Cremonese, Armenia: “Che rincorsa per la A. Mercato? Non bisogna farsi prendere dalla smania”

Paolo Armenia, direttore generale della Cremonese, è intervenuto in occasione del panel “Welcome back in Serie A”, organizzato nell’ambito del Festival della Serie A in quel di Parma: “Per noi è un risultato importante, in questi ultimi quattro anni siamo arrivati due volte in Serie A, una volta in semifinale dei playoff e quest’anno volevamo regalare questa gioia al presidente Arvedi e alla città. Per noi era un obiettivo a inizio stagione, a metà campionato sembrava impossibile e poi c’è stata questa rincorsa che ci ha portato a raggiungere questo obiettivo”.
Come vede lo stato di salute del calcio italiano?
“Purtroppo è mancata una visione di sistema: ognuno guarda al suo interesse, le grandi squadre pensano al loro e i ricavi dei diritti Tv non bastano. Fortunatamente oggi le persone sono cambiate, le tre leghe stanno lavorando in maniera coordinata e forse le cose possono cambiare”.
Qual è l’operazione più folle della sua carriera? “Ce ne sono state tante in trent’anni… Il problema è cercare di ragionare da azienda, molte volte si ragiona sull’emozione e invece nessuno ti punta la pistola alla testa. Dovremmo essere bravi noi manager a non farci prendere dalla smania di prendere a tutti i costi un calciatore, anche spendendo soldi che non possiamo spendere. Non dobbiamo fare il passo più lungo della gamba, invece qualche volte per ansia si commette questo errore”.
Vi divertite ancora a fare calcio? “Personalmente sì, è il sogno nel cassetto di tutti. Cerco di farlo in maniera aziendalista, cercando di aiutare l’imprenditore a spendere meno soldi possibili, perché sennò si stanca. La capacità è quella di cercare di abbattere i costi, inseguendo ricavi tramite settore giovanile e diritti Tv”.
Quanto conta l’allenatore?
“Per me più del 25%. Ti guida la macchina che gli hai messo a disposizione, ha una percentuale maggiore di peso. Deve essere bravo a guidare”.
