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Bologna, tra concorrenza e attese: ora la fascia sinistra è Rowente

Bologna, tra concorrenza e attese: ora la fascia sinistra è RowenteTUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:00Serie A
di Leonardo Nevischi

Jonathan Rowe è arrivato a Bologna con una valigia piena di talento e di interrogativi. L’inglese ex Marsiglia rappresenta un investimento intrigante, perché porta con sé velocità, dribbling e quel pizzico di spregiudicatezza che spesso manca nel calcio italiano. Ma il suo percorso in rossoblù non sarà una passerella: sarà una scalata, dura e tortuosa.

In tal senso la sosta per le Nazionali è caduta a pennello, permettendogli di seguire un “corso accelerato” di calcio italiano sotto la guida di Vincenzo Italiano (gioco di parole inevitabile). Un apprendistato necessario: Rowe deve imparare non solo a puntare l’uomo, ma anche a leggere le partite, a rispettare le distanze, a saper soffrire in fase di non possesso. Qui non basta sgasare sulla fascia: qui bisogna muoversi come una pedina in uno scacchiere.

Il problema è che il Bologna, sulle corsie esterne, non aspetta nessuno. Cambiaghi è già pronto e scalpita per un posto da titolare, Dominguez nella scorsa stagione ha dimostrato duttilità preziosa, e Bernardeschi, quando chiamato in causa, garantisce esperienza e personalità anche sulla corsia di sinistra. In questa giungla di concorrenza, Rowe dovrà guadagnarsi spazio a suon di prestazioni, non di promesse.

A Marsiglia aveva trovato continuità (28 gare in Ligue 1 lo scorso anno, titolare anche nella prima di questa stagione), ma si è perso nei contrasti extracampo, culminati nella rissa con Rabiot. Episodi che ora deve archiviare, perché a Bologna non ci sarà tolleranza per distrazioni: Italiano pretende concentrazione totale, dentro e fuori dal campo.

Il talento c’è, e non si discute. Ma in Serie A non basta mostrarsi brillante in un dribbling: serve dimostrare affidabilità per novanta minuti, settimana dopo settimana. È questa la sfida che attende Rowe. La piazza è pronta a innamorarsi di lui come fece per Ndoye, ma solo se saprà trasformare il suo potenziale in sostanza. E da questo punto di vista c'è da far dimenticare colui che ha segnato il gol che è valso la conquista della Coppa Italia dopo 51 anni: un'impresa non da poco.

La sosta è stata l’occasione giusta per iniziare a cucirgli addosso il vestito tattico giusto. Adesso toccherà a lui dimostrare di poter diventare più di una semplice alternativa: un’arma in più per un Bologna che vuole stupire ancora.

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