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Andrea Bianchi (match analyst): “Al Torino di Baroni servono giocatori con precise qualità”

Andrea Bianchi (match analyst): “Al Torino di Baroni servono giocatori con precise qualità”TUTTO mercato WEB
Marco Baroni
ieri alle 07:20Altre Notizie
di Elena Rossin
fonte Torino, Marco Baroni, Vanja Milinkovic-Savic, Tino Anjorin, Duvan Zapata, Andrea Bianchi, Ché Adams, Nikola Vlasic

Andrea Bianchi è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Bianchi è un collaboratore tecnico, match analyst e allenatore Uefa A,abilitazione che permette di fare l’allenatore in seconda in Serie A, Serie B e il primo in Serie C e Primavera 1. Ha appena concluso di lavorare al Pari Nizhny Novgorod, Premier Liga Russa e in precedenza è stato allo Spartak Mosca insieme a Paolo Vanoli e poi all’Hellas Verona nella stagione 2022-’23 e nella successiva è ritornato in Russia all’Ural Ekaterinburg. Parla, oltre ovviamente all’italiano, anche russo, inglese, francese, spagnolo e portoghese. Con lui abbiamo analizzato come potrà giocare il Torino di Marco Baroni.
Quali differenze ci saranno tra il 4-2-3-1 di Vanoli e quello di Baroni?
“Intanto c'è da dire che sono due allenatori che in costruzione usano tanto i due centrocampisti e i due difensori centrali, però ci sono delle differenze. Per esempio, nella Lazio, squadra con più qualità rispetto al Torino, Baroni quando la palla l’aveva il portiere usava i centrocampisti per creare spazio. Cosa vuol dire? Palla al portiere con i centrocampisti, Rovella e Guendouzi, che si alzavano o andavano lateralmente per aprire spazio e così il portiere giocava o sull'ala che veniva incontro o sull'attaccante centrale. Per cui lavorava molto sulla seconda palla. La differenza è che il Torino avendo Milinkovic-Savic - portiere che ha il tiro in profondità più lungo in Serie A: più di 65 metri, ma anche 70 – per Vanoli, c’era la possibilità di cambiare la situazione servendo direttamente l’attaccante centrale. Evidentemente le caratteristiche dei singoli giocatori sono diverse e Vanoli il 4-2-3-1 l’ha adottato dal secondo tempo della 18ª giornata con l’Udinese, ma quando alla 6ª aveva affrontato la Lazio di Baroni utilizzava il 3-5-2 e fu totalmente un'altra partita rispetto al ritorno quando entrambi utilizzavano il 4-2-3-1.
Baroni è uno molto bravo nel blocco medio, si vede che allena la linea d’attesa mentre l’avversario sviluppa il gioco nella pressione alta al fine di pressare alto, però non è la stessa pressione alta di Vanoli che fa una pressione molto più agguerrita. Tutti e due vanno a riferimento, uomo contro uomo, quindi il 4-2-3-1 si adatta un po' all'avversario, però Baroni si prepara di più alle situazioni di palla esterna inducendo gli avversari ad andare esterni per poi tamponarli con i terzini da entrambe le parti. Questo lo aveva già fatto vedere contro il Torino nella gara d'andata, che prestava con il 4-2-4 con Isaksen e Zaccagni alti e costringeva il Torino ad andare largo: arrivavano i terzini in tempo sui quinti e quindi toglievano le giocate dentro. La differenza è che Vanoli ha un gioco più diretto e verticale, mentre Baroni utilizza un gioco molto più manovrato, più propositivo con i due centrocampisti, i due difensori centrali che giocano tanto la palla creando gli spazi anche con i movimenti senza la palla con le ali che entrano dentro. Vanoli verticalizza molto in fase offensiva, in fase difensiva nella linea di attesa sfrutta il retro passaggio per far risalire velocemente tutta la squadra per accorciare sui riferimenti e ha quindi un atteggiamento diverso. Infatti se c'è un retropassaggio la squadra di Baroni magari resta lì e aspetta ancora, invece quella di Vanoli fa una risalita molto veloce e accorcia brevemente sui riferimenti. Questa è una differenza che hanno in fase di non possesso.
Per quanto riguarda lo studio dell'avversario, sono due mister molto meticolosi. Baroni si vede che prepara le partite curando bene le palle inattive, calcola le punizioni e si vede proprio che c'è un lavoro dietro e prepara anche le rimesse dal fondo col portiere facendole con cambiamenti.
