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Conte-Agnelli, domani il Giudice Sportivo: cosa rischiano i protagonisti di Juve-Inter

Conte-Agnelli, domani il Giudice Sportivo: cosa rischiano i protagonisti di Juve-InterTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 10 febbraio 2021, 15:53Serie A
di Ivan Cardia

“Il quarto uomo ha visto e sentito”. L’ha detto Antonio Conte, protagonista con Andrea Agnelli dell’acceso contorno e confronto di Juventus-Inter. Da cosa abbia visto e sentito Daniele Chiffi, quarto uomo della squadra arbitrale ieri sera, dipenderà in effetti molto di quelle che saranno le decisioni del Giudice Sportivo. In arrivo domani: dopo Atalanta-Napoli di questa sera, l’ufficio guidato dal dottor Mastrandrea emetterà il verdetto sulle semifinali di ritorno di Coppa Italia.

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Tutto dipende dal referto. Cioè, appunto, da quello che Chiffi avrà osservato e segnalato all’arbitro Mariani, che a sua volta sarebbe stato spettatore di un altro diverbio, questa volta nei tunnel, tra Oriali e Paratici. Il documento principale su cui si baserà la decisione del Giudice Sportivo sarà infatti il referto arbitrale, composto anche dalle eventuali segnalazioni degli ispettori federali.

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Altrimenti palla alla Procura FIGC. Se dal referto non dovessero emergere comportamenti passibili di squalifica o altra sanzione, la vicenda non si chiuderebbe per forza qui, come insegna il recente caso Ibra-Lukaku. Le immagini della gara, complice il fatto che senza pubblico si senta praticamente tutto quello che accade in uno stadio, potrebbero a quel punto passare al vaglio della Procura FIGC, per valutare se vi siano stati dei comportamenti illeciti.

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Cosa rischiano i protagonisti. Esclusa ovviamente la possibile applicazione dell’art. 28 del Codice di Giustizia Sportiva, che punisce i comportamenti discriminatori. Da capire se possa entrare in gioco l’articolo 25, dedicato alla prevenzione dei fatti violenti, che al sesto comma punisce con l’ammenda più diffida le dichiarazioni e i comportamenti di dirigente e tesserati “che in qualunque modo possano contribuire a determinare fatti di violenza o ne costituiscano apologia”. Con il pubblico allo stadio, non sarebbe stato da escludere. In assenza di tifosi (e quindi di possibili incitamenti concreti, seppur indiretti, alla violenza) è abbastanza improbabile. Si arriva così a due norme di chiusura del sistema. Anzitutto, l’articolo 39, che punisce le condotte gravemente antisportive: il secondo comma prevede la squalifica per almeno due giornate o a tempo per i tecnici. Il terzo, dedicato ai dirigenti, la sanzione minima dell’inibizione per un mese. Infine, il fondamentale articolo 4, che richiama tutti i tesserati al rispetto dei “principi della lealtà, della correttezza e della probità in ogni rapporto comunque riferibile all'attività sportiva”. In questo caso, le sanzioni hanno un range decisamente ampio: si va dall’ammonizione alla squalifica (per una o più giornate, o anche a tempo e persino estensibile in ambito UEFA) e all’inibizione.

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I precedenti. Pochi, del resto con i tifosi sugli spalti è sempre stato molto più complicato riscontrare certi atteggiamenti (forse anche più frequenti). Quel che è accaduto ieri ricorda per certi aspetti la squalifica di Paratici e Nedved nel dicembre 2020, comminata direttamente dal Giudice Sportivo. In quell’occasione, i due dirigenti della Juve si erano resi protagonisti di insulti e offese, udibili da tutto lo stadio. Erano però rivolti al direttore di gara, e non ad altri tesserati. Conte, Agnelli e gli altri protagonisti dello spettacolino di ieri sera non hanno fatto altrettanto né con Mariani né con Chiffi, ragion per cui si parla di situazioni completamente diverse. Domani un primo responso, ma non è detto che finisca lì.

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