Dotto (Corriere dello Sport): "Prandelli svuotato da un mondo che ha cambiato le sue regole"

Le dimissioni di Cesare Prandelli e la lettera dell'ormai ex tecnico viola nella quale spiega la sua decisione, sono al centro di un lungo e bellissimo editoriale a firma di Giancarlo Dotto sul Corriere dello Sport: "
"Intanto, è una bellissima lettera quella di Cesare Prandelli. La bellissima lettera, voglio dire, non le dimissioni. Senza questa lettera, sarebbe stato un fatterello, buono per tre o quattro sbuffi di fumo, prima d’essere retrocesso alla velocità del giaguaro nel territorio dell’irrilevante e poi quello della dimenticanza. C’è dentro questa bellissima lettera un uomo che ha perso il filo. Un uomo che più non riconosce e sempre meno è riconosciuto.
«Scorie e veleni che si accumulano e presentano il conto tutto insieme», scrive Cesare. Ci sono lutti e lutti. Cesare ne ha conosciuti tanti. Ora, forse, ha conosciuto quello peggiore, il lutto dell’esclusione. In questi casi (fu così nei precedenti di Bagnoli, Silvio Baldini, Agroppi, dello stesso Sacchi) il comodo ricorso è la “depressione”, il male oscuro che, in quanto tale, nessuno sa cosa sia, a cominciare dal depresso. Ma quella di Prandelli, più che depressione, è una storia di esclusione, che è anche peggio della reclusione. «Questo mondo non fa più per me...», la frase chiave nel messaggio che Cesare ha lanciato in una bottiglia che ha una sola chance, quella di essere presto dimenticata. Ai giorni nostri restano a galla solo allenatori sostenuti dalla società o carismatici al punto di farsi credere più di quello che sono, il carisma ribaldo (ma fortemente calante) alla Mourinho, quello stregonesco alla Guardiola o inclusivo alla Klopp, il più raro, perché il carisma di suo esclude, soprattutto quando manipola. Prandelli non aveva il carisma dalla sua e, negli ultimi anni, nemmeno una società forte alle spalle.
Ad escludere Prandelli, a far crescere “l’ombra” dentro di lui, è stato altro. L’analogia con Arrigo Sacchi non regge. Il deserto non è lo stesso. Sacchi fu prosciugato da se stesso, dal suo fuoco maniacale. Prandelli è stato svuotato da un mondo che ha cambiato in fretta le sue regole, le sue modalità, i suoi accessi alla vita e alle emozioni. Se vogliamo propria dirla depressione, la chiamerei una depressione funzionale. La bellissima e umanissima lettera di Prandelli ha un solo difetto. Troppe allusioni. Troppe vaghezze. Troppe cose che andrebbero spiegate meglio. Magari, un giorno nemmeno lontano lo farà, quando vorrà e con chi vorrà".