Sicuramente la qualità degli interpreti tra Torino e Lazio è diversa e poi va detto che Vanoli si era ritrovato a lavorare con una squadra che era più nuova che vecchia, quindi l'adattamento fu maggiore, invece Baroni aveva ereditato una squadra che venendo dal ciclo di Sarri, a parte due o tre innesti, era consolidata e abituata a giocare in un certo modo da anni con il palleggio che infatti lui ha utilizzato molto. Difficilmente Baroni alla Lazio ha cambiato l'undici titolare e lo faceva soprattutto perché la squadra giocava anche in Europa League, se non avesse avuto l'Europa League non avrebbe cambiato, se non per cause di forza maggiore, quasi mai i giocatori. Infatti Gila e Romagnoli hanno giocato tutto l'anno così come Rovella, Guendouzi, quindi l'ossatura della squadra, è che sono questi quattro calciatori, descrive Baroni, che è un mister molto propositivo e che ha cambiato tanto negli anni essendo un “allenatore camaleonte” poiché si sa adattare a tutto. Quando ero all’Hellas Verona e ci abbiamo giocato contro la sua squadra, il Lecce, era quella che in Serie A per statistica aveva l'altezza media più bassa di tutte, ma giocava molto bene sulle seconde palle, e lui li faceva giocare con il 4-3-3. Quando allenava il Verona aveva capito che mettersi a 3 non era il percorso che voleva fare e quindi è passato a 4, quindi è un mister che è molto bravo ad adattarsi alla rosa che ha. E’ un mister che nonostante l'età (ha 61 anni, è dell’11 settembre del 1963, ndr), per modo di dire, cresce di anno in anno e ,secondo me, il Torino ha preso un buon allenatore”.
Tornando a Milinkovic-Savic, come Ricci, è dato in partenza per cui dipenderà da chi prenderà il suo posto per capire quanto Baroni potrà sfruttare l’impostazione da dietro e il tiro del portiere in profondità?
“Sì, come ho detto Milinkovic-Savic è il portiere che ha il tiro in profondità più lungo della Serie A insieme a Carnesecchi, ma calciano in modo diverso: Vanja ha un tiro un po' più secco, mentre quello di Marco è un po' più lento. Milinkovic dava a Vanoli la possibilità di far arrivare la palla direttamente a Zapata. In Italia le squadre pressano molto alto e far arrivare la palla all’attaccante permette di far respirare la squadra, l’opzione Milinkovic-Zapata è fondamentale, però ho visto tante partite di Baroni, come quelle di Vanoli, e l’ex allenatore della Lazio ha bisogno di un portiere che giochi e Milinkovic-Savic gioca anche corto, però è uno che comunque la palla nello spazio te la mette quindi se hai un attaccante come Zapata che è bravo a difenderla e con la qualità di Vlasic si possono risolve le situazioni”.
Ricci è in procinto di lasciare il Torino, quindi il centrocampo cambierà: rimarranno Casadei, Gineitis e Ilic e forse Tameze e poi dovrebbe aggiungersi Anjorin. Però con un centrocampo a due chi verrà sacrificato o chi potrebbe essere spostato in un'altra posizione?
“Casadei e Ilic possono essere un duo interessante. Ilic, secondo me, è più uno che costruisce, anche se con Vanoli ha fatto anche la mezzala e attaccava la profondità. Ilic è un ragazzo che ha qualità, ha un piede molto educato e ci starebbe bene con Casadei, sono un mancino e un destro per cui in fase di costruzione, secondo me, formano una coppia bene assortita. Il problema di Ilic sono gli infortuni muscolari che lo rendono discontinuo, infatti gioca due partite, poi magari sta fermo per tre e poi ritorna. Questa discontinuità l'ha avuta anche al Verona, e poi al Torino e l'anno scorso non ha giocato tantissimo anche per vicende di mercato. Baroni, che negli anni si è visto che ha bisogno di una struttura forte e continua, sicuramente lo prenderà in considerazione, Ilic è un giocatore internazionale che gioca nella Nazionale serba quando sta bene, però, seppur gli infortuni facciano parte del gioco, ha bisogno di calciatori che giochino con continuità. Ilic ha qualità indiscusse, ma Baroni opterà anche per varianti”.
Le varianti allora potrebbero essere Gineitis, che oltretutto arriva dal vivaio e sta crescendo per cui non va svalutato, e Anjorin?
“Gineitis ha fatto una bella stagione ed è cresciuto, e infatti Vanoli l'ha fatto giocare e lui ha fatto anche gol importanti, non ce lo scordiamo, nelle gare con Fiorentina, Milan e Lazio. E’ un ragazzo che ha tanto coraggio, uno che si butta dentro, che si sacrifica e che al Torino dà tutto. Sicuramente potrebbe essere l'alternativa. Lui e Casadei sono gli ideali. Poi Angiorin è nuovo e ha bisogno di continuità. In Serie A ha meno esperienza di Gineitis e Ricci. Per caratteristiche, Gineitis è un po' il Guendouzi e Casadei si può in un certo senso paragonare a Rovella, e due centrocampisti come Guendouzi e Rovella sono giocatori di cui ha bisogno Baroni anche al Torino. Avere uno molto a livello tecnico di alta qualità com’è Ricci fa sempre comodo, ma andando via la coppia di centrocampisti al momento è Casadei e Gineitis.
