Napoli in crisi, ma anche spuntato: tra Osimhen e Mertens, difficile vincere senza gol

La sfida di oggi contro la Juventus, arriva per Gennaro Gattuso e il suo Napoli, in un momento a dir poco delicato. Dopo un ottimo inizio di stagione, gli azzurri si sono incartati in una serie di risultati altalenanti, ma tendenti al negativo. Il carico lo hanno messo alcune tensioni interne, e di fatto da alcune settimane il tecnico è sulla graticola. Difficile che la Vecchia Signora rappresenti davvero l’ultima spiaggia per Ringhio, ma non impossibile. Come si è arrivati a questa situazione? Anche le assenze hanno il loro peso. Una su tutte.
Quanto è mancato Victor Osimhen. E il nigeriano, rientrato da un un paio di giornate, ancora non è al massimo della forma. Nelle idee del Napoli, e anche nelle spese della società in estate, era il giocatore che avrebbe dovuto rappresentare la svolta. Di risultati, ma in primo luogo tattica: in rosa, gli azzurri hanno anche altri centravanti, a partire da Petagna, ma nessuno con le sue caratteristiche: su tutte, la sua capacità di aggredire la profondità, unita a un fisico statuario. Per il nigeriano prelevato dal Lille, Gattuso ha cambiato modulo di gioco passando al 4-2-3-1. E i responsi iniziali gli hanno dato ragione: pur avendo segnato solo due gol nelle prime sei giornate, Osimhen ha avuto un impatto determinante sul modo di stare in campo dei campani e sulla loro pericolosità offensiva. Maledetta nazione, però: a metà novembre, il classe ’98 ha infatti rimediato un infortunio alla spalla. Inizialmente sembrava meno grave, di fatto da allora il bomber non c’è stato più, complice anche il contagio da Coronavirus. Senza di lui, il Napoli si è smarrito: se la variabilità tattica delle punte sembrava un’arma in più all’inizio, in ultima analisi puntare così tanto su un solo giocatore con determinate caratteristiche non ha pagato.
Guai a sottovalutare Mertens. Cioè il giocatore che più di tutti, nelle ultime stagioni, ha portato la croce in un attacco con alti e bassi. Con il compagno KO, il belga si è messo di nuovo la squadra sulle spalle, tornando a fare la prima punta come negli anni migliori. La cosa ha funzionato, e il Napoli ha retto, finché anche Dries non è finito fuori causa: da metà dicembre in poi, la caviglia lo ha iniziato a tormentare e messo ai box. Senza i proprio due principali riferimenti offensivi, nonostante il buon rendimento di Lozano e il discreto impatto di Petagna col nuovo ambiente, la squadra di Gattuso non ha più avuto grandi riferimenti a cui appigliarsi. Del resto, per guardare agli avversari di oggi, provate a togliere in un colpo solo Ronaldo e Morata alla Juventus: qualche difficoltà l’avrebbero anche i bianconeri. Senza considerare le tante assenze in difesa e il Covid che le sue pause forzate le ha portate: variabili comuni più o meno a tutti, in una stagione tormentata e complicata. E Gattuso non ha sempre saputo trovare correttivi. Ma senza Osimhen, e poi anche Mertens, è stato tutto comprensibilmente (e maledettamente per lui) più difficile.
