Il grande assente nella Juve di Pirlo: Dybala, è anche questione di status

Rinnovo sì, rinnovo no. Concluso il mercato di gennaio, come al solito pensando più al futuro che all’immediato, la Juventus torna a interrogarsi su Paulo Dybala. Numero 10 sulla schiena, ma senza nuovo contratto in tasca. L’ultima volta che ne ha parlato, è stato botta e risposta con Agnelli.
Il grande assente in campo. Se c’è un giocatore che sta mancando alla Juve di Pirlo, è proprio la Joya argentina. Decisivo nella seconda parte della scorsa stagione, Dybala non ha praticamente mai trovato continuità in quella attuale, frenato all’inizio da una condizione non ottimale, poi da qualche infortunio di troppo. E nel messo, da un equilibrio tattico che di lui ha imparato a fare a meno, complice il ritorno in bianconero di Alvaro Morata. Così, a oggi i numeri del classe ’93 sono quelli che sono: 859 minuti complessivi in campo, dieci partite da titolare sulle sedici giocate e sulle ventotto complessivamente giocate dalla Vecchia Signora. Due gol in campionato e uno in Champions, il 3-1 a San Siro al Milan (a secco, ma con due assist) come miglior prestazione stagionale.
È questione di status. Il contratto è in scadenza nel 2022: impensabile arrivare alla prossima annata con il rischio incombente di un addio a parametro zero. Sarebbe dilapidare un patrimonio che aveva toccato anche le vette dei cento e passa milioni di valutazione (tuttora Transfermarkt valuta l’argentino 70 milioni di euro). Senza rinnovo, del resto, non resterebbe che sfidare il mercato da una posizione di potenziale debolezza: non è andata benissimo neanche quando su Paulo c’erano pochi dubbi. Per la Juve il rinnovo, anche se poi qualcosa dovesse essersi comunque rotto, diventerà a un certo punto una inevitabile priorità. Per Dybala, che proprio nel citato botta e risposta con Agnelli ha voluto smentire le cifre circolate in relazione alle sue richieste economiche, soprattutto di status. E poi pure di soldi, certo, ma nella squadra di Cristiano Ronaldo anche il Diez vuole avere un posto al sole; pure per le dinamiche di spogliatoio che oggi, a livello economico, lo vedono appena sopra Rabiot e Ramsey, decisamente sotto De Ligt oltre a Sua Maestà CR7. Nel mezzo, l’attaccante ha anche risolto una lunga questione legale che lo vedeva contrapposto al suo ex agente: può essere un fattore che lo avvicini al prolungamento. Ma servirà anche convinzione, e pure riguadagnarsi sul campo quello status di fuoriclasse che, complice la sfortuna, sul campo ha fin qui anche perso.
