Biraghi: "Nel finale della passata stagione abbiamo fatto figure di merda. Qui sto bene"

Cristiano Biraghi dal ritiro del Torino di Prato allo Stelvio ha parlato con i giornalisti presenti ecco che cosa ha detto:
Come sono stati i primi giorni di ritiro e come sta andando con il nuovo allenatore?
"Tutto bene, stiamo lavorando e mettiamo un po' di carico nelle gambe, come si dice e come è giusto che sia in questa fase della stagione, e oltre a questo stiamo iniziando a lavorare sui concetti dell'allenatore nuovo. Ogni allenatore ha le sue idee, i suoi principi e quindi è importante lavorare su tutto ciò e cercare di assimilarli il prima possibile. Lo stiamo facendo bene, nonostante la stanchezza stiamo lavorando bene e quindi siamo contenti”.
Qual è la sua impressione sulla squadra visto che alcuni giocatori sono andati via?
“Ho una buona impressione. E' normale ed inevitabile che in questo momento della stagione ci siano delle situazioni di mercato, è una cosa normale ma siamo abituati. L'importante è lavorare bene e pensare a chi c'è lavorando bene e cercare di fare il massimo. Non è compito nostro e non deve essere pensiero nostro entrare nelle dinamiche di mercato di chi va via o di chi non arriva. Lo sappiamo tutti quando c'è il mercato sia adesso sia a gennaio è sempre così e infatti si parla sempre di chi deve andare via, di chi rimane e di chi non rimane, ma alla fine la cosa più importante è lavorare con chi c'è, lavorare bene sul campo, dare il massimo perché poi tutti saremo utili di qui alla fine dell'anno. Dobbiamo solo pensare a fare bene il nostro lavoro sul campo a livello fisico, soprattutto in questo periodo per mettere benzina, ma anche a livello di campo per apprendere, come ho detto, il prima possibile le idee dell'allenatore”.
Cosa è cambiato con Baroni visto che utilizzate il 4-2-3-1 come nella seconda parte della scorsa stagione? Su cosa state lavorando in particolare?
"Il modulo è quello con cui abbiamo chiuso l'anno scorso e stiamo lavorando molto sui principi che ci potranno servire durante le partite giocando in questa maniera. Stiamo lavorando molto sul palleggio, sul tenere tanto la palla, che è una cosa importante perché sembra banale, ma non lo è visto che più abbiamo noi la palla e meno ce l’hanno gli altri e di conseguenza hanno meno possibilità di farti male. E’ importante lavorare su questo aspetto. Stiamo lavorando su tutte e due le fasi di gioco, sia offensiva sia difensiva, e incameriamo buoni concetti, mi piace molto cos stiamo facendo e le idee. Dobbiamo solo continuare per apprendere il prima possibile i principi nuovi e per riuscirci bisogna lavorare tanto in campo e penso che lo stiamo facendo molto bene”.
In una delle ultime conferenze dell'anno scorso aveva detto che la squadra stava facendo un cambio di mentalità, è stato completato questo percorso? La squadra ha la mentalità per arrivare in Europa, obiettivo che vogliono i tifosi?
“Io avevo anche detto però che è un percorso lungo, non dura un giorno, un mese, due mesi, non è così. Poi adesso è una fase della stagione in cui stiamo lavorando molto bene e, secondo me, la mentalità è ottima però fino a quando non inizieranno le partite non possiamo dire a che punto siamo, penso non sia neanche giusto per rispetto dei tifosi dire che quest'anno dobbiamo andare in Europa e poi non ci andiamo. Noi dobbiamo lavorare al meglio e cercare di fare meglio dell'anno scorso: questa è la mia mentalità. L'anno scorso abbiamo fatto una cosa e quest'anno bisogna fare meglio, poi se quel meglio sarà arrivare noni, settimi, ottavi, quinti, primi non lo so, però l'importante è fare meglio dell'anno prima e questo vuol dire che si è fatto uno step. Quanto lo step sarà grande ci rivediamo ad aprile e maggio e lo dirò. Sicuramente l'obiettivo è fare meglio dell'anno scorso, questo è chiaro. L'anno scorso non abbiamo chiuso nella maniera giusta per quello che è la piazza e per la maglia che indossiamo. Chi è rimasto lo sa. Sappiamo che come abbiamo chiuso l'anno scorso non va assolutamente bene e ci prendiamo tutta la responsabilità che c'è da prendersi, come è giusto che sia, e quindi vogliamo fare meglio dell'anno scorso”.
