11 settembre 1983, Zico esordisce in Serie A con la specialità della casa: punizione al sette

Quaterna di Zico. Titolavano così i giornali dopo Udinese-Longobarda, quando Lino Banfi si nascose per rubare un pallone e fare un sortilegio al campionissimo brasiliano. Diciamo che il rito non andò benissimo. Come non andò benissimo al Genoa, l'11 settembre 1983, quando al Ferraris l'avversario era proprio Zico. L'astro brasiliano esordiva in Serie A con la maglia dell'Udinese. Bianconera, ma griffata Agfacolor, un paradosso. Partita con inizio fissato alle 16, in un campionato che spesso abituava agli 0-0 anche per la durezza (e la ruvidità) degli scontri permessi ai difensori, con falli quasi mai fischiati.

Genoa-Udinese finisce 0-5. Cinquina sulla ruota di Genova per Zico che, però, esce dal Ferraris come un trionfatore. L'Udinese di Zico, Causio, Mauro, Edinho e Virdis poteva ambire a posizioni molto importanti quell'anno. "Scudetto? Non lo so, ci sono tante squadre buone in Italia. Il campionato è molto difficile", le parole all'inviato Rai Giorgio Bubba, appena prima della partita. Apre le danze Mauro, poi sale in cattedra Zico con una straordinaria finta che manda al bar l'avversario. Doppietta di Virdis, poi, ma anche di assist per lo stesso Zico che, all'ultimo minuto, ha una punizione dal limite. Lo stadio lo invoca, lui non si fa pregare, infilando la palla al sette, con Martina completamente fermo.

Il Genoa retrocederà quell'anno, mentre l'Udinese arriverà nona. Partita per vincere, non riuscì a mantenere le aspettative alte, sebbene Zico alla fine insaccherà diciannove volte il pallone in rete. Il Ferraris però tributerà un'ovazione al Galinho di Rio De Janeiro, appena sbarcato in Italia e già diventato idolo dei tifosi, anche avversari.