A un passo dalla Lazio, poi il gran rifiuto: come va la vita basca di David Silva

Sembrava tutto fatto. La Lazio era pronta ad abbracciare David Silva: un colpo da novanta, per riprendere il sogno scudetto. Poi, appena dopo Ferragosto, la sorpresa e la beffa: lo spagnolo saluta sì il Manchester City, ma per tornare a casa. O meglio, non proprio a casa, lui nato alle Canarie e calcisticamente cresciuto al Valencia. Sceglie la Real Sociedad, per calcare i campi della Liga, salutati nel 2010. A Roma, sponda biancoceleste, non la prendono benissimo. “Mi aspetto che lui e il suo agente parlino”, assicura il ds Igli Tare, scottato dal colpaccio soltanto sfiorato. Per la cronaca, non dà spiegazioni nessuno dei due. Soltanto il padre, che replica: “Non aveva mai chiuso con la Lazio”. Ma come sta andando la nuova vita basca di David Silva?
Non benissimo. Almeno a livello personale, se si considera che la Real Sociedad è attualmente sesta in Liga. E soprattutto sotto il profilo della continuità. Schierato da trequartista nel 4-2-3-1 di Alguacil, Silva ha iniziato in realtà alla grande il campionato: esordio da subentrante alla seconda giornata contro il Real Madrid, poi otto partite da titolare. Un gol e due assist, ma soprattutto sette vittorie della squadra, trascinata al secondo posto. Poi, una serie di infortuni muscolari: da fine novembre, Silva ha saltato nove gare su dodici in campionato. Clamoroso il cambio di passo dei compagni in sua assenza. Nelle prime dieci giornate, con l’ex City abile e arruolato, la Real Sociedad ha perso solo una partita, conquistando ventitré punti sui trenta a disposizione. Nelle successive dodici, cioè da quando sono iniziati i problemi, la formazione basca ha vinto soltanto due partite, perdendone ben quattro e scivolando dal secondo al sesto posto in graduatoria. Analoga flessione in Europa League: due vittorie su tre con Silva a pieno regime, tre pareggi su tre da quando sono iniziate le noie del campione. Sempre tale, non sempre continuo.
