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TMW RADIO - Drago: "Bernardeschi è un esterno d'attacco, mi rammaricano i pochi gol"

TMW RADIO - Drago: "Bernardeschi è un esterno d'attacco, mi rammaricano i pochi gol"
© foto di Francesco Di Leonforte/TuttoCesena.it
giovedì 21 aprile 2022, 19:29Serie A
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
Massimo Drago ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Massimo Drago ha così parlato durante Stadio Aperto, trasmissione di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini in onda su TMW Radio: "La Juventus ha affrontato una bella Fiorentina, ben organizzata, ed aver raggiunto la finale è già un bel traguardo. Durante l'anno non hanno abituato a prestazioni esaltanti, ma intanto un obiettivo c'è".

Cosa è successo a Bernardeschi?
"Un aspetto basilare è la posizione sul campo e quella in cui può esprimere meglio le sue qualità e l'esterno d'attacco. Quello è il suo ruolo principale, lì potrebbe dare il meglio di se stesso anche in zona gol. Ciò che mi rammarica è, che con le sue qualità, abbia segnato poco".

Ha segnato alla Juventus gli stessi gol che fece con lei a Crotone.
"Ha capacità balistiche elevate e sa inquadrare le porte, davvero un rammarico".

Dove vede il prossimo capitolo della sua carriera?
"Per me lui fatica a giocare in ruoli diversi dalla fascia, ipoteticamente potrebbe fare il terzino ma perderebbe qualcosa. Ricordo che alla Fiorentina con Sousa faceva il quinto, significa che il fisico c'è".

Arretrare in campo come Florenzi?
"Alessandro ha ottenuto poco da ciò che poteva essere la sua carriera, negli anni è stato imbastardito senza un ruolo preciso. Al Crotone si vedeva che era una mezzala di inserimento con capacità di tiro, segnava gol di ottima fattura. Avrebbe potuto fare qualcosa in più".

E di Cataldi invece?
"Danilo era il mio cruccio, fino a poco fa. Ci avrei messo la mano sul fuoco, la sua crescita è stata bloccata più dall'aspetto caratteriale che da quello tecnico: ha trovato difficoltà quando è stato discusso o quando accanto a lui c'era qualcuno che potesse rubargli il posto. Ero sicuro che con Sarri avrebbe potuto far bene, è un allenatore in grado di esaltarlo".

Il campionato si gioca a Milano?
"Penso proprio di sì. E l'Inter è un gradino superiore. Hanno avuto un periodo di flessione in cui però hanno mostrato quanto sia importante l'aspetto mentale, la fiducia. Dopo la sconfitta nel derby, col mondo che crollava addosso, sono passati a ritrovare sicurezze dopo la vittoria di Torino".

Vede un Kessié diverso?
"Ci sono certe dinamiche nel calcio e mi trovano d'accordo: Maldini si è mostrato un ottimo dirigente, la sua scia è stata seguita anche da altre società. Non si è fatto ingabbiare dal calcio in mano ai procuratori, iniziando da Donnarumma. L'ha fatto pure la Juve con Dybala. Lo stesso vale per Franck: i tifosi iniziano a vederti in un certo modo, ti considerano un traditore e fare buone prestazioni non è facile".

Come lo immagina nel Barcellona?
"In un centrocampo a tre può fare la mezzala, ha dimostrato di saper essere utile anche in zona gol".

Perché al Napoli viene sempre il braccino?
"Quando giochi le partite della vita capita di trovare difficoltà che non riesci a superare in determinati momenti. In una stagione capita, a volte vinci col colpo di genio del campione. Questo però a Napoli difficilmente c'è, il risultato arriva attraverso il gioco e non tramite le singole giocate".

Come valuta la scelta di Insigne a Toronto?
"Nell'arco degli anni ci sono state tante scelte in cui ha prevalso il dio denaro sulla logica, seguite però da pentimenti. Credo sia una scelta di vita, aprire nuove prospettive anche per la propria famiglia".

C'è ancora posto ad alto livello per Sensi?
"Gli ho consigliato personalmente di andare alla Sampdoria perché poteva essere pedina importante nel gioco di Giampaolo, conoscendolo. Pensavo potesse farlo esprimere da mediano basso, un po' come Torreira nella sua prima Samp, anche se con meno impatto ma più tecnica. L'ho sempre definito un giocatore spagnolo, sa smarcarsi e ricevere palla, da trequartista invece credo trovi più difficoltà".

Chi ha maggiori chance di salire in Serie A?
"La parte superiore è davvero affascinante quest'anno. Il Monza mi sembra una squadra molto ben attrezzata, a livello di qualità vedo bene anche il Lecce. E una squadra che mi piace da morire veder giocare è la Cremonese di Fabio (Pecchia, ndr) che ha un mix tra anzianotti e giovani che faranno parlare di loro. L'outsider può essere il Frosinone e occhio al Brescia".

Il Pisa se la giocherà?
"Fino a gennaio erano la squadra da battere. Finito il mercato, però, qualcosa si è inceppato. Erano sicurissimi di vendere Lucca e quindi hanno preso Torregrossa, uno fondamentale per la categoria, e Puscas. Con Lucca che è rimasto, gli equilibri si sono alterati".

Dispiace il Crotone così in basso?
"La cosa che mi lascia molto amareggiato è come si retrocede. Negli ultimi campionati hanno subito troppe sconfitte, ricordo che lo Scida era un fortino in cui difficilmente riuscivi a passare. Vederli così mi mette tristezza. Purtroppo quando retrocedi dalla A alla B il clima è sotto i tacchi e non sono riusciti ad esaltare le qualità dei giovani, dopo un mercato fatto molto in ritardo".

Messias se l'è giocata male nel Milan?
"Quel ruolo (esterno destro, ndr) è stata l'incertezza dell'intero campionato rossonero. Quando vieni da una realtà come Crotone inizialmente sei ben visto, poi però ti devi confermare e purtroppo non è riuscito a dimostrare il suo valore".

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