Paroni dà l'addio al calcio giocato: "Sei stato compagno, maestro, rifugio e sfida"

Con un lungo post pubblicato su Instagram, Andrea Paroni ha voluto dare l'addio al calcio giocato: "Caro calcio, è difficile trovare le parole per salutarti, ma oggi è arrivato quel giorno. Sei stato sempre lì, al mio fianco per tutta la vita. Sei stato compagno, maestro, rifugio e sfida. Oggi ripenso a quando tutto era gioco e sogno. Ai km che mio papà ha percorso per portarmi agli allenamenti, alle lavatrici e al fango che mia mamma trovava ogni giorno, al borsone che usciva con me alle 7 del mattino e mi accompagnava a scuola. Il primo grazie va a voi e ai miei fratelli, mi avete permesso di credere nel sogno e raggiungerlo con lavoro, sacrificio e rispetto.
Grazie alla Virtus Entella, che è diventata casa, parte di me. Per 17 stagioni ho indossato con orgoglio questa maglia, tra gioie immense e momenti difficili, sempre con amore. Grazie a Chiavari e alla sua gente. Grazie agli amici di qua e a quelli che, anche da lontano, non sono mai mancati. Grazie per la stima. Alla famiglia Gozzi, alla dirigenza, ai miei compagni di viaggio, ai mister, agli allenatori dei portieri, ai preparatori, magazzinieri, dottori, staff medici, a chi lavora dietro le quinte e ai tifosi che mi hanno sostenuto: GRAZIE.
Mi avete reso migliore, come uomo prima ancora che come portiere. Non ho mai cercato i riflettori, ma ho sempre dato tutto. Ogni allenamento, ogni domenica, ogni silenzio prima del fischio d’inizio. Ho vissuto il calcio con rispetto, passione e dedizione. Oggi chiudo un capitolo, senza rimpianti. Appendo i guanti col cuore pieno. Perché non si smette mai davvero; ti rimane dentro. Un grazie speciale alla mia famiglia, ad Ari, Vittoria e Filippo. Non è facile stare vicino a chi vive di calcio, ma in voi ho trovato amore, sostegno e forza.
Grazie per aver creduto in me quando io stesso faticavo a farlo. Vicky e Pippo, papà vi augura di trovare nello sport, qualunque esso sia, un posto dove rifugiarvi ed esprimervi, come è stato per me. Alla mia maglia numero 1 e a chi verrà dopo: custodite questo ruolo come qualcosa di sacro. Non serve urlare per farsi sentire. A volte basta esserci. Con costanza. Si chiude un capitolo, ma se ne apre un altro. Da domani, una nuova storia. Sempre qui. Sempre Chiavari. Sempre questa maglia. Con gratitudine infinita, Andrea
