Bergomi sulla sua storia: "Papà mi disse: 'Difensore? Fai l’attaccante, si guadagna di più'"

Intervisto dalla Gazzetta dello Sport, l'ex difensore e ora opinionista di successo Fabio Bergomi ha parlato così dei propri inizi e del rapporto col padre, milanista: "Aveva un autonoleggio a Settala. È morto nel 1980, mamma è rimasta sola a 49 anni ed è stata straordinaria. Un omone di 1,90, se si bucava un pallone me ne comprava subito un altro. "Difensore? Fai l’attaccante, si guadagna di più". Mi portò al Milan, mi presero ma ero giovanissimo e tornai a marzo. A fine stagione trovarono i reumatismi nel sangue e mi lasciarono a casa. Poi arrivò l’Inter".
Anni '70, si giocava per strada.
"Sei ore al giorno, non sei ore a settimana come oggi nelle scuole. Andavo all’oratorio e c’era Don Narciso, compagno di scopa di mio padre, bravissimo, mentre il Don era scarso. Teneva sempre chiuso l’oratorio, noi scavalcavamo, le suore glielo dicevano, lui ci cacciava e noi rientravamo. Fino all’ora di cena".
Da Don Narciso ai suoi tecnici: Bersellini...
"“Vai dentro, marca Nicoletti", mi disse prima del Como. Poche parole, bella persona. Il debutto in Coppa Campioni con la Stella Rossa, dopo un lungo ritiro, tornai a Settala e al ritorno il pullman arrivò in ritardo. Non mi disse niente, ma che gelo".
