Roma, Julio Sergio: "Se la dirigenza lo ritenesse opportuno riporterei Totti in società"

Ai microfoni di SoccerMagazine.it è intervenuto l'ex portiere della Roma Julio Sergio. Queste le parole del brasiliano, iniziando dalla volata scudetto: "L'Inter è in finale di Champions e un punto sotto al Napoli: immagina quanto è stato difficile arrivare a questo livello! Comunque le altre squadre hanno grandissimi giocatori. Una stagione in cui all’ultima giornata sei solo un punto sotto e in finale di Champions a mio parere è una grande stagione".
Su Ranieri.
"Io ho una gratitudine nei confronti di mister Ranieri per cui non riuscirò mai ad esprimere con parole quello che lui mi ha dato. Quando lui è arrivato a Roma mi ha trovato lì, giocavo, poi è rientrato il portiere che era titolare in quel momento e dopo sono diventato titolare. Più che un aneddoto, un insegnamento. Lui mi ha insegnato un calcio veramente di rispetto. Un’educazione, una postura, una conduzione chiara, diretta e rispettosa. Il mio rapporto con lui mi ha fatto capire tante altre cose che certe volte non si immergono nel mondo del calcio. E poi lui ha fatto tanto. Lui ha fatto un capolavoro col Leicester, abbiamo fatto una rimonta incredibile con la Roma quell’anno lì, non abbiamo vinto però è stato bellissimo viverla. A me fa solo piacere che lui possa sfruttare gli ultimi minuti e gli ultimi giorni per onorare la grandezza del suo valore".
Su Totti.
"Francesco è una bandiera, no? Ho avuto il piacere di essere suo compagno di squadra, di giocare insieme a lui e di poter convivere con un Francesco che magari le persone non hanno l’opportunità di conoscere. È una persona incredibile, un ragazzo straordinario, allegro, felice. Lui ha intrapreso negli ultimi anni una strada un po’ lontana dalla società, ma comunque non si può separare Francesco dalla Roma. Se la società pensa che sia il momento giusto e lui è disponibile a prendere un ruolo dove possa fare bene e sviluppare un lavoro importante, è pur sempre il giocatore più importante della storia della squadra. Quindi a me farebbe molto piacere. Poi tutto dipende dalla voglia della società di riportare Francesco a casa".
Su Roma.
"Quello che mi manca è il caffè, il cibo che mi piace da morire: l’amatriciana, la cacio e pepe, i panini… queste cose qua che non troviamo in Brasile! Ogni tanto mi metto a cucinare qualcosa qua, per provare a fare qualcosa di buono. Certe volte viene bene, certe volte viene meno bene. E anche la mia busta paga mi manca un po’! Però se parliamo seriamente, vivere a Roma per me è stato un vero piacere. La città e la società mi hanno dato tanto: mi hanno dato soldi, i miei figli sono nati a Roma, ho fatto un sacco di amici. Alla fine sono stato quasi 8 anni in Italia di cui 7 a Roma, quindi per me è un piacere quando torno. Sono rimasto 10 giorni a Roma, sono rientrato in Brasile pochi giorni fa per lavoro. Ho la fortuna di poter andare in Italia a lavorare e godermi Roma e l’Italia in un modo diverso, adesso non più come calciatore, ma come una persona che va in giro e può fare tante cose che certe volte un calciatore non può fare".
