Trapani, scontro con l'amministrazione comunale. Il club rivuole soldi investiti nello stadio

Oltre i risultati del campo, in casa Trapani è adesso scontro aperto tra il club e il Libero Consorzio Comunale di Trapani sulla gestione dello stadio 'Provinciale'. Come infatti si legge sul portale trapanisi.it, nella giornata di ieri il presidente granata Valerio Antonini, mediante una lettera ufficiale inviata al presidente Salvatore Quinci, ha denunciato "l’inerzia dell’Ente" nel riconoscere gli investimenti effettuati per la riqualificazione e la messa a norma dell’impianto sportivo, stimati in oltre 3.5 milioni di euro tra il 2023 e il 2024 e già rendicontati.

Come si legge, per la società "gli interventi hanno consentito di elevare la struttura – di proprietà dell’Ente locale – agli standard richiesti per i Campionati professionistici, generando «un indiscutibile vantaggio patrimoniale» per il Libero Consorzio. In mancanza di un’equa contropartita contrattuale, sostiene il Trapani, si configura «un arricchimento senza causa»". Ed ecco quindi la richiesta dell'estensione della convenzione in vigore a una durata non inferiore ai 10 anni, ritenuta indispensabile per ammortizzare i costi e garantire stabilità all’attività sportiva, oltre poi al riconoscimento di almeno un terzo delle spese sostenute dal club, sotto forma di rimborso o compensazione per l’omesso adeguamento della convenzione.

Vengono poi contestate anche "la divulgazione impropria di documenti riservati, come bollette intestate alla società [ndr. ne abbiamo scritto qui], omettendo che tali oneri derivano unicamente dalla precarietà contrattuale imposta" e "funzionari oggi indagati per reati contro la pubblica amministrazione" che avrebbero obbligato il Trapani a stipulare una convenzione annuale nonostante l’importante impegno economico messo in atto sulla struttura sportiva.

Ci saranno adesso sette giorni di tempo per avere risposta, altrimenti Antonini è già pronto a una battaglia legale per ottenere il recupero integrale delle somme investite e il riconoscimento dell’arricchimento indebito per il LCC.