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Torino, Zapata: "Fin da inizio questa piazza mi ha aperto le porte in maniera affettuosa"

Torino, Zapata: "Fin da inizio questa piazza mi ha aperto le porte in maniera affettuosa"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 19:30Serie A
di Andrea Piras

L'attaccante del Torino Duvan Zapata ha parlato al canale YouTube della Gazzetta dello Sport della sua esperienza in granata: "Fin da inizio questa piazza mi ha aperto le porte in maniera affettuosa, ho ricevuto aiuto e affetto. Apprezzo queste cose, ogni giorno voglio dare il meglio di me stesso. Orgoglio rappresentare questo club così importante. Si va in campo per rappresentare i valori in ogni partita, cosa significa giocare nel Toro. Leader? Sono un leader nelle cose banali, che a volte è la cosa più difficile. Dare l’esempio in allenamento, quando si sta insieme, in campo e in partita. Per questo aspetto mi hanno fatto capitano. Non urlo e non parlo tanto, lo faccio vedere con i fatti.

Infortunio? Infortunio più grave, sono uscito in barella: ho sentito gli applausi, ringrazio tutti. Mentalmente è stata dura, è un infortunio che temevo ed è arrivato. Sono mentalmente forte, l’ho affrontata in maniera dura. Piano piano mi sto rimettendo, sto cercando di essere ciò che ero. La mia famiglia mi è stata vicina, ho passato più tempo con i miei cari. La passione che ho mi ha aiutato, ho detto ‘caspita, voglio tornare e far vedere che posso segnare ancora’. L’infortunio mi ha confermato che a volte non dai valore quando stai bene, pensi sia scontato. Miglioramenti? Ora in palestra faccio tutto, prossimo step sarà fare tutto in campo. La strada è quella giusta, l’obiettivo è presentarmi bene alla preparazione per poter allenarmi con la squadra. E voglio segnare ancora. La mia esultanza? Prima del Toro me l’ha consigliata: mostro i muscoli e faccio il toro insieme. Prima facevo solo i muscoli, poi ora ho unito il toro. E’ una cosa anche per mio figlio, è una coincidenza che la fa anche Lebron James.

Difensori? Con Bremer e Koulibaly bei duelli, forti, e anche con Buongiorno è tosta. Poi Bonucci e Chiellini…Bonucci ha ammesso che non lo facevo dormire? Le sue parole fanno piacere, è vero che in tante partite ho segnato e giocato bene contro di lui. Ci siamo scontrati nel mio prime, mi ha sofferto un po’. Ricordo un gol in Udinese-Juve che mi marcava, poi con l’Atalanta e anche allo stadio della Juve. Attaccanti in Italia? Retegui sta dimostrando essere il più forte, mi piacciono Lautaro e Thuram. Piccoli sta crescendo, l’ho visto in Primavera all’Atalanta. Io? Mi metto sempre su, ho l’autostima alto: nei primi tre, sicuramente. Bel ricordo il premio per la grande stagione Da bambino sogni tante cose, ma non hai la consapevolezza di raggiungere certi traguardi. Farlo, ti dà più soddisfazione. A volte sul momento non te ne rendi conto, poi ci ripensi. Atalanta? Avevo 10 anni di carriera, Gasperini mi ha insegnato i suoi concetti e mi sembrava di ricominciare da capo. Ma ho segnato tantissimi gol. Sento di poter tornare e far vedere il valore che ho, è un obiettivo. Italia? Sono stato a Napoli, poi al nord, ho conosciuto ogni posto. C’è diversità nei vigneti, nella gastronomia, un po’ come la Colombia che ha tanta diversità di flora e fauna. Dipende dove vai. Anche qui trovi dialetti e modi di vivere diversi, mi piace.

Gli inizi? Abitavo in un quartiere di classe media, i miei genitori non aveabo lussi ma non mi è mai mancato nulla. Ho iniziato a giocare per strada, poi sono entrato nella squadra del quartiere e mio papà voleva portarmi in una squadra professionistica. E sono andato nell’America de Calì. Ricordi Veron? Giocavo con lui alla play, poi ritrovarmelo lì a 20 anni…Siamo stati insieme due anni, si sentiva la sua leadership. Ho imparato tanto da lui, il rispetto che imponeva. E tutte queste cose ti entrano dentro e ti servono.

Mio figlio Dayton? Ha buone capacità e potenzialità, è mancino ma ha 10 anni. Deve crescere. Mia figlia? Vuole studiare, non ha ben chiaro se fare medicina o giurisprudenza. Ha tempo. Io papà? Cerco di fare come i miei genitori hanno fatto con me, impongo certe regole ma non sono severo. E gioco tanto con loro, sono un papà moderno. Post carriera? Voglio essere ricordato per ciò che sono e ciò che ho fatto, la grinta e la lotta che esprimo in campo. Spero che la gente abbia un bel ricordo di me".

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