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Il 18 agosto 2022 ci lasciava un gigante del giornalismo sportivo, Emanuele Giacoia

Il 18 agosto 2022 ci lasciava un gigante del giornalismo sportivo, Emanuele Giacoia
Oggi alle 17:41Accadde Oggi...
di Redazione TMW
Emanuele Giacoia (Grassano, 4 marzo 1929 – Cosenza, 18 agosto 2022) è stato un giornalista, telecronista sportivo e conduttore televisivo italiano.

Nobilitava la domenica pomeriggio raccontandoci le azioni e i gol senza sbagliare, rigorosamente in diretta, un calciatore, un vocabolo o il tempo di un verbo.
Era un giornalismo non urlato, senza gli eccessi di cui oggi c'è assoluto bisogno .
Dal suo angolino ben ventilato dello stadio di Catanzaro lui era una delle facce più rassicuranti che chiosavano in pochi secondi sullo sfondo della partita . Dopo le immagini, le prime, quelle impossibili da perdere .
C'erano quelli che andavano a mitraglia, bravi, anzi bravissimi e poi gli andava tutto liscio. C'erano quelli che con la cuffiona in testa, in mezzo alla gente, ti facevano un editoriale da prima pagina parlando a braccio .

C'erano quelli che si perdevano il filo sul più bello o quelli che restavano senza filmato, ma era tutto live, al massimo preparato in pochi secondi . Lui rimaneva lì, sereno, aspettava il suo turno e non perdeva mai il controllo. Se Novantesimo Minuto fosse stata una band, lui con la sua voce baritonale da Barry White, ne sarebbe stato il degno completamento .
Poi restituiva la linea a Paolo Valenti.
Era a pranzo insieme a Luigi Necco quel giorno in cui un commando sparò, mandando il suo collega in ospedale. Solo per aver fatto il proprio dovere.
Come sempre.
Il 18 agosto 2022 se ne andava Emanuele Giacoia .

E Vi restituiamo la linea .

IL RICORDO DELLA TESTATA RAI CALABRIA:
Tutto quello che è successo, l'ha raccontato lui.
In Calabria per decenni è stato la voce.
Dei fatti di cronaca più importanti e di chi una voce non l'aveva.
E ovviamente la voce del calcio, la voce della RAI delle partite ascoltate, viste solo attraverso gli occhi dei radiocronisti.
Ci voleva autorevolezza per far vedere a milioni di italiani un goal, un'azione, un fallo.
Ci voleva credibilità. E lui l'aveva.
Emanuele Giacoia se n'è andato dieci mesi fa, la sua regione d'adozione ha voluto celebrarlo.
Con la grande famiglia che aveva desiderato e curato fino all'ultimo respiro, con gli amici e i colleghi di una vita.

Ricambiato il suo amore per la terra cui non apparteneva per nascita.
Ma che più di tanti altri comprese in modo totale.
Come sapeva capire le persone.
Giacoia non fu solo narratore di grandi campioni, ma anche di grandi emergenti.
Vedeva i talenti e li sapeva valorizzare. Glielo permetteva la sua generosità.

La Calabria l'aveva scelta come casa, ma era l'Italia il suo palcoscenico, quando con "tutto il calcio minuto per minuto" raccontava il sogno del pallone a milioni di appassionati.

Se n'è andato a 93 anni e ancora il suo telefono squillava così spesso: gli amici per un saluto, i colleghi per un consiglio.

Invece non c'è più quella voce e quel volto intenso da attore, quella mente sempre lucida che ha formato generazioni di giornalisti.
Resta l'esempio, di un professionista come pochi, di un uomo unico.

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