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TMW RADIO - Baumgartner: "Dopo 13 anni di presidenza, finalmente il mio Sudtirol in B"

TMW RADIO - Baumgartner: "Dopo 13 anni di presidenza, finalmente il mio Sudtirol in B"
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
mercoledì 27 aprile 2022, 07:36Serie C
di Dimitri Conti
Archivio Stadio Aperto 2020-2021
TMW Radio
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Walter Baumgartner intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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Walter Baumgartner, presidente uscente del Sudtirol, ha parlato su TMW Radio, durante la trasmissione Stadio Aperto con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Non esistono naturali conseguenze nel calcio e nello sport, purtroppo: dico sempre che si può programmare il successo sportivo, ma mai con data certa. Per noi la promozione in Serie B è il risultato di un lungo percorso, di continua crescita e preparazione sulle infrastrutture. Ora sono tutte pronte e proprio ora arriva la B: una cosa troppo bella, eccezionale e indescrivibile. Non sono solo primo tifoso, ma anche responsabile delle scelte che speri siano state tutte giuste. Assistere alle partite così è un po' diverso, soffri ancora di più. In queste ultime partite ho sofferto, soprattutto per lo spareggio con il Padova che era diventato fondamentale. Se la squadra non è solida e vincente, perdendo 8 punti di vantaggio in breve tempo, non hai più chance. Io però ero fiducioso, la squadra mi ha dimostrato durante l'anno di essere forte e di saper gestire situazioni particolari. Prima della Triestina ero tranquillo, più di altre volte. Ho pensato: stavolta ce la facciamo. E alla fine...".

L'accoppiata Bravo-Javorcic le ha fatto credere nelle vostre possibilità?
"Il ds Bravo non lo è solo di nome, sa gestire certe cose. Abbiamo fatto pochi innesti di giocatori nuovi, ma giusti: si era già visto nelle amichevoli che c'era qualcosa per poter fare bene. Ne ero convinto. Però sapevo anche che sarebbe stata una stagione molto difficile, il Padova era più o meno nella nostra stessa situazione. Battere un avversario del genere non era facile, ce la fai solo se sei in salute e ci credi in ogni momento. Tecnicamente e mentalmente ho una squadra all'avanguardia".

Il vostro è stato un lavoro di prospettiva.
"Nel calcio è tutto più complicato, la gente è ambiziosa e vuole vedere subito il risultato. Da noi il vantaggio è che la piazza capisce come le cose vadano costruite, hanno visto la crescita con il lavoro fatto nelle infrastrutture. Lavorare qui è più facile che in posti con maggiore pressione, ma il calcio ha bisogno di società che diano continuità al sistema. Sapere di società che falliscono è sempre un grande dispiacere, mi fa male. Per me continuità e solidità sono sempre state al centro".

Avete mai sentito mancare l'ambizione?
"Forse è un vantaggio che la preparazione a questo risultato storico durasse da più tempo di quanto qualcuno avrebbe mai pensato, ma ora vedo che siamo pronti per questa avventura. Stando sempre stati molto attenti ai conti si può crescere, nessuno dice che adesso è finita e che l'obiettivo sia solo quello di fare bene la Serie B. Già rimanerci a lungo per me dovrebbe essere il primo obiettivo".

Quali obiettivi per la Serie B?
"Partiamo dalla questione sportiva: abbiamo sempre dato molta importanza allo sviluppo e alla formazione dei giovani. Ci sarà da aumentare il livello, sia per la prima squadra che per il resto. Una crescita generale del calcio di questa provincia, vogliamo far crescere ragazzi di talento per il professionismo. Dal punto di vista finanziario e di liquidità, una squadra in Serie B dà molta visibilità al territorio e noi portiamo il nome della provincia".

Soddisfatto della gestione della Lega Pro da parte di Ghirelli?
"Io ero anche Consigliere Federale e ho sempre aperto bocca e detto quanto pensavo: la riforma dei campionati è fondamentale e non può toccare solo una categoria, la Serie C. Negli anni scorsi non è stato fatto in modo esauriente, devo dirlo. Per un motivo o per l'altro, le cose non sono andate a buon fine. Si potrebbe discutere per ore dei dettagli... Il numero delle squadre, in questo momento, merita qualche pensiero. Ho sempre ritenuto che non fosse giusto togliere la C2, il passaggio da D a C è troppo grande. E poi è sempre questione di soldi, il compito di formare i giovani è importantissimo e deve migliorare. Non soltanto badando al proprio orticello".

Un momento più significativo degli altri in questi 13 anni?
"Beh, ce ne sono... Il passaggio dalla C2 alla C1 vincendo il campionato, naturalmente pure quest'anno. La vittoria di un campionato è indescrivibile, la cosa più bella che esiste".

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