Juve, altra delusione cocente. Chiesa trascina, Ronaldo grande assente: è addio alla Champions

Altro giro altra corsa. Per il secondo anno di fila la Juventus saluta la Champions League agli ottavi di finale della manifestazione dopo essersi qualificata come prima ai gironi e aver pescato una delle avversarie più abbordabili del lotto delle prime 16. L’anno scorso è stato il Lione a segnare la fine della corsa all’Europa bianconera, quesa stagione è toccato al Porto. La squadra di Andrea Pirlo non riesce ad avere la meglio di quella di Conceicao nonostante la superiorità numerica, per più di un’ora di gioco, supplementari compresi, causata dall’espulsione di Taremi per doppia ammonizione a inizio ripresa. All’Allianz Stadium finisce 3-2 dopo i tempi supplementari, con un finale thriller caratterizzato dalla rete su punizione all 115’ di Oliveira (doppietta dopo il rigore d’avvio) che beffa Szczesny e la sua barriera e dal gol, due giri d’orologio più tardi, di Rabiot che si aggiunge ai due gol di Chiesa, vero mattatore della serata juventina, ma che non è sufficiente per ottenere la qualificazione al turno successivo.
CHIESA PROVA A TRASCINARE, RONALDO ASSENTE NON GIUSTIFICATO - Aveva sicuramente sognato una serata del genere sin da bambino Federico Chiesa. Trascinatore, morale e tecnico, della propria squadra in Champions League e autore di due gol tanto differenti quanto belli da vedere: il primo con un piattone piazzato sul secondo palo alla Del Piero nella semifinale del Mondiale in Germania, il secondo con inserimento puntuale e preciso sul secondo palo e incornata che non lascia scampo a Marchesin. L’ex Fiorentina è la nota più lieta della serata ma sia lui che la Juve avrebbero preferito, ça va sans dire, onorare una notte del genere in altra maniera. L’altra faccia della medaglia dell’amara vittoria col Porto è l’assenza ingiustificata dell’uomo che negli anni precedenti, in appuntamenti come questi, non era mai mancato: Cristiano Ronaldo. La sua poca confidenza col pallone e con i compagni fa tanto rumore: spaesato, poco cattivo agonisticamente parlando e con nessun tipo di spunto degno di nota, eccezion fatta per il movimento che ha portato al gol del pari bianconero. E una sola grande occasione da gol: un traversone pennellato sulla sua testa che il portoghese spedisce abbondantemente a lato da ottima posizione. Alla Juve così, questa volta, è venuto a mancare il suo campione. Ed è diventato tutto più buio, come la serata che vede Madama abbandonare per l’ennesima volta la corsa a quel trofeo europeo tanto sognato.
