Milanese sulla Triestina: "La vera domanda è: perché è stata iscritta al campionato?"


Ospite dei microfoni di TMW Radio, all'interno della trasmissione 'A Tutta C', l'ex amministratore unico della Triestina, Mauro Milanese, ha parlato della difficile situazione del club alabardato:
La situazione della Triestina appare decisamente preoccupante: al momento non c’è un allenatore, un direttore sportivo, sono state annullate le amichevoli e non si sa nemmeno quando inizierà il ritiro. Non certo l'inizio di stagione che i tifosi si attendevano.
"C'è stata una serie di eventi in sequenza: prima il mancato pagamento dei contributi, poi il patteggiamento che porta al -13 in classifica per la prossima stagione… e sappiamo quanto sia difficile, in queste condizioni, convincere allenatori e giocatori a iniziare un progetto già in salita. C’era incertezza anche sulla scelta dell’allenatore: sembrava dovesse arrivare Gorgone, poi si è parlato di Donati, ma non è stato confermato o non si è deciso, sinceramente non lo so. Di certo la situazione è critica: non c’è un allenatore, non c’è un direttore sportivo. È strano vedere una gestione del genere. Abbiamo visto difficoltà anche in Serie A, con proprietà americane come quelle della Roma o del Milan, ma qui siamo oltre. Se non si riesce a rispettare le scadenze del 1° agosto, e non si pagano maggio e giugno, la Triestina rischia di dover ripartire dall’Eccellenza. È una situazione molto, molto grave. E questo a fronte di un fondo americano che aveva promesso grandi risorse, grandi obiettivi, addirittura la Serie A, l’acquisto di campi sportivi, la concessione dello stadio per concerti. Ma da quelle promesse si è passati a un campionato difficilissimo e a una gestione ancora più complicata".
Il presidente della Triestina Ben Rosenzweig ha detto di essere stato lasciato solo dagli altri soci e di essersi sobbarcato da solo gli oneri per l’iscrizione. Secondo lei, è una ricostruzione credibile?
"Non so se sia credibile, ma in realtà è normale che un presidente si faccia carico, direttamente o tramite i soci, dell’iscrizione al campionato. Tutte le società lo fanno. Quello che trovo molto più grave è che dipendenti, anche con stipendi piccoli, penso a magazzinieri, gente che prende meno di mille euro al mese, non vengano pagati da quattro o cinque mesi. Questo sì che è inaccettabile".
Ultima domanda: perché è stata fatta l’iscrizione? Se non si riescono a pagare le prossime scadenze, si rischia di prendere un’altra penalizzazione e di finire comunque in Eccellenza. Perché fare uno sforzo così grande per iscriversi, e poi non pagare gli stipendi arretrati?
"È una domanda che mi faccio anch’io. Perché fare l’iscrizione se poi non si pagano gennaio, febbraio, marzo, aprile? Di solito, chi è vicino al fallimento smette proprio di pagare, anche il netto. Qui invece si è deciso di fare uno sforzo economico importante, forse sperando nell’ingresso di nuovi soci o in altre risorse, ma sempre senza certezze. È stata una scelta quasi folle, imperiale. Non è nemmeno più una questione di calcio, ma di gestione societaria. Mi chiedo perché, a questo punto, non venga messa ufficialmente in vendita la Triestina. Piuttosto che farla fallire, perché non dire chiaramente: "la cediamo anche gratis", solo per alleggerirsi dei debiti e delle scadenze? Invece si continua a restare, a cercare soci, a chiedere a qualcuno di mettere soldi. Ma è difficile trovare qualcuno che voglia supportare un club che paga in ritardo, parte da -13, ha debiti enormi. Forse qualcuno ha già mollato, e non lo trovo così strano. Mi chiedo davvero perché non si cerchi di vendere il club, anche solo per evitare il fallimento".
