Dal miracolo del 2016 alla retrocessione: cosa ha portato il Leicester a precipitare in 8 anni

Si chiude dopo 8 anni la favola Leicester. Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato un epilogo simile dopo l'incredibile successo del 2016, il trionfo più inaspettato del calcio moderno targato Claudio Ranieri (i bookmakers dell'epoca pagavano 5000-1 la loro vittoria in Premier League). Una favola comunque costata oltre 600 milioni in cartellini, da quando la squadra ottenne nel 2014 la promozione nella massima divisione. Investimento non sempre ripagato, specie nelle ultime stagioni. Svolta, in negativo, la morte del proprietario Vichai Srivaddhanaprabha a seguito del tragico incidente in elicottero. Eppure il club aveva continuato a investire anche successivamente, basti pensare ai 115 milioni di euro investiti per un centro sportivo all'avanguardia.

E anche in campo, grazie alla guida di Brendan Rodgers, la squadra ha sempre lottato con le big six, sfiorando in due stagioni il ritorno in Champions League. Lo strappo al termine di questa stagione: il club ha iniziato a pensare più al far quadrare i conti, come si evince dall'ultimo mercato che ha visto 81 milioni in entrata e solo (per i parametri inglesi) 48 in uscita. A portare a tale decisione anche la presa di coscienza di una serie di investimenti sbagliati negli anni precedenti in sede di calciomercato: l'esempio è il deludente Patson Daka, pagato 30 milioni nell'estate del 2021 e vera delusione. Un cambio gestionale che ha portato ad attriti tra la proprietà e il tecnico nordirlandese, sfociati con un cambio corsa di panchina, di fatto tardivo perché il ciclo Rodgers era terminato già prima. Ad affossare definitivamente le Foxes il rendimento non all'altezza dei giocatori migliori, con Jamie Vardy che sente ormai il peso degli anni e James Maddison che forse poteva essere ceduto in estate. Succederà, giocoforza, dalla prossima sessione di mercato con la squadra che sarà costretta a ricostruire dalla Championship.