332 giorni di silenzio, poi l'intervista dell'anno. Dybala, CR7, la Juve e tanto altro: parla Sarri

I trecentodue giorni di silenzio, dall’addio alla Juventus a oggi, si sono fatti sentire tutti. Poca Lazio, che è il suo presente e il suo futuro, perché Maurizio Sarri vuole aspettare la presentazione ufficiale per esporsi da biancoceleste. Sul resto, però, l’ex allenatore va a ruota libera. Nell’intervista a Sportitalia ce n’è davvero per tutti. Si torna sulla squadra bianconera: “A ottobre ho chiesto al mio staff se volevano andare avanti sulla nostra strada e tornare a casa dopo 20 giorni o accettare compromessi e vincere lo scudetto per poi andare a casa comunque”. E sui giocatori allenati a Torino: “Dybala un fuoriclasse, la Juve deve scegliere se puntarci o venderlo. Ronaldo una multinazionale: va oltre la società”. Non mancano stoccate pesantissime: “Il mio scudetto è stato dato per scontato, poi ho visto che hanno festeggiato un quarto posto”. E frecciatine sul successore, l’inesperto Pirlo: “È l’effetto Guardiola che ha fatto danni, si rischia di bruciare giovani allenatori”. Anche quando si cambia argomento, si torna sempre lì: “Non riesco a capire chi pensa che si vinca giocando male”. Vi fa venire in mente qualcuno? Di Allegri, per la cronaca, non si parla proprio. Di altri allenatori sì, per esempio De Zerbi: “Esterrefatto che vada all’estero, è pronto per una big italiana”. A proposito, complimenti a Mancini e al suo pupillo Jorginho: “Pallone d’Oro? Se vince l’Europeo… È un giocatore troppo raffinato per essere capito di tutti”. Si sentiva la mancanza delle parole di Sarri, il campionato non è neanche arrivato che c’è già stata l’intervista dell’anno.
