Salernitana, i fatti smentiscono il club: prima si cede, poi si acquista. 18 giorni senza colpi

La prima uscita stagionale all'Arechi rischia di essere davvero una sfida per pochissimi intimi. Al netto del lodevole scopo benefico (il trofeo Iervolino serve anche per raccogliere fondi per l'AIL), i tifosi continuano a vivere un periodo di palese distacco emotivo, come certificato anche dalle scarne presenze nel corso del ritiro di Cascia. Lo strappo con la società sembra insanabile e va oltre la doppia, mortificante retrocessione consecutiva. Certo, il repentino passaggio dalla A alla C a suon di record negativi pesa sull'umore di una piazza orgogliosa e passionale come quella granata, ma dietro lo scetticismo non ci sono soltanto i risultati, le sconfitte e i 200 gol subiti in un triennio. La gente imputa al patron Iervolino le promesse non mantenute ("Saremo l'Atalanta del Sud", "Proveremo a prendere Mertens", "Faremo un grande centro sportivo e un super settore giovanile", "Tra me, la stampa e la tifoseria sarà un sinallagma d'amore, non gestirò la squadra di calcio come un'azienda" e "Stazioneremo nella zona sinistra del campionato di A" alcune delle più celebri), il no al confronto pubblico, i silenzi con i giornalisti locali, un ridimensionamento improvviso rispetto ai programmi sbandierati e la scelta di alcuni dirigenti o allenatori che non si sono rivelati all'altezza del compito. Se poi aggiungiamo il caso Sampdoria, con la città e la provincia che in buona parte hanno deciso di non seguire "una farsa architettata a tavolino per far salvare i liguri a scapito nostro", allora si può ben capire che domenica prossima, per Salernitana-Reggina, non si andrà oltre un migliaio di presenze, soprattutto per la possibilità di rinnovare lo storico gemellaggio con i supporters amaranto. A breve partirà la campagna abbonamenti e, anche in questo caso, la risposta sarà estremamente fredda. A breve ultras e tifoseria organizzata decideranno come comportarsi, di certo c'è che l'ipotesi contestazione è stata accantonata: un atteggiamento totalmente diverso rispetto a quello assunto nell'era Lotito-Mezzaroma-Fabiani, la "triade" migliore della storia della Bersagliera capace di riportare Salerno dalla D alla A con bilancio in attivo e parco giocatori milionario.
Ad ogni modo a preoccupare è anche la solita contraddizione tra parole e fatti. Il presidente Milan aveva detto che "le entrate non dipendono dalle uscite, Faggiano ha carta bianca e sarà sicuramente pronto per ufficializzare a breve il buon esito delle tantissime trattative in corso". Sulla stessa lunghezza d'onda il nuovo amministratore delegato Pagano: "Abbiamo una società molto forte, che ha voglia di risalire in B. E' vero che dobbiamo anche abbassare il monte ingaggi e che nessuna azienda seria fa spese folli, però c'è la piena consapevolezza che dobbiamo allestire un organico altamente competitivo per provare da subito a vincere il campionato". Il ds Faggiano, invece, nel giorno della presentazione aveva parlato della possibilità di partire per il ritiro di Cascia "con una rosa completa all'80%". Invece, ad oggi, i fatti dicono che la Salernitana non ufficializza operazioni in entrata da tre settimane, con Liguori e Knezovic che sono di fatto virtualmente granata da 15-20 giorni ma non vengono annunciati per motivi che si fa fatica a comprendere. "Aspettare 20 giorni per uno svincolato e un Primavera del Sassuolo, evidentemente deve prima andare via qualcuno: la società continua a commettere gli stessi errori" scrivono ancora esponenti della tifoseria organizzata, increduli per questa politica che ha già prodotto risultati disastrosi condizionando il lavoro di un ds esperto e bravo come Petrachi. Raffaele, sette giorni fa, era stato chiaro. Con pacatezza, senza alzare i toni, ma con decisione: "Due giocatori arriveranno, altri me li aspetto per la ripresa a Norcia per avvicinarci a quel famoso 80%. E' un modo per lavorare meglio". Dopo otto giorni la preparazione è ripresa, ma volti nuovi zero. Eppure Bradaric è andato via, Njoh ha firmato per il Servette e Dalmonte è virtualmente del Trento.
Sarà pur vero che gente come Maggiore, Daniliuc (multato per non essersi presentato al ritiro, chiesto d'urgenza l'intervento dell'AIC), Lovato e Sepe guadagna cifre spropositate per la categoria ed è altrettanto vero che molti affari importanti si chiudono a fine agosto, ma dopo due anni di sconfitte ed errori era necessario dare un segnale diverso alla tifoseria. Ad oggi mancano un portiere, due difensori centrali, due esterni di destra, tre centrocampisti e un bomber. Le trattative in entrata sono note. Donnarumma è in pole per la porta, ma la concorrenza non manca. Nel reparto arretrato piace Brighenti, ma il vero obiettivo è Capuano della Ternana: con Matino e Coppolaro formerebbe un terzetto oggettivamente di grande spessore. Serve però l'ok di Iervolino così come per il centrocampista Tascone, ormai "separato in casa" col Cerignola, non impiegato nelle amichevoli, ma da 20 giorni in attesa della chiamata di Faggiano. Eppure si parla di un investimento per il cartellino di 100mila euro, cifra che è da minimo sindacale per chi è chiamato ad investire per vincere da subito in un girone di fuoco. In avanti, sfumato Vido (passato all'Union Brescia), si pensa sempre a Biasci, ma occorre allargare i cordoni della borsa per soddisfare le richieste di un Catanzaro che, ad oggi, non sembra intenzionato ad accettare contropartite tecniche. Sulla destra è ancora viva l'ipotesi Longobardi, ma se il Rimini risolvesse le sue problematiche potrebbe alzare il tiro e chiedere cifre importanti. In uscita Lovato è conteso da Sassuolo ed Empoli, Maggiore piace allo Spezia e sarebbe un gradito ritorno dopo un triennio negativo a Salerno, Tongya ha mercato in B (a gennaio fu seguito anche dal Como) mentre si cercano acquirenti per Sepe e Legowski.
