Venezia-Cittadella sarà una sfida generazionale: l'emergente Zanetti contro l'esperto Venturato

La finale fra Venezia e Cittadella sarà anche una sfida generazionale in panchina. Da una parte infatti ci sarà l’emergente Paolo Zanetti, classe ‘82 un passato da centrocampista in Serie A (Vicenza, Empoli, Ascoli, Torino, Atalanta) e una carriera da allenatore iniziata presto, nel 2014, quando ancora molti suoi colleghi continuano a calcare i campi da giocatori. Dall’altra Roberto Venturato, classe ‘63, un passato da giocatore nelle serie minori dove ha anche iniziato ad allenare nel lontano 1996 scalando le categorie con pazienza e senza salti nel buio.
Per entrambi l’inizio è stato nelle giovanili – della Reggiana Zanetti, del Pizzighettone Venturato – ma poi le strade sono state molto diverse: veloce la scalata dell’ex centrocampista granata che ha incantato a Sudtirol sfiorando anche la promozione (2° posto il primo anno, 6° il secondo) prima di approdare in Serie B per guidare l’Ascoli. Un’avventura non felice quella in bianconero chiusa con l’esonero a gennaio dopo 24 gare. Un passo falso che però non ha interrotto la sua carriera con il Venezia che lo ha scelto in estate per una missione che sembrava davvero impossibile: sostituire quel Alessio Dionisi, passato all’Empoli dopo un lungo braccio di ferro, che ora è fra i tecnici più ammirati del panorama italiano. Una missione riuscitissima che potrebbe diventare epica in caso di promozione in Serie A.
Più lenta invece la scalata di Venturato, capace di portare il Pizzighettone dalla Serie D all’allora C1, conquistando due promozioni in tre anni. Dopo due anni in C1, la retrocessione ancora in D: Cremonese, Pergolettese (promossa in C2), la parentesi negativa a Piacenza (solo nove gare) e ancora la Pergolettese in D. Poi la chiamata del Cittadella in Serie C e l’inizio di un’avventura esaltante: prima la promozione in Serie B e poi cinque play off consecutivi (peggior piazzamento il settimo posto del 2018-19) con due finali conquistate.
Due tecnici che, a dispetto delle differenze d’età, fanno del gruppo la loro forza con l’esaltazione dei talenti individuali non lasciate al caso, ma inserite ed esaltate dal gioco corale. Più offensivo e spettacolare quello di Zanetti, più concreto quello di Venturato, ma egualmente efficaci entrambi. Come testimonia una finale forse poco attesa, ma certamente meritata da entrambe le squadre.
