Il Bologna ricomincia dalla trasferta di Como, Cucci: "Ma la città bolle per la Champions"
"Bologna in Champions, e perdonatemi se trascuro Como". Comincia così Italo Cucci che, con il suo fondo sul Corriere dello Sport, ha parlato della grande attesa del capoluogo emiliano per l'esordio stagionale dei rossoblù nella massima competizione europea. "La città bolle, anche se si sente la mancanza di Zirkzee, di Calafiori, di Motta. A me - puntualizza Cucci - manca Saelemaekers.
Per me era il più utile. Ma non è ora di critiche, men che mai di polemiche. I supertifosi tengono banco nei dibattiti e nei bar, alcuni non c’erano, nel ‘64, l’anno dello scudetto, e quelli che erano bambini fingono di avere avuto diciott’anni e goduto la prima notte d’amore. In ogni caso, non disperiamo, almeno otto viaggi li facciamo, poi si vedrà".
Con la sua conclamata memoria storica sulle vicende del Bologna e non solo, fa un rimando al passato: "Giuro che alla vigilia del sorteggione ho sognato un avversario che per fortuna non c’è. Ho fatto un sogno viola. Anzi, mauve, color malva. Erano le odiate maglie dell’Anderlecht, quella di Van Himst, in particolare, il campione che ci fece piangere quando il Bologna di Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli; Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti, allenato da Bernardini, fu ingiustamente fatto fuori. Un incubo. Anche perché li rividi più volte, quei belgiacci, anche nel loro covo birroso a Bruxelles, sempre con il Bologna. C’era Mondino Fabbri e li odiava anche lui".