Hellas Verona, Zanetti: "Pronti a prenderci la salvezza ad Empoli. Montipò a rischio"

Manca un ultimo tassello all'Hellas Verona: al Castellani di Empoli l'imperativo dei gialloblu è quello di non fare calcoli, per non rischiare di avere il famoso "braccino corto". Con una vittoria o un pareggio i veneti sarebbero certi di salvarsi, ma anche in caso di ko, in base ai risultati delle rivali, potrebbe essere tagliato il traguardo.
Il tecnico Paolo Zanetti parlerà a breve in conferenza stampa per presentare la sfida che attende i suoi in Toscana.
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Ore 14.37 inizia la conferenza stampa.
Finalmente hai tutti i giocatori a disposizione. Penso ad Harroui: la sua assenza ha condizionato la fase offensiva, quanto è mancato? Che Empoli ti aspetti?
"E' innegabile che sia un giocatore sul quale puntavamo tanto. Attorno a lui volevamo costruire qualcosa, con qualità da collante fra centrocampo ed attacco, ha gol ed assist nelle gambe e sa lavorare in fase di non possesso, ci siamo dovuti abituare a non averlo, spero che l'Hellas possa goderselo tanto. Abbiamo un po' di situazioni da valutare, Montipò ha un problema di muscolare, è a rischio. E' una partita importante, ma ho la massima fiducia in Perilli. Daniliuc ha una influenza, ma può essere recuperabile. L'Empoli ha una identità ben chiara, furore agonistico, squadra verticale con ottime individualità".
Sul rischio distrazione da altri campi?
"La cosa da fare è concentrarci su noi stessi, cercando di essere lucidi e pensando solo a mettere tutto in campo, senza pensare cosa accade da altre parti. Questo errore lo abbiamo già fatto in altre partite, ci concentriamo su di noi, su una squadra che vedo in crescita, la settimana è andata per questo verso, dobbiamo essere pronti ad una partita di una valenza enorme, dove conte solo il risultato".
Cosa significa affrontare l'Empoli per te? Vedi la squadra pronta alla guerra?
"Come ho già detto sono concentrato sulla missione di salvare l'Hellas, sarebbe un sogno, un onore, so quanto ho dovuto combattere per giocarci questo obiettivo. Ce l'abbiamo lì ad un punto. Di fronte abbiamo una squadra che si gioca tanto, ma vedo la squadra pronta, l'ho vista pronta in settimana, vedo una squadra che percepisce il momento, che è diverso da un mese fa, dove inseguivamo una vittoria, qui è la resa dei conti".
La squadra si è sentita un po' arrivata?
"Guardo le prestazioni, quando la nostra condizione è stata quella di sentirsi tranquilli di andare a chiudere il discorso, non abbiamo fatto bene, questo ha detto il campo. Però quando siamo andati a Como sapendo di giocarci molto, abbiamo fatto una prestazione diversa. Ho fatto i complimenti ai ragazzi per la prestazione. L'atteggiamento è tornato quello che conoscevo. Ora ci presentiamo pronti e senza alibi. Con un margine costruito con il lavoro, siamo ad un passo dalla grande impresa, ora andiamo a centrarla".
Il Verona sarà subito aggressivo? Suslov a supporto di un'unica punta?
"Non mi sento di scoprire le carte, ma credo che in queste partite debba andare in campo chi sta meglio, non possiamo fare calcoli, soprattutto dal punto di vista individuale, conta solo la squadra, non le prestazioni singole. Gioca chi sta meglio, anche ragionando sul tipo di partita. Chi entra poi è anche più importante di chi parte, lo ha dimostrato il cambio di Lazovic, chi entra deve essere pronto a risolvere le cose, le partite durano 90-95 minuti e spesso si decidono nei secondi tempi".
Serve il gruppo ora: questo gruppo può vincere domani una battaglia?