Ha detto che vi siete presi la responsabilità anche se nel calcio chi paga è l'allenatore. Si aspettava l’esonero di Vanoli?
“Hai ragione, nel calcio purtroppo è più facile che paghi uno piuttosto che venticinque: è così e gli allenatori lo sanno meglio di noi giocatori. Però prendersi la responsabilità è anche venire qui in questo momento e dire che non abbiamo chiuso all'altezza della situazione. Questa è la responsabilità che posso prendermi io e che possiamo prenderci noi calciatori: ammettere che nell'ultimo mese, mese e mezzo, adesso non ricordo esattamente, non abbiamo fatto quello che una squadra come il Torino deve fare. Poi sul cambio di allenatore non so, sono scelte della società. Noi giocatori siamo qui e dobbiamo fare il massimo, dobbiamo dare tutto quello che abbiamo a prescindere da chi c'è e chi non c'è. Comunque non è neanche giusto parlare del passato, adesso siamo qui, il presente è questo, abbiamo un allenatore nuovo, siamo partiti con grande entusiasmo e con grande voglia di migliorare e di raggiungere l'obiettivo che, secondo me come ho detto prima, è fare meglio dell'anno scorso perché fare meglio dell'anno prima vuol dire aggiungere qualcosa”.
L'arrivo degli arabi nel calcio italiano con i loro petroldollari impoverisce il campionato? Fra voi giocatori ne parate?
“Secondo me questo è un discorso un po' più … nel senso che posso risponderti per me stesso, ma non per altri poiché ognuno ha il suo modo di vedere le cose. Per me non è neanche giusto dire che uno che va in Arabia solo per i soldi, però non è neppure giusto dire che non si pensa ai soldi, alla carriera. Sono cose delicate e ognuno deve rispondere per sé. Personalmente posso dire - lo può confermare chiunque mi conosca e che abbia avuto a che fare con me a livello di contratti e di soldi - che non ho mai guardato ai soldi, non mi è mai interessato questo, ovviamente direi una bugia se dicessi che giocherei gratis tutta la carriera perché è comunque il mio lavoro, però non sono esoso di soldi e per me contano altre cose. Ciò che penso io non è detto sia la cosa giusta. Quando c'era stato il periodo della Cina tanti erano andati là, adesso c'è il periodo dell'Arabia. Comunque non è un campionato scarso quello dell'Arabia infatti ora vi stanno andando giocatori veramente forti. Per questo ho detto che non è giusto dire che si va là solo per soldi, bensì anche perché adesso il livello è molto alto infatti in ogni squadra ci sono 7-8 stranieri di altissimo livello che in Europa giocavano ad alto livello come Retegui, Hernandez, Cristiano Ronaldo. Gli ultimi acquisti li abbiamo visti e sono tutti giocatori top europei e quindi vuol dire che il livello si è alzato anche là. Però questi sono discorsi un po' … non lo so forse finché non ti ritrovi in situazioni di questo tipo non sai qual è la risposta. Magari oggi ti risposto così e domani mi offrono 20 milioni e ci vado anch'io. Non lo so, non penso perché io ho dei principi e valori e se dico una cosa quella è, però diciamo che chi va là, secondo me, non è giusto che sia giudicato”.
Baroni le ha chiesto qualche cosa in particolare per il suo specifico ruolo visto che qui in ritiro certi giocatori sono stati posizionati in ruoli che non sono i loro specifici?
"No, diciamo che il mister vuole un calcio molto di movimento e, come ho detto prima, vogliamo essere una squadra che tiene la palla più degli avversari per evitare pericoli quindi è normale che volendo un calcio di possesso, non passivo, un calcio attivo sia normale che per fare possesso palla ci debba essere del movimento. Se si è statici si facilita la pressione avversaria. Ma richieste particolari il mister non me ne ha fatte. Fortunatamente in tanti anni di gioco ho avuto tanti allenatori e ne ho avuti anche che richiedevano più o meno quello che richiede Baroni, quindi diciamo che mi sono adattato bene visto che non mi ha chiesto niente di particolare, tutte cose che conoscevo e sapevo. Per quanto riguarda i ruoli degli altri siamo in una fase in cui magari qualcuno si deve adattare per riuscire ad essere tutti competitivi. Ormai nel calcio sempre meno si hanno ruoli precisi e ognuno deve essere capace a fare un po’ tutto.
