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Trento, il dg Piazzi: "Di Carmine al 99% giocherà ancora con noi, accordo raggiunto"

Trento, il dg Piazzi: "Di Carmine al 99% giocherà ancora con noi, accordo raggiunto"TUTTO mercato WEB
ieri alle 11:34Serie C
di Daniel Uccellieri
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TMW Radio / A Tutta C
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Nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, programma in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di TMW Radio e su Il 61, è intervenuto Luca Piazzi, direttore generale del Trento.

Direttore, la nuova stagione è ufficialmente iniziata: tra ritiri, giocatori che tornano a vestire la maglia delle loro squadre o che magari ne hanno cambiata una nel frattempo. Per quanto riguarda il Trento, si parte con una conferma e una novità: quella dell’allenatore e quella del direttore sportivo. Partiamo da qui: come siete arrivati alla scelta di Moreno Zocchi come nuovo DS, vostro riferimento per l’area sportiva?
"Avevamo le idee chiare sul tipo di manager che volevamo per l’area sportiva. Moreno Zocchi ci è sembrato il profilo giusto: ha l’esperienza e, soprattutto, le caratteristiche adatte per ricoprire questo ruolo. Abbiamo una visione precisa su come costruire la squadra: il target d’età, il momento giusto per prendere certi giocatori, la prospettiva di valorizzarli. Naturalmente, poi, serve anche un blocco solido di squadra, che può uscire un po’ da questi parametri, ma la linea generale è tracciata".

Nei giorni scorsi è stata pubblicata una bella lettera del presidente Mauro Giacca, in cui si parlava di un progetto sempre più ambizioso. Come si traduce questa ambizione sul mercato?
"Penso che il presidente intendesse un’ambizione legata alla crescita. Sappiamo che oggi non possiamo competere con realtà come il Vicenza, ma crediamo che, crescendo un passo alla volta, si possano raggiungere traguardi importanti. Da quando sono arrivato, e anche prima, il Trento è migliorato gradualmente: nei risultati, nell’organizzazione, nelle infrastrutture. La nostra ambizione è continuare questo percorso".

Restando al girone: si parla molto del Vicenza come squadra da battere. Ma c’è anche una squadra con il "bollino rosso", la Triestina. Il presidente della Lega Pro Marani ha annunciato nuove regole per arginare le crisi societarie: Salary Cap sperimentale, indice di liquidità attivo, fideiussioni più alte. Lei, che si occupa anche della parte amministrativa, crede che queste misure siano sufficienti o serva altro?
"Onestamente, io sarei per norme ancora più restrittive, che garantiscano copertura totale per ciò che si investe. Purtroppo non si tratta solo della Triestina: ci sono tante società in difficoltà, e così la competizione viene alterata. Il sistema dovrebbe cercare equilibrio: già ora ne manca per tanti motivi. E se alcune squadre non rispettano le regole, penalizzano quelle - come il Trento - che invece fanno le cose con raziocinio. Queste nuove misure aiutano, ma per me non bastano. Il Salary Cap attuale, ad esempio, non è vincolante come in America: se sfori, paghi una multa. Vediamo come andrà quest’anno, che sarà un test".

Il rischio, però, è che i problemi inizino ancora prima del campionato. L’anno scorso il girone C è stato sconvolto dalle esclusioni in corsa di Turris e Taranto.
"Sono d’accordo. Queste cose non dovrebbero accadere. Al momento dell’iscrizione, i club dovrebbero già aver risolto tutte le criticità. Nel caso della Triestina, io avrei preteso garanzie molto più solide prima di accettarne l’iscrizione".

Ci sono margini per rivedere Samuel Di Carmine con la maglia del Trento nella prossima stagione?
"Posso dire che al 99% Di Carmine giocherà ancora con noi. L’accordo è stato raggiunto, manca solo la ratifica formale, ma non prevedo problemi. Ci siamo trovati bene a vicenda, abbiamo definito tutti i dettagli, quindi sì: Di Carmine sarà con noi anche l’anno prossimo".

Con lui al centro dell’attacco, le ambizioni del Trento crescono? Perché è vero che non è più un ragazzino, ma la porta la vede eccome.
"Sì, è un giocatore importante. Ha senso del gol, ma anche una grande leadership, e questo conta tanto in spogliatoio. La nostra ambizione è migliorare il risultato dello scorso anno, alzare la qualità del gioco e ottenere più efficacia in zona gol. Abbiamo cambiato molto - 12 giocatori - e questo non ti dà mai garanzie assolute. Ma sappiamo che dobbiamo ricostruire e farlo bene".

Visto che avete cambiato tanto, mi chiedo: cambierete ancora? Quante operazioni restano da fare, ora che il mercato durerà fino a fine agosto?
"Abbiamo avuto l’uscita imprevista di Casamà, quindi ora cerchiamo due esterni offensivi. In totale, ci servono tre giocatori. Saranno elementi importanti per l’economia della squadra, non solo riempitivi. Non ci aspettiamo di dover fare altro, rispetto agli anni scorsi siamo già a buon punto".

Parliamo delle seconde squadre. Questo progetto era stato presentato come la chiave per rilanciare i giovani italiani dopo la mancata qualificazione ai Mondiali. Siamo a tre squadre (più il Milan in D). Secondo lei questo sistema funziona davvero per valorizzare i talenti?
"Mi piacerebbe fare una riflessione con voi: non risolvi il problema inserendo 3-4 seconde squadre in un campionato nazionale. Io sono favorevole alle seconde squadre, ma penso che ci siano almeno 10-15 club in C che oggi sembrano più da Serie D che da C. In quel caso, una seconda squadra che porta risorse e lavora sui giovani può essere un’opportunità. Ma non basta. Se vogliamo davvero sviluppare il talento italiano, serve un progetto molto più ampio".

Quindi lei sarebbe favorevole anche ad aumentare il numero di seconde squadre?
"Sì, ma con dei criteri chiari. L’accesso potrebbe avvenire tramite ripescaggi, come ora, oppure dalla Serie D, come avviene in Spagna o Germania. La Serie D può essere un campionato formativo: le squadre che meritano, saliranno in C. Le altre daranno stabilità al progetto. E riporterei la Primavera a 19 anni, come prima: questo aiuterebbe davvero tutti i club a completare la crescita dei loro ragazzi".

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