Sarà paperon Retegui. Nell'anno (si spera) del Mondiale c'è un solo grande rischio

Mateo Retegui s'è convinto. Il centravanti della Nazionale due anni dopo il suo approdo in Serie A anche grazie al precedente esordio con la maglia dell'Italia è pronto a volare in Arabia Saudita. Nella città di Al Khobar per giocare nel ricchissimo Al-Qadsiah FC. Il club che in rosa ha già Pierre-Emerick Aubameyang è pronto ad accogliere il centravanti classe '99 per formare una delle coppie d'attacco più competitive del campionato. Dopo averci provato, tra gli altri, per Moise Kean e Jonathan David, la squadra allenata dallo spagnolo Míchel ha convinto Retegui che spinto anche dalla sua famiglia ha accettato una proposta oggettivamente molto difficile da rifiutare: venti milioni l'anno per le prossime tre stagioni più opzioni per un'ulteriore annata.

L'accordo è in dirittura d'arrivo. L'ultima offerta da 65 milioni di euro più 3.7 che vai ai club in cui Retegui ha precedentemente giocato quasi collima con l'ultima richiesta dell'Atalanta: 70 milioni di euro. Convinto il ragazzo, la trattativa è apparsa subito in discesa e già oggi le parti possono chiudere l'accordo per portare in Arabia un altro grande protagonista della Serie A dopo che ieri ha firmato per l'Al-Hilal di Simone Inzaghi il terzino francese Theo Hernandez.

Convincere Retegui non è stato semplice. Il centravanti italo-argentino s'è preso diversi giorni per riflettere perché quello che inizierà sarà l'anno che si concluderà (si spera) con la Coppa del Mondo nel Nord America. E Retegui oggi è a tutti gli effetti il centravanti della Nazionale, si gioca il posto con Moise Kean. Andare in Arabia Saudita, allontanarsi da Bergamo di oltre quattromila chilometri, vuol dire inevitabilmente uscire un po' dai radar perché la Saudi Pro League resta campionato fuori dai nostri riflettori, nonostante i tanti campioni intercettati e convinti negli ultimi anni. Le motivazioni economiche hanno però fatto la differenza. Tanti, troppi soldi per dire no all'Al-Qadsiah FC. Anche a costo di rimettere in discussione quel posto in Nazionale che dopo l'ultima stagione sembrava blindato.