Ferri, direttore di Sky Sport: "Incompatibilità squadra-Spalletti, si può perdere ma non così"

Dopo il pesante 3-0 subito contro la Norvegia e con il primo posto nel girone di qualificazione ai Mondiali ora seriamente compromesso, l’Italia si interroga sul futuro di Luciano Spalletti. Il direttore di Sky Sport, Federico Ferri, si esprime così sul tema: “È di nuovo emergenza azzurra, torna il tempo della tensione, della preoccupazione, della paura di non andare al Mondiale. Ancora una volta. Tornano sempre gli stessi discorsi, da troppo tempo, e in parte se tornano un motivo c'è: non cambia nulla. Tutto quello che abbiamo ascoltato, anche le parole di Spalletti di ieri, potrebbe essere recepito in un modo diverso, diciamo più credibile, se non ci fosse stato un fatto indimenticabile. E quel fatto è accaduto 12 mesi fa. Che differenza c’è tra l’eliminazione dell’Italia contro la Svizzera e la sconfitta rovinosa di ieri contro la Norvegia? Poca. Lasciamo perdere i valori tecnici - pur non poco importanti - e il fatto che questa Nazionale è arrivata a giocarsi questa partita già decisiva con un 11 che non so a che livello della classifica di Serie A finirebbe, se fosse un club. Probabilmente non nelle prime 7.
Però ieri non abbiamo visto questa squadra lottare, non abbiamo visto questa squadra consapevole dell’importanza della partita o forse schiacciata dalla pressione della partita, ma soprattutto non abbiamo visto una squadra diversa da quella che avevamo visto scomparire contro la Svizzera. Allora viene da chiedersi: qual è il problema che c’è anche nella testa di questi giocatori? Sei più scarso della Norvegia? Io dico forse sì - e sottolineo forse - ma ne prendi tre in un girone dove sai che la differenza reti è fondamentale, scompari nel primo tempo, non aggredisci la partita, non ci provi neanche con le armi della grinta e della determinazione, se non ci arrivi con il calcio. Non c’è una reazione in questa squadra, preoccupata di come giocare più che di giocare, incompatibile con il suo allenatore.
Io non sono per il processo del giorno dopo, ma qui sono tanti "giorni dopo" dopo tante delusioni. È casuale? Donadoni è stato mandato via dalla Nazionale senza aver perso e con la squadra che è andata più vicina a battere la squadra di fenomeni che era la Spagna di allora, del 2008. Si sentono critiche a Spalletti, alla Federazione. Ricordo che Gravina è stato rieletto a febbraio col 98,7% come candidato unico. Chi punta il dito adesso contro Gravina dovrebbe anche pensare che l’ha eletto tre mesi fa, perché poi è facile scaricare su Gravina o su Spalletti, che pure hanno la responsabilità della situazione, e devono affrontarla. E sulla Federazione pesa anche la mancata qualificazione del secondo dei due Mondiali sfumati, sperando che non arrivi il terzo.
Su Spalletti va detta una cosa: gli è stato dato un credito che ad altri non è stato dato dopo l’eliminazione all'Europeo e adesso ci troviamo in una situazione veramente critica per il futuro. Questa volta vale meno ogni tipo di giustificazione davanti a una prestazione non da squadra e credo che l’assunzione di responsabilità debba essere maggiore di quella che abbiamo visto ieri, da parte di tutti, non soltanto da parte dei giocatori. Poi, dall’altra parte dobbiamo anche dire che se perdi una partita non è che è finito il mondo. C’è un girone da giocare e poi abbiamo grande paura di questi playoff per come sono andati le ultime due volte, però non è che uno ha già perso prima di giocare. Così non si va da nessuna parte.
Quando dicevo di assunzioni di responsabilità e parlavo sia di Ct che di Federazione, io credo che in questo momento la Federazione debba fare un lavoro molto serio di verifica con la squadra, con il gruppo e con Spalletti per capire davvero dove siano i problemi, anche di percezione del messaggio di Spalletti da parte dei giocatori, che consenta a questa squadra di andare avanti con la prospettiva di ritrovare anche quello spirito in campo che non abbiamo visto. Se quello di ieri è stato l’ennesimo episodio, veramente non ce ne possono essere altri. Perché si può perdere, e noi dobbiamo anche essere consapevoli della nostra forza in questo momento, ma non così e come si è perso contro la Svizzera. Una riflessione sulla panchina di Spalletti va fatta da parte di Gravina e della Federazione.
Non sto dicendo che la riflessione deve portare a mandarlo via, però questa volta anche i giocatori devono essere messi di fronte alle loro responsabilità rispetto al ruolo del Ct e rispetto a come lo debbano seguire. Se si è rotto qualcosa, bisogna cambiare e subito. Non possono essere concesse altre prove d'appello se l'incompatibilità tra allenatore e squadra, non a livello personale o caratteriale, ma a livello calcistico, è divenuta insuperabile. Insomma: Spalletti è ancora l'uomo giusto o no? La Figc non può che rispondere subito".