Quindi chi magari in questo momento sta giocando tra virgolette fuori ruolo, secondo me, non è fuori ruolo ma è un modo per imparare altre cose e per essere d'aiuto alla squadra”.
E’ rimasto al Torino dopo i primi sei mesi positivi. Come si aspetta il prossimo periodo visto che a lungo è stato a Firenze?
“Il mio adattamento, l'avevo detto anche l'anno scorso, sin da subito è stato positivo e mi sono trovato molto bene. Tanti ragazzi già li conoscevo quindi è stato anche più facile inserirmi seppur arrivassi da una realtà diversa dove ero stato tanto per tanto tempo. All'inizio avevo un po' il timore per il cambio, per trovarmi in un ambiente tutto nuovo, però tutte le persone che lavorano per il Torino, dai magazzinieri, ai fisioterapisti, ai giardinieri, ai compagni, tutti mi hanno accolto veramente bene e mi hanno fatto subito sentire a casa. Infatti ho avuto zero problemi, l'unica cosa che mi mancava era la mia famiglia che era rimasta a Firenze, ma adesso tra poco verranno anche loro e le bambine andranno a scuola a Torino quindi va tutto per il verso giusto”.
Come si sta trovando in città?
“Bene, bene. Non l'ho vissuta tanto perché non avendo la famiglia passavo tanto tempo al campo e poi quando non ero al Filadelfia stavo a casa. Però devo dire che il centro mi piace molto, ho girato qualche ristorante, va benissimo. La mia famiglia era venuta a trovarmi e si era trovata molto bene e questo è importante. Io posso vivere ovunque, non è un problema, però l'importante è che stia bene la mia famiglia ed è anche per questo che sono stato contento di rimanere al Torino. E’ normale che la famiglia venga prima di tutto per questo l'anno scorso avevo parlato anche con il direttore Vagnati e gli avevo detto che venivo per 4-5 mesi e ogni tanto verrà la mia famiglia e la decisione finale se rimarrò oppure no ovviamente oltre al contesto squadra dipenderà se la mia famiglia si troverà bene. Ho due bambine che devono stare bene e fortunatamente la mia famiglia è stata molto bene le volte che è venuta e quindi sono veramente contento, sono in pace con il mondo”.
Poi Biraghi infastidito da una mosca ha detto: “Ma qua le fabbricano le mosche” (essendoci pascoli con molti animali, in particolare bovini, a Prato allo Stelvio ci sono parecchie mosche, ndr). Risate generali e la conferenza stampa è ripresa.
Persone come lei, Zapata, Vlasic e Maripán avete nell’organico una funzione che va oltre il giocare 90 minuti essendo calciatori d’esperienza. Questo compito come lo vive? Le piace? La responsabilizza?
“Ho fatto 5 anni il capitano a Firenze quindi penso che comunque non si è mai in grado pienamente di fare una cosa, però diciamo che un po' d’esperienza da questo punto di vista la ho e aiutare i compagni è una cosa che mi è sempre piaciuta, ma non solo i compagni bensì aiutare in generale il team e la società a crescere. Per me non è assolutamente un peso e poi essendoci persone come Duvan, Nikola e Guillermo siamo tutti giocatori esperti ed è giusto che diamo il nostro rapporto non solo in campo, ma anche fuori. Servono delle guide, serve gente che aiuti l'allenatore, il team manager e la società e quindi dobbiamo farlo bene perché, secondo me, tanto a livello di mentalità, di carattere della squadra passa anche da noi. E’ una responsabilità che ci prendiamo, che siamo tutti consapevoli di prenderci e abbiamo le caratteristiche per farlo e per apportare anche fuori dai 90 minuti della partita il giusto supporto ai ragazzi più giovani e a tutti quelli che hanno bisogno di essere aiutati in qualsiasi modo. In ogni squadra ci devono essere quei 4-5 punti di riferimento. Non siamo più importanti degli altri infatti ci sentiamo come tutti gli altri, siamo tutti uguali e tutti sullo stesso livello, però magari avendo un po' più di esperienza rispetto a qualche ragazzo possiamo consigliarlo nella maniera giusta. Sono contento e l'avevo detto al direttore già l'anno scorso quando arrivai a gennaio. Quando mi chiese se volevo venire al Torino gli ho detto sì, ma che dovevano essere consapevoli di chi stavano prendendo: un giocatore, ma anche uno che rompe le p… su qualsiasi cosa. Lo faccio solo con l’intento di far andare bene tutto e per far andare bene le cose non so stare zitto, ma parlo sempre per il bene del gruppo e sono contento che abbiamo anche Duvan, Guillermo, Nikola e Adam, tutti giocatori che hanno una certa età nel calcio, certo siamo giovani però nel mondo del calcio magari siamo un po' più vecchietti, come ci chiamano i giovani. Ma sono contento, mi piace”.
