Rui Borges, dai dilettanti al titolo in Portogallo in cinque anni: la favola del tecnico dello Sporting

In appena cinque anni, Rui Borges è passato dal guidare una squadra dilettantistica alla conquista del titolo nazionale con lo Sporting CP, senza mai perdere la sua umiltà e il suo stile diretto. Il tecnico portoghese ha compiuto una scalata che ha il sapore della favola moderna, costruita su competenza, lavoro quotidiano e grande attenzione al lato umano del calcio.
Dai campi minori alla prima panchina - Ex centrocampista di fascia destra, Borges ha sempre militato nelle serie inferiori portoghesi. La sua carriera da calciatore si è sviluppata e conclusa al Mirandela, dove ha subito iniziato la sua avventura da allenatore nella stagione 2017/18, centrando un sorprendente 4° posto nel Campeonato de Portugal, ben oltre l'obiettivo salvezza.
La scalata: da Mirandela alla Primeira Liga - Nel 2018, a metà stagione, il salto doppio: passa al Académico Viseu, in seconda divisione, portando la squadra dal penultimo all’11° posto. L’anno seguente la squadra chiude all’8° posto e raggiunge una storica semifinale di Coppa del Portogallo contro il Porto. Brevi ma incisive le esperienze successive: al CD Mafra, dove ottiene il miglior piazzamento della storia del club, e al Moreirense, dove nella stagione 2022/23 firma un altro record: miglior punteggio e miglior piazzamento del club in massima serie, nonostante la cessione del bomber André Luís a stagione in corso.
L’exploit al Vitória SC e il salto allo Sporting - Nel 2023 approda al Vitória Guimarães, dove scrive un’altra pagina storica: sei vittorie su sei nei preliminari di Conference League (17 gol fatti, 0 subiti), imbattibilità nel girone (2° posto dietro al Chelsea), e in campionato una partenza super, nonostante le partenze di Jota Silva e Mangas. A dicembre lo Sporting CP lo mette sotto contratto pagando una clausola per 4 milioni di euro, cifra record.
Lo Sporting campione: una squadra umile, compatta e imbattuta - Appena arrivato a Lisbona, Borges eredita una squadra con 10 infortunati e sotto di tre punti dal Benfica. Nonostante tutto, in 18 partite di campionato, non perde mai. Valorizza i giovani del vivaio (José Silva, Kauã, Brito) e rilancia giocatori chiave come Gyökeres, autore della miglior stagione della sua carriera. Il suo Sporting è compatto, pragmatico, generoso: chiude il campionato imbattuto, con il secondo miglior attacco del secolo e una media punti superiore a quella di Rúben Amorim nei suoi primi sei mesi da tecnico dei Leões.
Leadership autentica e valori forti - Ma il vero segreto di Rui Borges è il rapporto umano con i giocatori: dialoga, spiega, ascolta. Non tollera la mancanza di rispetto alle regole - emblematico il caso Edwards, escluso dopo aver violato il regolamento interno — e promuove un gruppo dove tutti si sentano parte del progetto. Ha scelto di disattivare i social il giorno della firma con lo Sporting. Si definisce uomo di famiglia, ama la tranquillità e torna spesso nella sua Mirandela, dove tutto è cominciato.
