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Il Lione non pagò Gunnarsdottir durante la gravidanza: condannato a risarcirla. Ed è scontro

Il Lione non pagò Gunnarsdottir durante la gravidanza: condannato a risarcirla. Ed è scontro
mercoledì 18 gennaio 2023, 18:04Calcio femminile
di Tommaso Maschio

La calciatrice della Juventus Women Sara Bjork Gunnarsdottir in un lungo articolo su The Player’s Tribune ha rivelato i retroscena della sua gravidanza vissuta da tesserata del Lione, il più importante club nel panorama femminile internazionale con le sue 8 Women’s Champions League in bacheca, che da un decennio viene considerata esempio di virtuosismo, programmazione e rendimento. Un racconto in cui lancia pesanti accuse al club per la gestione della situazione spiegando di aver in un primo momento rivelato solo al medico della squadra, e ai fisioterapisti, la sua condizione di donna, e calciatrice, incinta rimasta segreta fino alla sfida col PSG nel 2020 quando dovette rivelare al tecnico Jean-Luc Vasseur e alle compagne la propria condizione spiegando di non potersi impegnare al 100% in campo. Una notizia che venne accolta da congratulazioni, felicità, ma anche perplessità perché si trattava della prima volta nella storia del Lione e soprattutto perché Gunnarsdottir voleva tornare a essere una calciatrice al termine della gravidanza.
Da allora le cose cambiarono con stipendi che non arrivano più, mancanza di risposte dai vertici del club tanto da dover ricorrere alla FIFA e alla FIFPro per avere assistenza legale per far valere i suoi diritti. Senza contare che al rientro dopo la nascita di Ragnar si trova in un ambiente ostile col club che le vieta di portare il figlio in trasferta e altre situazioni spiacevoli che portano all’inevitabile divorzio. “Sono i miei diritti e non possono essere contestati, nemmeno da un club grande come il Lione’’ scrive senza reticenze Gunnarsdóttir nel suo sfogo. Una vicenda che ha visto l’islandese vincere il reclamo contro il Lione con la Camera di Risoluzione delle controversie della FIFA che ha condannato il Lione a pagare alla giocatrice 82mila euro a titolo di compenso residuo, oltre al 5% di interessi, per il periodo tra il 10 settembre 2021 e la data di effettivo pagamento.

Uno sfogo che però ha provocato la dura reazione del club francese che in una nota risponde alle accuse mosse dall’attuale bianconera tirando in ballo il recente caso di Amel Majri tornata in campo dopo la gravidanza: “Abbiamo sempre rispettato la legge francese, che a volte abbiamo trovato troppo restrittiva su questi temi. Pertanto, ci siamo sempre battuti per una maggiore protezione dei giocatori su questi punti. Abbiamo fatto tutto il possibile per supportare Sara Björk Gunnarsdóttir nella sua maternità, così come nel suo ritorno ai massimi livelli. Su sua richiesta, abbiamo accettato di concederle il congedo di maternità in Islanda, suo paese di origine. Quando è tornata in Francia, dopo la nascita di suo figlio, abbiamo fatto di tutto per favorire il suo ritorno ad alti livelli in condizioni che le consentissero di vivere al meglio la sua nuova vita di madre, e il suo ritorno alle competizioni, grazie in particolare ad un accompagnamento avanzato, come abbiamo fatto con Amel Majri. Questo tema ci sta particolarmente a cuore e siamo orgogliosi di averla accompagnata (Majri ndr.) in questi mesi, per tutta la gravidanza fino al suo ritorno in campo contro la Soyaux, permettendole anche di viaggiare con sua figlia e la sua tata. Negli ultimi mesi, la FIFA ha scelto di stabilire per la prima volta un quadro normativo per i calciatori che devono vivere la maternità durante la loro carriera. Cosa di cui siamo felici. La FIFA ora ci sta criticando per non aver offerto un altro lavoro a Sara Björk Gunnarsdóttir durante il suo congedo per malattia e poi per la maternità, ma la legge francese ci vieta di farlo e la giocatrice ci aveva espressamente chiesto di poter tornare a vivere in Islanda, cosa che avevamo accettato. Siamo orgogliosi di aver annoverato Sara Björk Gunnarsdóttir nella rosa dell’Olympique Lyonnais. Le nostre strade si sono separate per motivi prettamente sportivi. Se desidera aiutarci oggi a migliorare ulteriormente la legge francese, saremmo felici di poterla coinvolgere nei nostri sforzi al fianco di Amel Majri per consentire a tutte le atlete di vivere appieno la loro gravidanza, così come il ritorno alle competizioni”.

Un comunicato che ha visto la reazione piccata di Árni Vilhjálmsson, compagno della calciatrice islandese, attraverso il proprio profilo Twitter.

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