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Delechat (ex avvocato FIFA): "Lontani dall'etica. Ma i club hanno potere infinito"

ESCLUSIVA TMW - Delechat (ex avvocato FIFA): "Lontani dall'etica. Ma i club hanno potere infinito"TUTTO mercato WEB
lunedì 19 aprile 2021, 15:06Serie A
di Andrea Losapio

"Eticamente siamo anni luce distanti da Pierre de Coubertin”. A parlare di Superlega è Ludovic Deléchat, avvocato che nel corso della sua carriera ha lavorato anche alla FIFA. “È qualcosa che potevamo anticipare. Si parla di questo da tanti anni, ma con la pandemia i club hanno preso la palla al balzo. Aspettavano delle risposte da UEFA e ECA che non sono arrivate, hanno deciso di andare avanti così”.

Si profila un grosso problema.
“L’unica cosa che possono fare FIFA e UEFA, dal punto di vista legale, è decidere che i giocatori della Superlega non possano giocare la Champions League o le competizioni nazionale come i Mondiali. Ma è molto complicato a livello economico”.

Perché?
“I diritti televisivi dipendono dalle partite, se non ci sono City o Real Madrid… L’unica cosa è proibire le competizioni”.

Oggi la UEFA ha approvato la nuova Champions.
“Che è molto simile alla Superlega anche se parliamo li di una competizione privata. Per questo si parla di una causa legale che vogliono fare alla UEFA, perche sembra un progetto copiato dalla nuova Champions. Nella piramide del calcio al top ci sono FIFA, UEFA, poi Federazioni Nazionali, club e calciatori”.

Ma i campionati nazionali possono scegliere per l’esclusione?
“Adesso possono solo sanzionarli. Poi si può pensare a un calcio diverso rispetto a quello conosciamo, a due velocità. Uno elitario dove si giocano grandi partite, come la Superlega Europea che si gioca con più squadre e nel weekend. E uno dei club nazionali e una Serie A con Atalanta, Crotone, Genoa e Sampdoria. Sarebbe la rottura totale”.

Quindi l’unico modo è…
“Che Bundesliga, Serie A, Premier League, Liga e Ligue 1 modifichino i lori statuti e che se qualcuno gioca la Superlega Europea non può fare il campionato nazionale”.

Il problema però sorge economicamente.
“I club hanno un potere infinito. Se ne fregano. La UEFA ha acuito le differenze. Questo problema c’è da vent’anni nel calcio, certo vogliamo sempre la meritocrazia, è un valore assoluto. Il calcio pero è un business”.

C’entra il fair play finanziario?
“Le regole in vigore frustrano i club maggiori. Anche la solidarietà… Sono freni agli investimenti, la pandemia ha accelerato un processo in atto”.

Quali sono le parti in causa?
“Non mi sembra che la Superlega sia contro la UEFA, semmai il contrario perché mette in pericolo il sistema. Loro fanno soldi con la Champions, perderebbe introiti. I club hanno una forza incredibile, possono dettare le regole. Noi abbiamo valori diversi dagli Stati Uniti: parliamo di meritocrazia e solidarietà, ma non vengono rispettati”.

Tutti i campionati si schierano contro.
“Anche i governi. Johnson, Macron… Il problema però è duplice: chi vorrebbe vedere una Serie A senza Cristiano Ronaldo, una Liga senza Messi, una Bundesliga senza Haaland? Ma anche i Mondiali hanno gli stessi problemi. Poi bisogna capire se dal punto di vista legale puoi farlo, ma è l’unico modo per fare pressione. Dal punto di vista economico, per esempio, la FIFA fa soldi sui Mondiali organizzati: ma chi guarda un Mondiale senza i campioni? Nessuno”.

È un qualcosa di storico.
“Decisamente. Non so se andranno fino in fondo, ma il dibattito è aperto”.

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