Alcaraz e la prima chiamata della Juve: "Io non ci credevo. E neanche il mio agente"

Carlos Alcaraz è stato il rinforzo di gennaio della Juventus. Il centrocampista argentino, arrivato in prestito con diritto di riscatto fissato a 49 milioni di euro dal Southampton, si è raccontato ai microfoni di Dazn, svelando anche dei retroscena legati alla trattativa che lo ha visto poi diventare bianconero: "Il paragone col tennista? Mi scrivono tanto su Instagram, mi dicono che ho lasciato il tennis per il calcio, o cose così. La prendo con umorismo".
Giochi in tutte le posizioni, quale ti piace di più?
"Quella dove c'è la palla… Non so se sono disordinato, mi piace correre e di solito gioco a centrocampo, che sia in mezzo, a destra o a sinistra. Al Racing giocavo più spesso a sinistra".
E da attaccante?
"Sì, certo. Non ho il fisico di Dusan (Vlahovic, ndr), ma posso farlo".
Al Racing hai conosciuto Lautaro Martinez.
"Ho avuto la fortuna di averlo, non come compagno, ma di seguirlo allenare. Quello che sta facendo ora nel suo club è fantastico. Avevo 15-16 anni all'epoca, ero un bambino. Lui anche in Nazionale sta facendo benissimo, nell'accademia del Racing è l'idolo di tutti. Quando ci siamo affrontati mi ha detto belle parole, che se avessi avuto bisogno di qualcosa in Italia avrei potuto contare su di lui. È una figura grandissima, è bellissimo che mi abbia detto certe cose".
Che squadra sceglievi alla PlayStation?
"La Juventus, spesso. Usavo anche altre grandi squadre come il Real Madrid o il Paris Saint-Germain. Però era la Juventus di Cristiano, di Douglas Costa".
La prima chiamata che hai ricevuto sulla Juve?
"Fu il mio agente, Sebastian. E stata una trattativa super rapida: lui era a Southampton con me, stavamo per mangiare e l’hanno chiamato per dirgli che c'era un interesse della Juve. Io non ci credevo tanto, ma neanche lui: stava trattando con altri club inglesi, è stato tutto molto rapido. Il giorno dopo hanno fatto un’offerta e allora è diventato realtà: in due giorni, eccoci qua".
Quanto tempo dopo hai chiamato tua madre?
"Due ore. I miei genitori e le mie nipoti erano tutti insieme, erano contentissimi".
Hai parlato con Allegri?
"No, solo quando sono arrivato. Mi ha detto di non perdere l’umiltà, il fuoco e tutto quello che mi ha portato qui. Mi ha detto di stare calmo. La verità è che avere lui che mi parla è un sollievo".
Hai sei mesi per convincere la Juve a riscattarti. Pressione?
"No, non la vivo male. È difficile, ma non impossibile".
