Girelli: "In Italia si può giocare a calcio, anche se sei donna. Orgogliosa di questa squadra"

La sua doppietta ha permesso all'Italia di battere la Norvegia e approdare alla semifinale dell'Europeo Femminile, un traguardo che mancava da tantissimi anni. Al termine della gara Cristiana Girelli ha parlato in conferenza stampa: "Non so, è qualcosa di magico. Ma ti dirò, sentivo qualcosa di speciale nell’aria fin da quando siamo arrivate in Svizzera. Da quando il mister ha preso la guida tecnica della squadra ho avvertito un’energia diversa, difficilmente ho sbagliato una sensazione. Ed è stato così anche questa sera. Arrivare in semifinale, essere tra le prime quattro d’Europa, è qualcosa di meraviglioso e speciale .È anche la dimostrazione di quanto questa squadra abbia creduto fin dall’inizio. Sono stati anni difficili, abbiamo sofferto tanto - nel Mondiale, all’Europeo - giocando spesso al di sotto delle aspettative. Ma stasera è una grande soddisfazione essere tra le migliori. Una felicità che vogliamo condividere, soprattutto pensando a quanto sia importante portare a casa risultati per le nuove generazioni. Lo facciamo per la nostra gloria, certo, ma anche per qualcosa di molto più profondo: dimostrare che in Italia si può giocare a calcio, anche se sei donna".
Il gol vittoria?
"Forse ancora non mi rendo conto del tutto di ciò che è successo. Sul secondo gol ho guardato l’orologio e ho capito che eravamo vicinissime a qualcosa di grande. A livello tecnico, forse il più bello è stato quello col Portogallo. Ma come importanza, sicuramente il secondo di oggi: Cantore mi ha servito una palla meravigliosa, io ho dovuto solo spingerla dentro. Eravamo in tante ad attaccare l’area: è il segno di quanto volessimo questa vittoria. Soffrire fa parte del gioco, soprattutto in un quarto di finale contro una squadra come la Norvegia, abituata a vincere e a giocare partite importanti. Ma arrivare al 90esimo con così tanta voglia di segnare dimostra quello che ho sempre pensato di questa squadra: sono orgogliosa".
L'atmosfera allo stadio?
"Questa sera c’erano 27.000 persone allo stadio, tanti italiani. È stato emozionante. Anche con il Portogallo, su questo campo, ci siamo sentite come a casa. La spinta del pubblico è stata fondamentale. Mio padre, mia sorella con i miei nipotini sono venuti alla prima partita, poi sono andati in vacanza... con tempismo perfetto, ovviamente! Ma ora mia sorella è tornata e sta organizzando un pullman da Brescia per la semifinale. La tribuna dietro la panchina era piena di amici e persone a cui sono legata. Martina Rosucci ha pianto con me su ogni gol. Vivere questi momenti con loro li rende ancora più belli.
Mister Soncin?
"Voglio dire una cosa al mister, non solo perché è qui: ha avuto una capacità enorme di entrare in un mondo che non è semplice. L’ha fatto con un’umiltà e una sensibilità tali da guadagnarsi la nostra totale fiducia. Non era facile, dopo anni complicati, ma fin dall’inizio ci ha trasmesso la voglia di esprimerci e di crederci. I suoi occhi parlano sempre, anche quando le cose vanno male. Non è scontato raggiungere certi obiettivi. Da capitano gli dico grazie ora, perché non so come andrà a finire. Ma la serenità e la consapevolezza che ci dà in allenamento si vedono anche in campo. Finalmente, si vede chi siamo".
La semifinale?
"È un sogno che diventa realtà. Come ho detto prima, fin da quando siamo arrivate in Svizzera - ma anche già durante gli allenamenti in Sardegna - ho sentito qualcosa di speciale. Negli occhi delle mie compagne ho visto una luce difficile da spiegare a parole. Sapevamo che sarebbe stato difficile raggiungere la semifinale, ma anche che ce la potevamo fare. Nella fase a gironi forse non avete visto un grande calcio, ma bisogna considerare la pressione che abbiamo avuto negli ultimi anni".
Questo stadio ti porta fortuna
"Forse dovrei chiedere alla Juventus di farmi giocare tutte le partite in questo stadio! (Ride, ndr) No, ovviamente. Ma ricordo bene quando ci ho giocato con la Juve in Champions League, contro il Servette. Alcuni stadi ti regalano emozioni particolari, e questo sicuramente è uno di quelli. Stasera ci siamo sentite davvero a casa. E sono felice".
