Bucchioni su Il Tirreno: "Italia, le tante storie di un gruppo davvero unico"

Enzo Bucchioni, nel commento sull'Italia per Il Tirreno, racconta il suo punto di vista in attesa dei quarti di finale che vedranno gli azzurri impegnati contro il Belgio di Lukaku: "'I gol li faccio io', prometteva il piccolo Federico Chiesa in braccio al babbo Enrico... I due Chiesa, padre e figlio, sono l'esplosione contagiosa del gol. Quasi un titolo per Kundera. Mancini e Vialli che si abbracciano sul prato di Wembley è come se abbracciassero la vita e riannodassero un filo spezzato su quello stesso campo ventinove anni fa... Chi siamo? Dove andiamo? Sono più di semplici domande esistenziali. Quelli che pensavano di avere già vinto l’Europeo dopo il girone dominato, erano gli stessi che ieri si chiedevano: “Ma dove vuoi andare se abbiamo faticato con l’Austria?”. Il calcio è anche questo e per quanto mi riguarda non so come finirà. Continuo a vedere una Nazionale che non è perfetta, che ha davanti avversari più forti...
che però ha personalità, gioco e giocatori con qualità e caratteristiche davvero uniche. Una squadra che non perde da trentuno partite. Abbiamo schivato la delusione, è vero, ma in un torneo europeo il terreno è sempre pieno di mine e l’Austria era una di queste. Nessuno mette tappeti rossi ai nostri piedi. Magari ora ci sarà da riflettere sull’unicità di un Locatelli, che forse è meglio non togliere più. Su Berardi, non abituato a certe partite da dentro o fuori, sull’importanza di Chiellini, leader che speriamo di recuperare. “Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” era lo slogan preferito proprio da Gianluca Vialli. Ecco, ora il gioco si fa durissimo: ripartiamo da qui".
