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AlbinoLeffe, Obbedio: "Rinnovo di Lopez già deciso un mese fa, prima del 4° posto"

AlbinoLeffe, Obbedio: "Rinnovo di Lopez già deciso un mese fa, prima del 4° posto"TUTTO mercato WEB
© foto di Uff. Stampa AlbinoLeffe
Oggi alle 12:04Serie C
di Claudia Marrone
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TMW Radio / A Tutta C
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Nel corso della diretta mattutina di A Tutta C, format di TMW Radio interamente dedicato al mondo della terza serie, è intervenuto il Direttore Sportivo dell'AlbinoLeffe Antonio Obbedio, che prima di toccare i temi inerenti la sua squadra, ha fatto una panoramica generale sulle formazioni di cui è stato ex, a cominciare dal Pisa: "Pisa è stata una delle più belle piazze dove ho avuto la fortuna di giocare, ho avuto grandi soddisfazioni, anche se non è sfociata in una promozione che forse avremmo meritato, ma col senno di poi è anche vero che, per varie dinamiche, dico che non ce lo siamo meritati. E ora, ironia della sorte, mi ritrovo nella società con cui ho perso quella finale. A ogni modo, in B, mancano tre partite, ho visto il calendario del Pisa e, toccando ferro, il punto lo può fare dappertutto. Poi, quando entri in queste situazioni qui i giocatori si trasformano e mi auguro di cuore che il Pisa possa tornare in Serie A dopo 34 anni, perché lo merita la piazza, la tifoseria, la società per tutto quello che hanno investito in questi anni, per quello che comunque hanno aspettato, hanno avuto la forza di non buttare all'aria tutti gli investimenti fatti: adesso gli torna tutto indietro. E colgo l'occasione per collegarmi a un'altra cosa, dico di quelle piazze dove ho sono ex, la Lucchese, che sta invece vivendo una cosa al contrario: è una vergogna che a 20 km di distanza si vedano quelle cose che stanno succedendo, e che sono successe anche in altre piazze. La parte migliore del calcio, soprattutto in Serie C, sono i giocatori, perché sono coloro che in queste difficoltà continuano ad andare avanti, a giocare, a impegnarsi, a onorare la maglia, ad avere senso di appartenenza, senza avere il ritorno economico dello stipendio mensile, che per altro è una cifra ridicola. Questo è un inciso che ci devo fare".

È vero che troppo spesso viene sottovalutato quest'aspetto, si dà per scontato tutto, ma non è facile lavorare in quelle condizioni.
"Sfido chiunque a lavorare per mesi senza portare lo stipendio a casa, ma anche le regole devono essere modificate, perché è assurdo che i pagamenti siano bimestrali, è l'unico contesto, il calcio, dove i dipendenti vengono pagati ogni due mesi. Perché? No, non va bene. Soprattutto in Serie C dove gli stipendi sono come quelli degli operai, e lo dico da figlio di operaio".

La Serie C è una categoria sicuramente ostica, ma il contesto AlbinoLeffe è sicuramente tra i modelli virtuosi. E il rinnovo di mister Lopez, quando ancora dovete giocare i playoff, fa capire quanto la società stia programmando anche il futuro.
"Abbiamo fatto un cammino importante, abbiamo raggiunto il quarto posto che sicuramente non era l'obiettivo iniziale, anzi, guardavamo alla salvezza per salvaguardare tutta la struttura, tutto quello che il Presidente ha creato, il settore giovanile con oltre quasi 400 ragazzi, tutto quello che gira intorno, era fondamentale intanto rimanere in categoria, poi provare ad alzare l'asticella. Va detto che il presidente ci fa lavorare in maniera tranquilla, serena, senza mai ingerenze, ed è un lusso nel calcio di adesso, e questo permette anche allo staff tecnico di valorizzato tutti i giocatori, sia i più giovani che quelli un pochettino più esperti che venivano da andate non positive. Va dato comunque atto del lavoro che mister Lopez e i suoi collaboratori stanno facendo".

È chiaro però che farlo proprio prima dei playoff comunque è un segnale forte, sia per il gruppo che per l'esterno.
"Svelo un piccolo segreto, il rinnovo del mister era stato stabilito già quasi da un mese, il problema è che il Presidente, per motivi lavorativi che lo hanno portato all'esterno, non ha potuto incontrarlo: diciamo che il 90% dell'accordo era già stato fatto, mancava solamente, dico io, il pranzo finale che sugellava la firma. Ma questo era completamente slegato alla classifica, il lavoro fatto era visibile e non serviva il quarto posto per decidere di andare avanti con lui".

Non vi aspettavate, quindi, questa classifica a inizio stagione?
"Sinceramente no, perché abbiamo cambiato tanto la scorsa estate, abbiamo deciso di ringiovanire la rosa, tanto che siamo la quarta o quinta squadra come età media più giovane del girone, e non ci aspettavamo un impatto di questo genere, alla fine, come dicevamo prima, avevamo puntato anche su chi non veniva da annate sempre brillanti. Ma le motivazioni non mancavano, erano forti. In più, con Lopez ho lavorato anche a Lucca, tanti si dimenticano che ai playoff uscimmo ai Quarti di Finale contro il Parma di D'Aversa, che poi centrò la Serie B, e anzi, io dico una cosa: Lopez viene sottovalutato dagli addetti lavori, dalla Serie C, dalla categoria superiore, e la mia soddisfazione più grande è aver fatto capire ancora quanto sia un tecnico di valore. Faccio io la polemica adesso, a volte lavorano sempre gli stessi allenatori con dei risultati pessimi, senza aver raggiunto mai un minimo risultato, ma lavorano. Invece, allenatori come Lopez, se non trovano i direttori che ci credono in loro, fanno fatica a lavorare. Ci sono allenatori che hanno più esoneri che presenze, però lavorano sempre, e questo non va bene perché bisogna cercare di capire quali sono i pregi e i difetti delle persone. Il mio mister è una persona particolare, però è un valore aggiunto e uno deve sempre sfruttare i valori aggiunti delle persone, non guardare i difetti. Bisogna andare oltre, e questa è una cosa che purtroppo nel calcio, soprattutto in Italia, non si fa".

Discorso che vale anche per i Direttori. È forse l'ora di riformare davvero il calcio?
"Purtroppo in Italia, se non si mettono gli obblighi, difficilmente le regole sono rispettate. E questo vale anche nel calcio. Penso anche ai giovani, che saranno ora valorizzati dalla 'Riforma Zola', perché senza di loro, se una loro percorso, viene poi difficile programmare anche il resto: ci meravigliamo della Nazionale, ma se in Serie A ci sono più di 400 stranieri si fa fatica a poter convocare qualche italiano. Ma questo ragionamento deve partire dal basso, dalla formazione".

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