Tutti i dubbi e le risposte che attendiamo sulla Juventus di Comolli al Mondiale per Club

Lo sprofondo contro il Manchester City, prima partita 'vera' della Juventus al Mondiale per Club, deve suonare gioco forza come un primo grande campanello d'allarme. La Juve non è pronta. Cosa aspetta Damien Comolli a intervenire sul mercato? Già, lui. Perché dovrebbe scegliere direttore sportivo e direttore tecnico ma di scelte ancora nessuna ombra. Sicché tutto grava sulle sue spalle, finora fragili per prendere evidentemente decisioni così pesanti. E il balletto Timothy Weah, venduto al Nottingham Forest insieme a Samuel Mbangula, ma con l'americano che rifiuta in malo modo la destinazione, con le parole durissimo da parte dell'agente, lo confermano.
Cosa salvare di queste prime tre gare della Juventus negli Stati Uniti? Bisogna partire dal fondo. Perché senza Kenan Yildiz è tutta un'altra Juventus. Peggiore, per distacco. Dietro la difesa balla che (non) è una meraviglia, per qualità, quantità e profondità è di gran lunga inferiore a quella delle altre big europee e l'assenza del solo Gleison Bremer non può certo giustificare questo rendimento. Anche contro il Wydad Casablanca lo si è visto, quello con l'Al-Ain è un test troppo poco attendibile. Salviamo il portiere, Michele Di Gregorio ha fatto una buona impressione pure nel disastro contro il City. E se tra i salvataggi c'è l'estremo difensore di una gara con cinque gol presi significa che c'è tanto da rifare.
Ha poche colpe Igor Tudor, il materiale con cui lavorare per adesso è questo. Ci sono giocatori che continuano a deludere, Nico Gonzalez e Teun Koopmeiners, altri che sono a fine ciclo pure nelle motivazioni, Dusan Vlahovic, e altri al momento solo pro tempore come Randal Kolo Muani e Francisco Conceicao.
Ma che direzione sta prendendo la Juventus? Chi ben conosce Comolli sa che ha bisogno di tempo. Che un progetto come il suo ha bisogno di settimane e mesi per ingranare e prendere la direzione giusta. Sta pensando e ponderando, non vuole sbagliare le scelte. Del direttore sportivo, del direttore tecnico e di altre figure chiave che si inseriranno in società. Ed è per questo che non possiamo non concederglielo. Il suo ciclo è iniziato da troppo poco tempo per partire con bocciature e stroncature. Anzi. Merita il beneficio del dubbio, anche se nel calcio italiano c'è sempre poco tempo. E figuriamoci alla Juventus. Per questo decida, ma prenda le decisioni migliori al più presto. Perché un progetto si costruisce dalle fondamenta. E a questa Juve me mancano tante, anche se una francese ce l'ha.
