Dall'arrivo di Cardinale si è aperto un abisso. Il Milan guardi all'Inter e non elogi sé stesso

Da quando, una settimana dopo la vittoria dello Scudetto del 22 maggio 2022, quando i rossoneri avevano battuto proprio l'Inter in un grande testa a testa all'ultima giornata, Gerry Cardinale è arrivato al Milan le cose sono molto cambiate. Tra scelte ampiamente sbagliate e dichiarazioni fuori luogo si è arrivati a perdere due euroderby senza storia, a perdere sei derby consecutivi, ad arrivare a 20 punti dall'Inter con lo Scudetto della seconda stella alzato in faccia l'anno scorso, ad arrivare noni in classifica (ottavi se andrà bene) con l'Inter in lotta per lo Scudetto e (almeno) in finale di Champions League.
La riposta è no
E ora la Coppa Italia può salvare o meno la stagione? La risposta, per quanto visto quest'anno, si può già dare: no, potrebbe al massimo renderla meno amara, non basta una Coppa Italia. Chiaramente è molto importante che i rossoneri facciano di tutto per vincere il trofeo per guadagnarsi l'Europa l'anno prossimo e per tuffarsi nella nuova stagione con la consapevolezza che non si può più sbagliare. Al di là di quello che farà l'Inter in Champions League. Poi, questa situazione rende bene la situazione generale delle due milanesi.
Gap
La differenza la fa, in primis, la competenza, presupponendo che la si eserciti con umiltà. Non si può pensare di fare calcio con il Milan solo per riempire le tasche degli investitori. Perché, con tutto il rispetto possibile, certe cose vanno bene in America e non ne sono neanche più così tanto sicuro. Al Milan non si riesce a fare nessuna delle due cose. All'Inter sì. Qui non si sta dicendo che si debba copiare il modello Inter, sia chiaro, perché ogni club ha le sue prerogative più che legittime, ma che si debba guardare all'altra sponda di Milano per vedere come si mettono in pratica le idee nella maniera corretta.