A Baroni servono centrocampisti che diano, si buttino e aprano gli spazi essendo un allenatore che ha idee propositive e quindi porterà al Torino una mentalità e continuerà tra virgolette il lavoro che ha fatto Vanoli aggiungendo le sue idee”.
Altri ruoli importanti per Baroni sono i terzini e c’è chi ipotizza per Lazaro il ruolo sulla linea dei difensori di terzino destro di spinta e non più da esterno sulla trequarti. Ci può stare?
“Se guardiamo i due gol fatti da Lazio e Torino nella trentesima giornata, gara finita 1 a 1, è evidente che sono state due reti identiche, nel senso che in fase di sviluppo i due terzini son venuti dentro al campo senza la palla, praticamente sono sovrapposizioni interne, e l’ala è rimasta in ampiezza.

Cosa succede? Quando fai questo movimento, cosa che fa anche il Napoli di Conte e che per primo aveva fatto Spalletti tre-quattro stagioni fa quasi, si apre lo spazio in ampiezza e le ali hanno questa grande possibilità di andare all’uno contro uno. Tornando ai due gol identici, Hysaj venne dentro e poi hanno cambiato gioco per far segnare Marusic. E il Torino fece uguale con Gineitis: Biraghi, sviluppò a sinistra e la Lazio a destra, venne dentro e Karamoh ricevette in ampiezza per poi giocare in profondità. Questo dei terzini dentro è una cosa che comunque i due allenatori fanno e quindi, secondo me, Baroni ritrova un lavoro già fatto da Vanoli e lo porterà avanti, magari aggiungendoci qualcosa di suo. I terzini per Baroni sono molto importanti e li utilizzerà molto per farli venire dentro. Ripeto, il gioco suo sono quei quattro, i due centrali di difesa e i due centrocampisti, che gli danno le varianti per giocare largo e per giocare avanti. Baroni le idee le sviluppa”.
Nel campionato scorso in attacco dopo l’infortunio di Zapata a fare la punta c’era andato Adams, adesso, magari non nelle primissime giornate se Duvan non sarà ancora pienamente utilizzabile con continuità, ci sarà il problema di non svalutare Adams se anche Baroni giocherà con un’unica punta. Che soluzioni si potrebbero adottare? Magari Adams sulla linea dei trequartisti?
“Sì, come c'è anche l'opzione da trequartista per Anjorin perché in Inghilterra era più un trequartista che giocava sotto la punta e quindi dà più una variante di trequarti che di centrocampista basso. Magari in emergenza può giocare in mediana però è più un alto che un basso.
Per quanto riguarda Zapata e Adams possono fare l'uno-uno con Adams sotto e Zapata sopra. È chiaro che così manca un po' l'attacco alla profondità, cosa che era mancata all’inizio anche nella scorsa stagione quando giocavano insieme Zapata e Sanabria. Per questo Vanoli per aggredire lo spazio lavorava molto sugli attacchi delle mezzali, Ilic, Gineitis e anche Ricci quando ha fatto la mezzala. Avendo punte anche come Sanabria che ti vengono molto incontro, l'unico che praticamente attaccava la profondità era Karamoh, che aveva iniziato a giocare a fine novembre-dicembre. Però sappiamo tutti che Karamoh non era un titolare e che in questa stagione non ci sarà più. Vanoli aveva bisogno di gente che allungasse un po' la linea difensiva avversaria per questo iniziò a utilizzare Karamoh. E poi non scordiamo i viaggi che faceva Sanabria per andare in Nazionale tornando dal Paraguay per ultimo e quindi tante volte quando rientrava partiva dalla panchina proprio perché faceva tante ore di volo. Baroni ha bisogno di ali che siano brave nell’uno contro uno e che gli diano la possibilità di rientrare dentro e anche calciare, Isaksen l’anno scorso gli ha risolto a tante situazioni. Il Torino è una squadra che, secondo me, anche con Vlasic li può dare tanto”.
Ecco appunto Vlasic, uno che sicuramente è titolare nella trequarti e anche qui, sebbene non ci saranno più Elmas e Karamoh e forse anche Lazaro arretrato sulla linea difensiva, chi giocherà oltre magri ad Anjorin e Adams? Forse il giovane Njie?
