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Bra, il dt Stefano Sorrentino: "L'entusiasmo la nostra arma. Ci mancano 4-5 innesti"

Bra, il dt Stefano Sorrentino: "L'entusiasmo la nostra arma. Ci mancano 4-5 innesti"
© foto di Federico Serra
ieri alle 20:04Serie C
di Daniel Uccellieri
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TMW Radio / A Tutta C
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Stefano Sorrentino, ex portiere che in carriera ha vestito le maglie di Chievo, Palermo e Torino fra le altre, oggi direttore tecnico del Bra, è intervenuto nel corso dell'appuntamento pomeridiano di A Tutta C, trasmissione in onda su TMW Radio e su Il 61, canale 61 del digitale terrestre.

Partiamo dalla questione stadio. Quanto sarà difficile giocare in un altro terreno di gioco?.
"Sì, anche perché ci aspettano 38 trasferte e capite che diventa tutto più complicato. È una cosa allenarsi tutti i giorni nel tuo stadio e poi andare a giocare su un altro campo, questo sicuramente all’inizio non ci aiuta. Ma non deve essere un alibi: deve essere una prova di forza, per dimostrare che il BRA, nonostante tutto, ha voglia di costruire qualcosa di importante".

Quali sono i tuoi riscontri personali in questo ruolo? Come ti stai confrontando con una piazza che sta vivendo un salto importante di categoria?
"C’è tanto entusiasmo e dobbiamo farne un’arma. Vincere un campionato di Serie D non è semplice e dobbiamo avere la forza di continuare con le nostre certezze, le stesse che l’anno scorso ci hanno permesso di vincere. È chiaro che non giocare nel nostro stadio ci limita un po’, ma non dobbiamo avere alibi: per tutti noi, dal sottoscritto all’ultimo tesserato e tifoso, è una grandissima occasione".

Il presidente ha detto che, dopo la promozione, siete stati “travolti” dagli impegni e che ora c’è anche una pressione mediatica diversa. Com’è cambiato tutto?
"Cambia tutto. Prima, per la maggior parte delle persone che lavorano nella società, il calcio era quasi un secondo lavoro. Ora, diventando professionisti a 360 gradi, questo è il lavoro principale. Cambiano le strategie, le abitudini, il modo di pensare".

Parliamo di mercato: ho visto tante conferme ma anche nuovi innesti. Come vi state muovendo?
"Ci mancano ancora 4-5 giocatori per completare la rosa. È normale puntare sui nostri giovani: abbiamo mantenuto un blocco importante della squadra che ha vinto il campionato e, come ho detto, l’entusiasmo della vittoria e la scelta di rivoluzionare il meno possibile devono darci forza e continuità".

Tu, oltre al ruolo di direttore tecnico, sei stato un portiere di grande esperienza. Cosa puoi dare nello specifico ai portieri del BRA?
"Ci confrontiamo sempre, sia con l’allenatore dei portieri che con i ragazzi. È giusto che, avendo me a disposizione, possano chiedere, parlare liberamente di tutto. Ci confrotniamo sulle palle inattive e su tanti dettagli, sempre insieme al nostro preparatore dei portieri, cercando di trovare la giusta quadra".

Avete confermato lo zoccolo duro: quali sono state le linee guida nella costruzione della squadra?
"La priorità era mantenere il gruppo che ha vinto il campionato. Da fuori può sembrare che sia stato facile, ma non lo è stato. Abbiamo tenuto un’organizzazione, un’idea di gioco, che ora dobbiamo trasferire ai nuovi".

Quali sono, secondo te, i punti di forza dell’allenatore Fabio Nisticò?
"La grande conoscenza di queste categorie. Ha solo 50 anni ma più di 300 panchine. Nelle amichevoli stiamo lavorando molto sulla parte fisica, ma nonostante questo riceviamo complimenti perché la squadra ha un’identità, sa cosa fare con e senza palla. Il mister sta toccando poco certi aspetti, segno che l’input dato l’anno scorso, unito allo zoccolo duro rimasto, sta facendo la differenza".

Un tema di attualità: le seconde squadre. Il DS ha detto che sta cambiando tanto, perché prima potevi chiedere in prestito un giovane da Juve, Inter o Milan, ora hanno la loro squadra B. Come la vedi?
"Se andiamo avanti così, faranno un campionato a parte. E ci tolgono spazio. L’anno scorso, ad esempio, il Milan aveva Gimenez squalificato in prima squadra e l’ha mandato a giocare con l’Under 23. Capite che per chi li affronta diventa complicato".

Il DS parlava anche della sostenibilità: diritti TV, costi alti…
"E poi siemo finiti nel girone B, con tante trasferte costose. Giocare a 300 chilometri di distanza è complicato. Bisogna rivedere certe regole, per evitare situazioni come quelle viste l’anno scorso con Lucchese, Taranto, Turris".

Dal punto di vista tecnico, come vi state muovendo sul territorio e con i giovani?
"I giovani sono la forza di tante società, anche solo per la regola del minutaggio. Ma bisogna scegliere bene, perché oltre al minutaggio devono dare un contributo vero al campionato. Le big vicino a noi (Juve, Inter, Milan, Atalanta) hanno tutte la loro seconda squadra, quindi guardiamo anche fuori regione e, in alcuni casi, all’estero, per sopperire a certe mancanze sugli under".

Prima partita di campionato: a San Benedetto del Tronto contro un’altra neopromossa. Che impressione hai avuto quando hai visto il calendario?
"Bello. Troveremo lo stadio pieno, sarà un banco di prova per capire di che pasta siamo fatti. Da calciatore non c’è nulla di meglio che giocare in uno stadio così. La Sambenedettese sta facendo una bella squadra, è un avversario tosto, ma andremo lì per giocarci le nostre carte.

Serie C e il fascino di certe piazze: che effetto ti fa?
"È vero, il Girone B per noi ha tanti aspetti negativi, soprattutto per le trasferte. Ma giocare in stadi come Terni, Ascoli, San Benedetto, stadi che hanno visto il calcio vero negli anni, è bellissimo. La gente è appassionata, segue la squadra. Sarà bello, ci farà capire che quello che inizierà il 24 agosto è calcio vero, calcio importante".

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