"E' un gruppo perché ha dovuto superare insieme tante difficoltà. Fra le piccole mi sento di dire che siamo quelli messi meglio, questo gruppo ha superato delle difficoltà che erano preventivabili. La salvezza ad un certo punto sembrava in tasca, poi abbiamo avuto dei problemi mentali più che altro. La parola gruppo mi piace molto, ma deve essere un gruppo vincente, altrimenti non rimane altro".
Il giocatore che domenica potrebbe fare la differenza?
"Lo so, ma fare il nome significherebbe caricarlo di troppe responsabilità. Abbiamo più di un giocatore che è in credito con la sfortuna, che dal punto di vista dell'atteggiamento dà sempre tutto, sarei contento se questi giocatori avessero una soddisfazione. Spero che possa essere una bellissima giornata per tutti, anche con delle soddisfazioni personali. Non avendo nessun giocatore in doppia cifra, poi a parte la punizione di Duda a Udine, non abbiamo mai vinto per una giocato. Per quello ho sempre martellato sulla squadra e non sui singoli. La squadra ha sempre reagito da squadra".
Sul gruppo: quanto è importante la vecchia guardia? Anche in riferimento a chi ha avuto meno spazio, ma che ti ha dato una mano.
"Sono fondamentali, ci sono giocatori che hanno dato tanto, ci sono anche discorsi contrattuali da affrontare, lo sappiamo. Metto dentro anche Coppola, sono ragazzi che hanno il cuore gialloblu e lo trasmettono a dei ragazzi che arrivano praticamente tutti dall'estero, da altri campionati. E devono capire il nostro campionato e dove siamo. Domenica non andiamo solo a giocare a calcio, ma rappresentiamo una città, una tifoseria, uno stemma, dei colori. Principi importanti che io vivo al 100%. Trasmettono cosa significa vincere in una squadra del genere".
Che settimana è stata per Tengstedt e Mosquera? E per Sarr, cui manca il gol?
"A loro mancano i gol, ma hanno tutti un carattere equilibrato e freddo, lavorano per crescere, non subiscono particolarmente la pressione. Tutti questi giocatori potrebbero essere decisivi da un momento all'altro, non devono mai perdere la fiducia. Tengstedt deve saper stare dentro all'intensità di una partita, a livello alto. Serdar e Suslov per esempio stanno crescendo anche se arrivano da infortuni. Lui ha avuto bisogno di questo tempo, può essere decisivo, ora vediamo se inizierà dal 1' o se giocherà a partita in corso. Massima fiducia nei miei attaccanti, siamo una delle squadre andata in gol con più giocatori diversi".
Come arriva a questo momento, dal punto di vista psicofisico? Farete una cena?
"Sono molto carico, pieno di energia, lavoro per un obiettivo, è lì vicino, ho tutta l'energia possibile da incanalare verso la squadra, ho tanto da dare. Di cene ne facciamo tutti i giorni, pranzi e colazioni (ride, n.d.r.)".
Hai parlato del fatto che Verona è il miglior ambiente in cui hai lavorato a livello di tifoseria. Estendi questo concetto a tutto il resto, ambiente di lavoro, dirigenza e squadra?
"Sì non si parla solo di ambiente extra-campo, l'ambiente Hellas è un ambiente dove c'è tutto per lavorare. Dove la squadra è spinta da un pubblico da Champions League e questa è una grande fortuna, in uno stadio meraviglioso, in un club storico, in un centro sportivo dove siamo isolati, non abbiamo nessun tipo di pressione. C'è il giusto stimolo quando le cose non vanno bene, per quanto mi riguarda nelle difficoltà so dare il mio meglio. Mi trovo alla grande, odio i posti piatti, qui non mancano mai gli stimoli nel bene e nel male. Ora dobbiamo concludere, è stato un anno intenso, difficile, che ha fatto crescere tutti, ma che deve essere coronato dal raggiungimento di un grande risultato sportivo".
Ore 15.11 finisce la conferenza stampa