“Intanto bisogna vedere come sta Zapata perché non gioca dai primi di ottobre da dopo la gara con l’Inter. Ha fatto un percorso di riabilitazione importante e i medici l'hanno ristabilito per cui dovrebbe iniziare la preparazione. Sicuramente è un giocatore fondamentale per il Torino. Però nulla vieta che siano Vlasic e Adams a inizio campionato a giocare insieme. Vlasic ha tanta qualità, è un giocatore che sta bene ovunque. E’ vero che l'anno scorso ha fatto la mezzala nel 3-5-2 e nel 4-3-3 e anche qualche volta nel 4-2-3-1, però, secondo me, è un trequarti che deve essere libero e non obbligato in un posizione e a compiti specifici, lui ha bisogno di libertà. Vlasic e Adams sono una bella coppia, m Vlasic e Zapata danno tanto. Di certo Vlasic è un titolare e Anjorin potrebbe essere il cambio giusto per lui o per gli altri due, però più per Vlasic perché è più offensivo che difensivo. Baroni nella Lazio aveva rispolvero Pedro, che con lui non ha più fatto l'ala bensì il trequarti, ha un’età importante (ha 37 anni ne compirà 38 a fine mese il 28, ndr) anche se gioca come un ragazzino. Njie era infortunato nella seconda parte dello scorso girone di ritorno ed è giovane per cui sarà da vedere se è meglio tenerlo o mandarlo a giocare con continuità altrove. Vlasic e Adams saranno due giocatori importanti per Baroni”.
Resta il fatto che il Torino ha bisogno di prendere giocatori di qualità e funzionali al gioco di Baroni.
“Sì, è chiaro che il mercato per il Torino srà importante perché, soprattutto nell'ultimo anno in estate era stato forse più in uscita che in entrata. Chi arriverà nei prossimi due mesi sicuramente sarà fondamentale, però è anche vero che giocatori come Maripán, Adams e Coco saranno al secondo anno in Serie A e potranno contare sull’esperienza accumulata”.
Però Coco potrebbe essere ceduto per l’importante cifra di 16 milioni e se accadrà al suo posto arriverà lo svincolato dall’Empoli Ismajli.
“Incassare dalla cessione di un giocatore può essere importante, ma v comunque tenuto conto che un giocatore al secondo anno in Serie A è importante per avere l'ossatura della squadra. Dovrebbe rientrare anche Schuurs a distanza di quasi due anni dall’infortunio e avercelo, pur non sapendo ancora esattamente quando mi è parso di capire, è un altro tassello importante per Baroni. Comunque al Torino servirebbe un difensore centrale di piede mancino perché l’anno scorso a fare il centrale era stato sacrificato tante volte Masina, un mancino, e tutti gli altri difensori erano di piede destro. Baroni nella Lazio aveva Romagnoli ecco perché dico che al Torino serve un centrale di per il lavoro in fase di costruzione che si diceva prima. E anche al Lecce Baroni aveva Umtiti, mancino, nazionale francese e preso dal Barcellona dove non giocava da tanti anni e poi andò al Lille. Per cui se si conosce il modo di giocare di Baroni un difensore centrale mancino che sappia giocare la palla va preso. Magari serve anche un centrocampista, però un centrale di sinistra serve, forse nche più di un centrocampista. Va anche tenuto conto che l’Under 17 e la 18 del Torino hanno vinto lo scudetto quindi qualche giovane interessante potrebbe esordire in Serie A come è avvenuto l’anno scorso e come successe qualche anno fa con Buongiorno”.
E’ da vedere però se fra questi giovanissimi c’è già qualcuno pronto a esordire in Serie A.
“Certo, ma Yamal, che è uno dei più forti giocatori al mondo, a 16 anni ha esordito in prima squadra e ha giocato anche agli Europei quindi non bisogna avere paura di buttare nella mischia i nostri giovani italiani che poi ci servono anche per la Nazionale. Il Torino ha fatto molto bene a livello del settore giovanile e vanno fatti i complimenti a Ludergnani e agli allenatori. A suo tempo anche Buongiorno era stato valorizzato e poi ci sono stati allenatori come Juric che hanno puntato con convinzione su di lui. Purtroppo siamo in un mondo dove gli allenatori se perdono 2-3 partite sono sul filo dell’esonero, però chi credere sul valore dei giovani è ripagato nel tempo”.
Parlando di lei, che prospettive ha per il futuro?
“Ho terminato l’esperienza in Russia al Pari Nizhny Novgorod, Premier Liga Russa, e ci siamo salvati e adesso vorrei tornare in Italia e mettere a frutto gli anni d’esperienza che ho fatto all’estero e anche in Italia con il Verona. Ho la fortuna di aver avuto tantissimi contatti e quindi fra match analyst ci siamo scambiati le partite per cui ho un archivio dati corposo che può essere messo a disposizione degli allenatori. Capitasse non mi dispiacerebbe neppure un’esperienza da allenatore visto che ho il patentino Uefa A, abilitazione che mi permette di fare l’allenatore in seconda in Serie A e B e il primo in Serie C e Primavera 1”.

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