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Il padre del ragazzo picchiato: "Ho temuto che lo uccidesse"

Il padre del ragazzo picchiato: "Ho temuto che lo uccidesse"TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
ieri alle 21:48Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte SKY SPORT

Un ragazzino di 13 anni, portiere in una squadra di giovanissimi, è finito in ospedale dopo essere stato colpito dal padre di uno dei suoi avversari. E’ accaduto a Collegno, nel Torinese, al termine di una partita del torneo Under 14 ‘Super Oscar’, una sorta di coppa dei campioni del calcio giovanile torinese.

''Mio figlio ha paura, non parla volentieri di questa storia, non vuole ricordare. Non so se tornerà a giocare - sono le parole del padre del 13enne picchiato pubblicate da Salvo Sottile su 'Lettere dal Farwest' -.
Era iniziata come una zuffa da ragazzini, uno spintone, qualche parola di troppo, un pugno volato e mio figlio che ha risposto. Cose che succedono a quell’età, lo sport è anche questo: si litiga, ci si scalda, poi si torna a casa e si pensa già alla prossima partita. Avrebbe dovuto finire lì. Invece no. Dagli spalti ho visto un cinghiale alto due metri scavalcare la recinzione. Si è fiondato su mio figlio, ha iniziato a prenderlo a pugni. Io, che sono mingherlino, mi sono messo a correre. Non ho pensato a nulla, mi sono buttato su quell’uomo. Non riuscivo a fermarlo. Ci sono volute cinque o sei persone per bloccarlo. In quei secondi ho avuto paura che lo ammazzasse".

Ministro Pubblica amministrazione: "Sconcertante e intollerabile"
"È sconcertante quanto accaduto, un episodio di violenza intollerabile, ancor più perché consumato in un contesto che dovrebbe essere di crescita, passione e condivisione. Lo dico anche da padre di tre giovani che praticano sport: non possiamo accettare simili comportamenti. Lo sport deve restare un luogo di educazione, rispetto e socialità, mai di violenza ed è dovere di tutti, istituzioni comprese, vigilare affinché sia sempre uno spazio di crescita e valori positivi". E' quanto ha scritto in una nota il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

Csf Carmagnola si costituisce parte civile?
La dirigenza del Csf Carmagnola si è subito attivata per "adottare provvedimenti nei confronti del genitore responsabile del gesto". Accanto alle "scuse alla giovane vittima dell'aggressione e alla sua famiglia, all'intera comunità sportiva coinvolta, agli spettatori, ai ragazzi e alle famiglie che hanno assistito con sgomento all'accaduto", si riserva di "costituirsi parte civile nelle competenti sedi giudiziarie a tutela dei valori che rappresenta e dell'intera comunità sportiva" rigettando però “una narrazione che vede sovrapporre l'immagine della società a quella di un individuo che, in piena autonomia e fuori da qualsiasi possibilità di controllo, ha agito come si è osservato". "Allontaneremo padre e figlio - ha assicurato a Repubblica il presidente del Carmagnola Alessio Russo -. Non conoscevamo quel signore, suo figlio è appena arrivato dal Chisola ed era alla seconda partita con noi. Purtroppo ci siamo ritrovati un deficiente in casa, si merita un Daspo a vita".

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