Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
esclusiva

Assunção: "A Roma non mi sentivo protagonista. Derby? Meglio quello di Siviglia"

ESCLUSIVA TMW - Assunção: "A Roma non mi sentivo protagonista. Derby? Meglio quello di Siviglia"
sabato 13 marzo 2021, 13:08Serie A
di Giacomo Iacobellis

Tre stagioni alla Roma, con un campionato e una Supercoppa italiana in bacheca, prima di volare a Siviglia e trovare la definitiva consacrazione con la maglia del Betis, oltre che il suo autentico posto nel mondo. Proprio per questo, quando ripercorre la sua importante e gloriosa carriera, oggi l'ex centrocampista brasiliano Marcos Assunção ha sicuramente il cuore più biancoverde che giallorosso, come da lui stesso raccontato nell'intervista esclusiva concessa a TuttoMercatoWeb.com alla vigilia del "Gran Derbi" durante uno speciale evento de LaLiga.

Assunção, che ricordo ha del suo trasferimento dalla Roma al Betis nell'estate del 2002?
"Arrivai al Betis a 25 anni. Ero ancora giovane, ma venivo già da una grande piazza come quella di Roma, dove avevo giocato con campioni del calibro di Totti, Cafu, Aldair... Eppure i migliori cinque anni della mia carriera, lo ripeto sempre, sono stati proprio quelli vissuti in maglia biancoverde".

Cosa non ha funzionato in Serie A?
"A Roma non mi sentivo protagonista, il Betis invece mi ha dato la grande opportunità di esserlo. Anche per questo sarò sempre legato e grato al Betis, nutro ancora molto affetto per il popolo biancoverde e per la città di Siviglia. Mi hanno fatto sentire un supporto costante quando ero là".

Domani il suo Betis è atteso da una partita a dir poco speciale: il "Gran Derbi" contro il Siviglia. Come lo vede?
"Il derby è sempre una partita speciale, in cui i tifosi riescono a caricarti nonostante le distanze. Sarà una sfida spettacolare, come sempre. E voglio sbilanciarmi: per me vince il Betis, espugneremo il Sánchez-Pizjuán 0-1. Non sarà facile, ma finalmente si sta vedendo il gran lavoro di Pellegrini in panchina e io sono quindi fiducioso".

Quali ricordi custodisce con maggiore affetto se parliamo di questa partita?
"Ho tantissimi ricordi legati ai miei derby, li ho vissuti con grande intensità. Mi preparavo molto, fisicamente e mentalmente, per affrontare il Siviglia nel migliore dei modi e provare a fare felice la nostra gente".

Non solo quello di Siviglia, di derby in carriera ne ha vissuto davvero tanti, in diverse parti del mondo. Qual è quello più sentito secondo lei?
"È vero. Ho giocato anche Roma-Lazio e Palmeiras-Corinthians, ma questi sono due derby diversi rispetto a quello di Siviglia. Penso che la partita tra Betis e Siviglia si viva molto di più rispetto alle altre due sia prima sia durante sia dopo. Se vinci, sai che avrai mesi tranquilli. Se perdi, sarà invece assai difficile curare la ferita".

Chiosa inevitabile sui calci di punizione, la sua specialità. Come si spiega la minor efficacia dei campioni di oggi sui tiri da fermo?
"Credo che oggi non ci si alleni abbastanza da questo punto di vista. La capacità di battere punizioni e rigori è una dote da migliorare e perfezionare con l'allenamento quotidiano. Io mi fermavo tutte le settimane al centro sportivo a provare e riprovare calci di punizione e rigori, proprio con l'obiettivo di trasformare in gol l'unica opportunità che avrei avuto la domenica successiva".

© Riproduzione riservata
Primo piano
TMW Radio Sport
Serie A
Serie B
Serie C
Calcio femminile