Trentalange: "Pronto a sfidare Nicchi. Ci apriremo ai social, vi presento il mio gruppo"

Domenica a Fiumicino si vota - in presenza - per il nuovo presidente dell'Associazione italiana Arbitri. Alfredo Trentalange sfiderà Marcello Nicchi. Nell'ampia chiacchierata a Tuttomercatoweb.com Trentalange racconta i suoi principali punti programmatici e presenta dettagliatamente anche il suo gruppo di lavoro. "Gli elementi chiave su cui mi baso - dice - sono condivisione, trasparenza, progettualità e innovazione".
La prima cosa che farebbe da nuovo presidente qual è?
"Convocherei più tavoli per tematiche differenti, a seconda delle competenze. Tavoli sul reclutamento e la formazione da mettere subito in atto, ascoltando i bisogni del territorio. Dovremo parlare un linguaggio nuovo, quello dei giovani, aprendoci ai social e alla comunicazione. Credo poi sia importante un altro aspetto legato proprio alla comunicazione e che possa portare a far vedere l'arbitro sotto un'altra luce: se la gente potesse sapere cosa fa l'arbitro, come vive la sua giornata, la passione che mette, i sacrifici che fa, ecco forse si cambierebbe l'atteggiamento generale. Dunque lavoreremo anche in questo senso. E poi un altro punto fondamentale da portare avanti, ovvero il doppio tesseramento: credo sia giusto che il calciatore arrivato all'età di 15 anni possa, se vorrà, fare anche l'arbitro senza smettere di giocare. Ora fai o l'uno o l'altro, invece l'intenzione è che possa continuare a fare le due cose visto anche che il settore giovanile scolastico è una branca non agonistica della Federazione".
Come si potranno migliorare gli arbitri sul campo?
"Bisogna entrare nella logica in cui la smettiamo di dire che siamo i migliori del mondo. Bisogna mettere a disposizione una organizzazione sul territorio per fare in modo che nella categorie inferiori gli arbitri possano essere seguiti con l'utilizzo di video o anche di un drone per vedere e analizzare i vari movimenti. Sarà importante anche lo scambio di filmati sui social, servirà un tutor che li segua per varie partite".
La crisi di vocazione come si ferma?
"Bisogna fare cultura e far conoscere il fascino e i valori che ci sono dietro una gara di calcio dando anche importanza alle tessere per entrare negli stadi. Oggi chi fa l'arbitro ha la l'opportunità di andare a vedersi le partite dal vivo, però noto che questa possibilità è a volte disattesa e allora occorre aprire canali di comunicazione con le leghe che restituiscano valore a questa tessera. E' un ulteriore modo per far imparare ai ragazzini, guardare un arbitro e iniziare a carpire qualche segreto. Servono ovviamente anche incentivi: deve esser riconosciuto un minimo di ritocco ai rimborsi, del resto la prima autonomia per un ragazzino è quella economica. Bisogna poi dare a questi ragazzi strumenti di confronto, aprendosi alla comunicazione senza legacci di mille permessi da ottenere".
Ma gli arbitri potranno parlare a fine partita?
"Fatto salvo il problema del giudice sportivo che prima deve deliberare in base al rapporto dell'arbitro, non vedo niente di sconvolgente se il direttore di gara dice qualcosa. Certo deve esserci il clima giusto, non deve essere assalito. Col rispetto reciproco si può fare. Non si conosce ciò che non si sperimenta, ma bisogna almeno provarci".
Al Var sempre più persone specializzate?
"Sì, anche se la domanda è chi forma i formatori? Sarà un lavoro specialistico, l'importante è avere dei ricercatori e non dei presuntuosi. Uno degli obiettivi è avere persone più formate. Ma si cresce se c'è anche una formazione per dirigenti: vanno formati anche coloro che fanno i corsi agli arbitri e non solo".
Parliamo della sua squadra: qual è?
"Il vicepresidente sarà Duccio Baglioni che ha grandissima esperienza, lui era assistente e con Duccio ho fatto tante partite di A. E' una persona con capacità tecniche e etiche, un vero modello. Mi ha fatto conoscere pure il calcio storico fiorentino, lui è maestro di campo. Pensavo fosse qualcosa di violento e invece ho scoperto che alla base ci sono grandi valori tra cui la lealtà. Poi ci sono arbitri che hanno fatto la A, c'è ad esempio Katia Senesi che è stata assistente internazionale. C'è una persona che ha fatto parte della commissione della A di Futsal, Luca Marconi (il futsal è in grande espansione e noi dobbiamo imparare da piccole realtà quando funzionano). Ci sono Carlo Pacifici ex arbitro di A, Nicola Cavaccini presidente della sezione di Napoli. E poi Stefano Archinà che è stato anche presidente del comitato regionale calabrese, Alberto Zaroli presidente comitato regionale arbitri lombardo. E poi Antonio Zappi commercialista con grandi competenze a livello amministrativo che è stato pure nel servizio ispettivo nazionale e 4 anni fa è stato sfidante di Nicchi".
