A scuola da Gasp, in volo a Vercelli. Modesto: "Bello e difficile battere la Juve"

Il paragone con i maestri di una vita, da giocatore e da allenatore, ovvero Gian Piero Gasperini e Ivan Juric sono una costante per Francesco Modesto. Sin dai primi vagiti da allenatore al Rende, passando dagli alti e bassi di Cesena, dalle lezioni prese ma soprattutto date, con la sua Pro Vercelli in volo. Quella è la scuola e quelli sono gli applausi a scena aperta che sta raccogliendo il tecnico classe 1982, ora terzo in classifica dietro a Como e Renate, reduce dal successo contro la Juventus Under 23. Modesto lo racconta e si racconta in una lunga intervista rilasciata a Tuttomercatoweb.com.
Partiamo dall'ultimo 2-0, non certo un risultato qualsiasi.
"Già. E' stata una vittoria molto importante, non è facile affrontare la Juventus e soprattutto batterla. Gioca bene, ha tanti talenti in campo, ha doti fisiche: pur essendo giovane ha doti importanti. Sui duelli è stata una bella partita, è stata una delle gare più intense in assoluto; poi siamo stati bravi a sfruttare le occasioni e a fare due gol".
Un risultato rotondo ma dove la Juve ha saputo mettervi anche in difficoltà.
"Inevitabile. Conosciamo la forza della Juventus. Se li attendi, sanno palleggiare, sanno tirar da fuori, ti saltano. Abbiamo fatto una buona fase difensiva ma andando sempre uno contro uno. Però da tutte e due le parti è stata intensa e combattuta".
E vinta dalla Pro Vercelli anche grazie alla sua fase difensiva, al suo pressing costante, senza paura ma anche per merito delle transizioni offensive.
"Cerchiamo di creare superiorità o da una fascia o dall'altra. Tante volte in campo i ragazzi si scambiano di ruolo, mi piace la libertà del giocatore che può andare ed esprimere le sue qualità: ci sono momenti della gara dove lo fai di più, poi i ragazzi sono bravi a leggere momenti e avversari. Ci lavoriamo, ma è anche vero che ho una squadra che da subito ha recepito gli insegnamenti. Hanno voglia di lavorare, ho giocatori che hanno disponibilità al sacrificio".
Ha avuto maestri che hanno chiesto da sempre due cose: sacrificio e abnegazione. Quanto è duro farlo capire al giocatore?
"Il giocatore è pigro e va spinto, la differenza però la fanno loro. Il ragazzo va sostenuto, tutto diventa semplice poi quando i risultati ti aiutano: se li fai, ci crede ancora di più. Per mentalità, magari, pensi di aver fatto bene in altri metodi e non sposi il pensiero dell'allenatore. Può succedere e devi cambiare qualcosa ma qui no: già dai primi giorni, parlando con Masi e Comi, ho avvertito subito la voglia del gruppo di fare le cose fatte bene".
Grazie anche a un mercato ad hoc, fattore ancor più difficile in C, soprattutto in questa ultima estate.
"Il direttore mi ha messo a disposizione i giocatori giusti. Il segreto è stato questo: avere un mix tra giocatori d'esperienza e giovani con entusiasmo e intraprendenza. Sono recipienti da colmare di insegnamenti e lì ci lavori.
Ho la fortuna di lavorare con ragazzi che mi danno tanto, dal primo giorno a oggi. Hanno margini di miglioramento e lo vedo giornalmente. E i risultati aiutano , i ragazzi sono anche più liberi di lavorare".
Zerbin, che ha avuto anche a Cesena, sembra il prototipo perfetto di questa filosofia: talento e sacrificio.
"Davanti ho ragazzi che, per caratteristiche, sono diversi. Le sfruttano e ci riescono: Zerbin dà all'occhio, ha strappo importante, ha tecnica, è bravo e sta migliorando tantissimo a livello fisico. Anche Della Morte (oggi ha rinnovato, ndr), che nella prima parte ha giocato poco: ha fatto quattro gol e due assist nelle ultime, parlo di loro come di tanti altri".
Dietro avete un reparto che è un mix di gioventù ed esperienza.
"Saro ha vent'anni e sta facendo un campionato strepitoso tra i pali. Hristov sta crescendo tanto, l'aiuto di Masi è importantissimo per lui. Auriletto sta facendo bene ma potrei citarne tanti altri".
Ripartiamo da lei. Da dove abbiamo iniziato. Da Gasperini e da Juric.
"Non sono solo stato un loro giocatore ma li guardo spesso e volentieri per imparare ancora. Il rapporto di amicizia con Ivan va al di là del pallone, poi. Mi piace questo modo di vedere il calcio, essere aggressivi, tosti, mi piace vedere i giocatori con voglia di non abbattersi mai, di vincere tutti i contrasti. Di stare uno contro uno: è bello vedere il giocatore che vince i contrasti".
Un altro modello è Italiano: disse di lei, ai tempi del Trapani, che 'il Rende di Modesto gioca il miglior calcio della categoria'.
"Ha vinto tutte e due le volte, all'epoca. Anche lui è un modello, sta dimostrando il suo valore. Poi non guardo solo loro, ovviamente, anche altri all'estero e in Italia".
Quando parleremo del calcio di Mister Modesto?
"Come i miei giocatori, cerco di migliorarmi il più possibile. Quando lavori tanto e bene, i risultati possono darti ragione e vai avanti. Ma quando mancano sono guai. Alla fine ti valutano soprattutto per i risultati, io penso a lavorare, voglio far bene a Vercelli e guidar bene questa squadra che mi sta dando soddisfazioni. Peccato non avere i tifosi allo stadio, sarebbe bello averli al nostro fianco".
Vorrebbe ritrovarli in B?
"Pensiamo un passo alla volta". Una risposta alla Gasperini, alla Juric.
