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Abramovich lascia, 19 anni e 2 miliardi di euro dopo. E stravolgendo per sempre il calcio

Abramovich lascia, 19 anni e 2 miliardi di euro dopo. E stravolgendo per sempre il calcio
© foto di Imago/Image Sport
giovedì 3 marzo 2022, 08:00Il corsivo
di Gaetano Mocciaro

La decisione di Roman Abramovich di vendere il Chelsea porrà fine a uno dei cicli più vincenti della storia del calcio moderno. Il magnate russo aveva comprato il club, all'epoca oberato dai debiti nel 2003 rendendolo uno dei più importanti al mondo. 2 miliardi e 340 milioni spesi sul mercato in 19 anni di gestione. Una spesa mastodontica iniziata con l'acquisto di Glen Johnson nell'estate 2003 dal West Ham e che ha visto nel prestito oneroso di Saul Niguez l'ultimo colpo nell'ultimo giorno di mercato dell'estate 2021. Numeri che ci portano a comprendere come il suo avvento abbia cambiato in modo significativo il calcio: se in Italia il turning point a livello finanziario coincide con l'arrivo di Silvio Berlusconi, in Inghilterra lo stesso ha fatto Abramovich. Alzando di gran lunga la posta.

COME HA STRAVOLTO IL CALCIO - La Premier League, sebbene fosse il campionato già nel 2003 più ricco, aveva un'altra identità: quando il magnate acquisto il club da Ken Bates le proprietà straniere erano una rarità, oggi solo Norwich, Tottenham e West Ham hanno la maggioranza delle azioni in mano a britannici. E guardando bene anche la Championship è molto più internazionale che british. Con lui è nato il concetto di Top Four in Premier League (Manchester United, Arsenal, Liverpool e, per l'appunto il Chelsea) che ha reso il torneo più avvincente e attraente anche per quel che riguarda i diritti televisivi, di anno in anno cresciuti, così come gli investitori stranieri nei club. La leggenda narra che abbia deciso di acquistare il Chelsea dopo aver notato "Stamford Bridge" mentre sorvolava il cielo di Londra in elicottero. Acquistato per pura passione, senza badare troppo ai bilanci, Abramovich ha voluto rendere il Chelsea competitivo da subito, a costo di pagare cifre esagerate per i cartellini, ben oltre il valore dei giocatori acquistati. Col risultato, deleterio, di aver drogato il mercato. Arriveranno negli anni a venire i Mansour e il discorso si è allargato in Europa con la famiglia Al Thani oppure gli indebitamenti di Barcellona e Real Madrid per restare al passo. E così siamo arrivati fino ai 222 milioni spesi dal Paris Saint-Germain Neymar, che fatto definitivamente impazzire il mercato. Abramovich in questo è stato l'apripista, l'inizio di tutto. Restano poi i numeri, incontestabili: il Chelsea che prima del suo avvento era una squadra di media alta classifica in Inghilterra, con alcune sporadiche soddisfazioni in Europa ma mai realmente competitiva ad altissimi livelli, è divenuta una delle poche squadre capaci di vincere tutti i tornei internazionali: solo Juventus, Ajax, Bayern e Manchester United possono dire lo stesso. L'ultimo trofeo, proprio quello che mancava: il Mondiale per Club, vinto contro il Palmeiras il 12 febbraio a completare una missione.

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