Il ministro Abodi: "Prigionieri di stadi vecchi, è arrivato il tempo dei fatti"

Andrea Abodi, ministro dello Sport e dei Giovani, ha parlato a Sky a margine del trofeo dedicato a Gigi Riva, soffermandosi sui progressi del decreto Sport: “Lo sport è in costituzione da tempo, dobbiamo cercare di attuare la carta costituzionale. Stiamo portando avanti un lavoro con tutti i portatori d’interesse, dobbiamo cercare di rendere praticabile lo sport per tutti, accessibile a tutti. Vogliamo che lo sport italiano vinca, come sa fare, ma vogliamo occuparci sempre di più della scuola, dei luoghi disagiati. Questo è il senso del decreto, che passa anche attraverso i grandi eventi”.
A che punto è?
“Va in Senato lunedì, credo che in 48 ore uscirà il provvedimento e poi penseremo all’attuazione”.
Servono gli stadi…
“Questi appuntamenti sono un ulteriore richiamo alla responsabilità. Abbiamo bisogno di impianti indipendentemente dagli eventi, i Paesi che si sviluppano passano attraverso il miglioramento delle infrastrutture. Noi siamo prigionieri di stadi dell’altro secolo: avendo l’opportunità del 2032, con gli Europei maschili, e del 2029 con quelli femminili (l'Italia è candidata a ospitarli, ndr), è arrivato il tempo dei fatti. Quello delle parole è passato: dobbiamo trasformare quell’eloquenza in fatti operativi, è il senso del lavoro che verrà affidato al commissario, che si occuperà delle strutture per il 2032 e a questo punto del 2029. È uno degli effetti del decreto Sport, avrà poteri significativi: non sarà invadente, ma incisivo, lavorerà con i sindaci e si metterà al servizio dei privati per far sì che le risorse private possano essere utilizzate per avere finalmente quello che vogliamo da decenni: stadi moderni, accessibili, umani, tecnologicamente avanzati. Non è difficile: gli altri l’hanno fatto, ora tocca a noi”.
