia a tornare alla semi-normalità: c'è una componente di perdita economica che, se sappiamo sfruttare bene, potrebbe anche non essere così un disastro ma il là per dare un po' di novità. Siamo abituati a cambiare ogni massimo due anni, ma spesso è stato peggio, molto peggio. Io vedo un mercato molto bloccato: le società iniziano giustamente a ragionare, prima di prenderne di nuovi i club valutano chi hanno già. Daniele è un calciatore della Juventus e non hanno alcuna intenzione di buttare via, regalare o non considerare i calciatori, specialmente chi già ci ha giocato per anni rispetto a chi ancora non l'ha fatto. Bisognerà però vedere, se avrà richieste adeguate economicamente, si vedranno le strategie. Si tende, per ora, a valutare bene quello che si ha".

Quale movimento di panchina l'ha sorpresa di più?
"Non perché non sia bravo, perché lo stimo molto, ma quello dell'Inter da Conte, seppure avessi messo in previsione che avrebbe potuto andarsene, a Inzaghi. Questo è il cambio che sposta un po' di più. Sapere che ci sono tutte queste panchine in ballo, però, mi sembra una roba... Magari vediamo di capire meglio certe valutazioni, perché hanno cambiato anche realtà in cui l'obiettivo era stato centrato. Tra ritorni, conferme e cambiamenti ci sono tanti allenatori italiani. Sento dire di D'Aversa alla Sampdoria, e devo dire che il suo Parma non è stata una squadra materasso, molte partite gli sono sfuggite alla fine. Fa piacere, vedo anche all'estero per esempio c'è Rossi che guida l'Ungheria".

Quali ragioni dietro al ritorno di Allegri alla Juve?
"Agnelli dice cose vere. Le scelte nel calcio, anche quando ben ponderate, fanno parte del momento. Quando Allegri è andato via non era per demerito, ma solo perché si era chiuso un ciclo. Questo non vuol dire che, a determinate condizioni, sia impossibile da riaprire successivamente. Hanno provato due esperienze con Sarri e Pirlo e hanno deciso di ricambiare. Allegri ha una nuova gioventù davanti, ripartirà per creare un gruppo e rimettere a posto tutto quanto".

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