Per migliorare bisogna anche rompere le scatole e avere una mentalità vincente. Qual è l’aspetto, sul quale c’è ancora tanto da lavorare, per fare lo step successivo?
“Questi primi giorni, queste prime settimane servono anche a me per capire su cosa ci si deve concentrare. Quando arriveremo a un mese e mezzo dalla fine non potremo fare quello che abbiamo fatto l'anno scorso, questo è sicuro”.
Le ha dato fastidio?
“Sì perché non è giusto per la piazza, per i tifosi, ma a volte ci dimentichiamo che non è giusto neppure per noi che tutti i giorni andiamo al campo e stiamo lì 7-8 ore a lavorare e poi quando c'è la partita …. Il calcio è come andare a scuola quando ti prepari per la verifica o per l'esame. Noi ci prepariamo tutta la settimana per l'esame che è la partita. E allora dico se studi tutti i giorni 5, 6 o 7 ore e poi arrivi all'esame e lo stecchi 1, 2, 3, 4, 5 volte vuole dire che è meglio lasciare stare perché non è roba per te. Il mese e mezzo finale che abbiamo fatto l'anno scorso, al di là della posizione in classifica finale e se fossimo magari arrivati come l’anno precedente e che l'Europa era lontana e il discorso retrocessione ormai a posto, comunque dovevamo onorare in primis il Presidente che ci paga e poi la piazza e i tifosi, ma non sono secondari i tifosi che pagano il biglietto e che vengono a vederci perché la gente che paga il biglietto non deve vedere certe prestazioni: non è corretto. Però non è corretto neppure per noi che ci alleniamo tutta la settimana e poi, scusate il termine, ma nell’ultimo mese e mezzo siamo andati in giro a fare figure di m … che non vanno bene. quindi sicuramente questo è un aspetto che …
Ma lei ha trovato una risposta per quello che era successo?
“Quando succedono questi momenti negativi, non solo alla fine bensì in generale durante la stagione cosa che accade anche alle grandi squadre, non c’è mai una verità e l’ho scoperto in carriera. Se sapessi la soluzione al problema dopo una partita lo si sistemerebbe. Ma non lo dico io perché è così in generale. Quando l'Inter, che negli ultimi anni ha vinto tutto ed è la squadra più forte d'Italia, ha passato quest’anno un mese nel quale ha perso la Champions e la Coppa Italia, e si sta parlando di gente che è al top giocatori, allenatore e società, eppure se anche loro non hanno trovato la soluzione vuol dire che forse non è così semplice trovarla. Ognuno può avere la sua visione, tu la tua e io la mia, ma forse non è facile trovare qual è il problema. Io l'unica cosa in cui credo, e per me è sacra, è il lavoro sul campo. Se non fai bene un passaggio da qui a lì lo devi provare 50 volte finché non ti riesce. Quindi lavoreremo su tutto, ma adesso è giusto parlare di quest'anno e quello che è stato l'anno scorso serve per non ripetere più certe cose. Siamo partiti bene con entusiasmo e per ora sta andando veramente tutto bene, ma tanto alla fine quello che conta è quando inizieranno le partite. I ritiri tutti li fanno bene è sempre stato così. Come va? Bene, entusiasmo, giochiamo, wow e poi gli esami iniziano a agosto e allorai lì vedremo. All’inizio della scuola tutti entusiasti anche mia mamma che mi diceva: ”Quest’anno farai bene” e poi iniziavano le verifiche e gli esami (ride, ndr)”.
