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"Ecco perché farò causa alla Juve". Lo sfogo di Bonucci che non nomina mai Allegri

"Ecco perché farò causa alla Juve". Lo sfogo di Bonucci che non nomina mai AllegriTUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 15 settembre 2023, 00:49I fatti del giorno
di Daniel Uccellieri

L'ormai ex difensore della Juventus Leonardo Bonucci, oggi all'Union Berlino, intervistato da SportMediaset torna a parlare del burrascoso addio ai bianconeri: "

"Ho letto e sentito tante cose non vere, vorrei partire da lontano. Da quella data menzionata più volte dalla Juventus e dall'allenatore, quando si diceva che mi avevano messo a conoscenza di quella che poi è stata la situazione di questa stagione già ad ottobre dello scorso anno. Non c'è cosa meno vera, ad ottobre dello scorso anno anzi mi è stata data la possibilità di continuare alla Juventus con un rinnovo", la spiegazione di Bonucci.

Il difensore oggi all'Union Berlino quindi prosegue: "Poi ho sentito un'altra cosa a seguito di un'intervista dell'allenatore, in cui è stato detto che io ero stato messo a conoscenza della situazione di nuovo a febbraio del 2023, quando mi era stato comunicato da allenatore e società che non avrei più fatto parte della Juventus. Io non ho avuto nessun colloquio con la società in quel periodo, ma ho iniziato ad annusare qualcosa quando leggevo sui giornali che non avrei più fatto parte dei piani della Juventus. Poi Manna e Giuntoli sono venuti a casa mia il 13 luglio e umiliandomi, perché è stata un'umiliazione, mi hanno detto che non avrei più fatto parte della Juventus, della rosa, e anzi mi davano la possibilità di restare a casa altri giorni e che addirittura la mia presenza all'interno dello spogliatoio e del campo avrebbe ostacolato la crescita della Juventus".

Bonucci ha parlato anche della sua decisione di adire per vie legali nella querelle con il club bianconero: "Da fuori rosa si arriva alla causa perché i miei diritti prevedevano che mi sarei dovuto allenare con la squadra a prescindere della scelta tecnica e messo in condizione di potere affrontare fisicamente e atleticamente la stagione successiva. Questo non mi è stato concesso, non ho più fatto allenamenti con la squadra. Mi sono sentito svuotato di tutto, umiliato, non potevo fare quello che amo di più".

"Non è una questione di soldi se dovessi vincere la causa, devolverò tutto in beneficenza. E in più voglio che la mia situazione sia per l'AIC (il sindacato calciatori), di cui sono consigliere, un nodo cruciale perché ogni anno persone, giocatori, uomini, professionisti che hanno meno forza della mia si trovano in queste situazioni e alla fine compromessi pur di continuare a giocare".

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