Italia, Soncin: "Io sono in paradiso, non tornerei mai al calcio maschile"

Andrea Soncin, commissario tecnico dell'Italia femminile, ha parlato in conferenza stampa dopo la vittoria contro la Norvegia che ha permesso alle azzurre di conquistare la semifinale all'Europeo: "Io le lacrime le ho già finite. C’è una gioia grandissima, un orgoglio estremo. Solo questa sera ho realizzato i dati storici, da quanti anni non accadeva una cosa simile.
È un momento davvero importante non solo per noi ma per tutto il movimento. Nello stesso anno l'under 17 si è qualificate alle fasi finali ottenendo buoni risultati. Bene anche l'Under 19, ora la nazionale maggiore. Questo è un premio per tutto quello che la Federazione, i club e soprattutto le ragazze stanno facendo ogni giorno per alzare il livello. Con questa responsabilità, ho il cuore pieno di orgoglio. Potrei anche alzarmi e lasciare spazio a Cristiana, che ha fatto qualcosa di straordinario in campo, ma che soprattutto rappresenta ciò che le ragazze stanno dando da tanto tempo. Sono davvero orgoglioso. La magia è vedere qui con noi le ragazze escluse - Aurora Galli, Martina Rosucci, Sara Beccari - che sono rimaste con noi fino alla partenza per la Svizzera. E anche quelle che, per le scelte che deve fare un CT, non sono più rientrate.
Questa è la magia che siamo riusciti a creare all’interno del gruppo squadra, quella che ti permette di rendere magico ogni momento e di "allineare i pianeti".
Come si fa a restare concentrate dopo una partita così?
"Le ragazze sono cresciute molto, segnate anche dalle esperienze passate. È nei momenti difficili che si matura.
Questo è un gruppo consapevole, festeggia quando deve, ride quando serve, e poi si rimette subito al lavoro.
Ho piena fiducia in tutte loro, e in tutto lo staff che ci supporta. Ora ci godiamo questo momento, abbiamo sei giorni per ricaricarci, poi affronteremo la semifinale con motivazione altissima".
La scelta di accettare l'incarico?
"Quando la Federazione mi ha chiamato, ero sotto contratto con il Venezia. Avevo quattro anni di contratto, ero a casa, stimato, in zona comfort. Ma quando è arrivata la chiamata della Nazionale, ho accettato subito. Non ho pensato al contratto né al futuro. Allenare la Nazionale è qualcosa di unico. Parlare di calcio maschile o femminile ormai ha poco senso. Stiamo cercando di dire che è solo calcio, con le sue specificità. Un professionista che lavora con una squadra femminile deve conoscere cosa curare, cosa gestire in modo diverso. I rapporti, il modo di comunicare, la relazione: tutto cambia quando metti al centro prima di tutto la persona. Io sono in paradiso. Non tornerei più al calcio maschile. Le connessioni che si creano con le ragazze sono uniche: c’è rispetto, purezza, passione. Sono felicissimo dell’esperienza che sto vivendo".
Quanto sei orgoglioso di queste giocatrici?
Sono molto orgoglioso. Per me è stato un momento davvero emozionante. Fatico a trovare le parole, è tutto incredibile. Siamo esattamente dove volevamo essere.Avevamo fatto una promessa: venire in Svizzera per essere protagonisti. E questo è quello che vogliamo continuare a fare".
