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Considerazioni, numeri e mercato. Da 10 anni e il 2022: ora si spiegano molte cose

Considerazioni, numeri e mercato. Da 10 anni e il 2022: ora si spiegano molte coseTUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 22 settembre 2022, 08:10Editoriale
di Luca Marchetti

I numeri nel calcio non spiegano tutto, ci mancherebbe. Ma aiutano a capire. A contestualizzare anche alcuni periodi. E interpretare anche tendenze e stati d’animo. Non parliamo di numeri legati al gioco del calcio (anche essi importanti, ma che riguardano proprio lo sviluppo del progetto) ma quelli legati agli investimenti che sono il punto di partenza e il motore. Per capire (o sfatare) alcuni luoghi comuni.
I dati da cui partiamo sono stati resi noti dal CIES, centro studi Uefa, qualche giorno fa. Per analizzare gli ultimi dieci anni di mercato (quindi un tempo piuttosto lungo) e l’ultimo anno solare.

Prima considerazione: possiamo dire che è praticamente finita la crisi economica generata dal Covid19. Almeno per quanto riguarda gli investimenti. Nel 2022 sisono spesi (nel Big5) 6miliardi e 200milioni di euro. Sicuramente più che nel 2018 (5,82), molto vicini al 2019 (6,69, record di spesa).
Però - perché c’è sempre un però - la parte del Leone la fa la Permier League. Che di questi 6,2 miliardi ne ha spesi la metà. Praticamente il 48,5% degli acquisti viene fatto dai club inglesi (3,01). A distanza siderale arrivano gli altri campionati: la Serie A (1,03 miliardi di euro, 16,6%); la Ligue1 (0,77; 12,4%); la Liga (0,72; 11,6%) e la Bundes (0,67; 10,8%).

Seconda considerazione: la capacità di ripresa della Premier è stata straordinaria. Prima della pandemia la sua quota di spesa nel mercato oscillava fra il 40 e il 28. Addirittura nel 2019, l’ultimo anno senza virus, ha toccato il suo minimo. Per carità sempre con la leadership, ma tallonata dalle altre. Una spesa più equilibrata. Dal 2020 ad oggi la Premier ha prima mantenuto più o meno l’ultimo livello di spesa (di poco sotto i 2 miliardi di euro), salvo poi arrivare ai 3 miliardi in questa stagione e prendendosi il 48,5% del “mercato”. Sarà dura, con questa capacità di spesa, riuscire a colmare il gap. Ma è la dimostrazione di quanto un campionato attrattivo possa avere una capacità di reazione diversa rispetto agli altri.

Seconda considerazione bis: la capacità di spesa è dovuta alla capacità di andare in passivo. In questi 10 anni il passivo della Premier è di 9,5 miliardi di euro (Serie A 1,4) e l’unica in positivo è la Francia. In questo anno solare addirittura, come facilmente ipotizzabile, il passivo è di -1,72 miliardi. La Liga, la seconda più indebitata, è a -144, ma milioni di euro… la Serie A a -78…

Terza considerazione: la squadra che ha speso di più in questo decennio è la stessa che ha speso di più in questo anno solare: sempre il Chelsea. L’unica italiana che è nella top 10 delle squadre che hanno fatto più investimenti è la Juventus, in 5 posizione con 1miliardo e 580 milioni di euro spesi: quindi 158 all’anno di media. Non c’è nessuna sorpresa, naturalmente, nelle magnifiche 10: Chelsea, Barcellona, i due Manchester, PSG, Real, Liverpool, Arsenal e Atletico. Non manca nessuno alla festa dei grandi 5 inglesi, le 3 grandi spagnole, PSG e Juve. Tutte sopra il miliardo di spesa. Sopra il miliardo troviamo anche Tottenham, Monaco, Inter e Everton. Appena sotto la Roma (15esima, 959mld) Milan (19esimo, 866) e Napoli (20esimio, 861). Manca solo il Bayern (16esimo) ma forse non è una novità…
Nella spesa dell’anno solare, qualche variazione: intanto le migliori 10 7 sono inglesi. “Resistono” Barcellona, PSG e Juventus (188 milioni di spesa in 12 mesi). Le uniche altre italiane in lista sono Napoli e Atalanta (rispettivamente spesi 109 e 104 milioni): investimenti che almeno finora portano risultati.
Alla luce di questi dati si capisce ancora di più l’irritazione della Juventus, intesa come società: le spese negli ultimi 10 anni hanno portato certamente a vincere una serie di campionati in fila (8 su 10, nel periodo preso in considerazione). Ma non è che nell’ultimo anno si sia speso meno, anzi…

Quarta considerazione: qui va mitigata però l’affermazione precedente sulla Juventus: perché fra le squadre top è fra quelle che ha incassato di più: anche qui oltre (poco) il miliardo di euro. E a farle compagnia c’è il Monaco, il Chelsea e il Real Madrid. Quindi è vero che la Juve ha speso, ma ha anche incassato, in questi anni. Come hanno incassato altre squadre italiane: Roma (766), Inter (628), Atalanta (575).
La Juve ha incassato anche in questo anno solare (5 in classifica): 136 milioni di euro. Un anno particolare dove chi ha incassato di più nel mondo è stato il City (279).

Quinta considerazione: le squadre che in questi 10 anni hanno saputo fare impresa nel calcio le conosciamo, ma vedere scritti i numeri fa ancora più impressione. Il Lille (autentica macchina per plusvalenze sane) ha un attivo di 379 milioni di euro sul mercato nell’ultimo decennio. Poi segue il Lione (282) e il Monaco (215): la Francia impera. Poi c’è l’Italia con l’Udinese (190) e l’Atalanta (139), ma anche con Samp (+112) e Empoli (+108) e Fiorentina (+76).
C’è anche il rovescio della medaglia. Perché se è vero che la Juventus ha anche incassato oltre il miliardo, in questi 10 anni, il saldo rimane comunque negativo di circa 500milioni. Quasi come il Milan (-488, non in classifica) che - in proporzione come la Juventus - ha investito più di quanto incassato. Pensate che in testa alla classifica c’è il Manchester United (1,2 miliardi di disavanzo), seguito dal City (-902) e poi PSG (-868). Il Barcellona ha contratto un segno meno di quasi la metà dello United (-749): più vicino alla Juve quindi che ai Reds. Altre due italiane in questa classifica: Inter (-298) e Napoli (-247) alle ultime due posizioni, praticamente nella top 20. Top 20 dove naturalmente in 13 sono della Premier.

Sesta considerazione: se il Chelsea per questo anno solare è la squadra che ha il saldo negativo peggiore (-259), la Juventus ha un saldo negativo di -47, appena un pelo sopra il Monza (-45). Curioso e singolare che proprio il Monza abbia aperto la crisi della Juventus.

Il disegno che ne viene fuori comincia ad avere dei contorni nitidi. La Juventus ha sempre fatto molto trading per sostenere il proprio status di BIG. Questo fino a un certo momento le ha permesso di vincere. Poi - per una serie di cause che magari approfondiremo i prossimi giorni - non è più riuscita a farlo. Ma gli investimenti non sono continuati a mancare. E’ per questo che - ancora di più - si entra nell’occhio del ciclone. E soprattutto è per questo che - ancora di più - va difeso un progetto. Perché se c’è la forza di sostenerlo economicamente, ci deve essere finché non si va contro la ragione, la forza di sostenerlo anche nei fatti. Ecco perché Allegri dice di dover trovare una soluzione. Sa che a capo di questo progetto c’è lui. E abbandonarlo, significherebbe aver buttato un bel pezzo di lavoro.

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